Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Cecilia a cura di Ermes Dovico
Migrazioni
a cura di Anna Bono
Emigrazioni illegale

12 pakistani sono in carcere in Mozambico con l’accusa di immigrazione illegale

Soccorsi al largo del porto di Beira, sostengono di essere pescatori, ma potrebbero invece essere legati ai jihadisti attivi nella provincia di Cabo Delgado

Migrazioni 11_06_2020

 

In Europa si continuano ad accogliere come profughi degli emigranti irregolari pur sapendo che non sono fuggiti da minacce alla vita e alla libertà, ma lo hanno dichiarato per non essere subito respinti. Si è persino fatta strada in alcuni stati europei tra cui l’Italia la teoria inedita che, se una persona si mette in viaggio clandestinamente verso una destinazione, da quel preciso momento il paese scelto come meta ne diventa responsabile; quindi è sua la colpa se le succede qualcosa di male e ha il dovere di attivarsi per far sì che arrivi a destinazione sana e salva. Altrove nel mondo non è così. Chi prova a entrare illegalmente in un paese commette un reato e le autorità si regolano di conseguenza. Ad aprile 12 pakistani sono stati salvati al largo delle coste del Mozambico all’altezza di Beira. L’imbarcazione su cui viaggiavano è stata rimorchiata fino al molo di Manarte, vicino a Beira. Adesso sono in carcere, accusati di immigrazione illegale. Hanno dichiarato di essere pescatori, di essere partiti dal Pakistan a febbraio per salvare una barca della loro stessa compagnia alla deriva da tre settimane e di non essere riusciti nell’intento perché il motore della loro imbarcazione si è guastato e a causa del brutto tempo sono stati sospinti verso le coste africane dove dei pescatori li hanno avvistati e soccorsi dopo che a loro volta erano andati alla deriva per circa due mesi. C’è il sospetto che abbiano legami con i jihadisti attivi nella provincia settentrionale di Cabo Delgado. Il capo della polizia della provincia di Sofala ha dichiarato ai mass media di voler accertare se sono davvero dei pescatori o se invece sono coinvolti in attività terroristiche o di contrabbando. Un alto funzionario, Stella Pinto Novo Zeca, pur confermando l’arresto non si è pronunciato in merito sostenendo che il caso è di competenza degli organi di vigilanza.