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a cura di Stefano Fontana

La vicenda

Zuckerberg, la notizia bomba ignorata dai giornaloni

Il numero uno di Facebook ammette le pressioni ricevute dall’amministrazione Biden per censurare i post sul Covid, e non solo, contrari alla linea governativa. Ma la grande stampa dedica pochissimo spazio alla notizia.

Dottrina sociale 29_08_2024

Mark Zuckerberg ha inviato una lettera al Congresso nella quale conferma che il governo Biden-Harris aveva fatto pressioni su Facebook affinché fossero censurati i post riguardanti il Covid contrari alla linea governativa. Si tratterebbe di circa 20 milioni di post bannati dal suo staff. Zuckerberg ha poi confermato che uguali pressioni gli erano arrivate per non mettere sotto i riflettori del suo social la vicenda di Hunter Biden, figlio del presidente USA. Nella lettera Zuckerberg si è anche detto pentito di aver piegato la testa.

La notizia di per sé non dice nulla di nuovo, ma conferma un utilizzo in grande scala della tecnologia comunicativa globale da parte della presidenza americana e di importanti organi della sua struttura interna, come l’FBI. Si tratta di una ulteriore prova che esiste un controllo molto efficace sul pensiero e una psico-polizia molto attiva.

Ora, se invece andiamo a vedere come i grandi giornali italiani hanno trattato la notizia nelle loro edizioni cartacee si rimane colpiti dalla sua completa trascuratezza. La Verità di ieri apre in prima pagina e poi dedica all’argomento l’editoriale del direttore, un articolo di Francesco Borgonovo e altri interventi. Il tema è adeguatamente coperto. Repubblica invece non vi accenna. Il Corriere nemmeno. Il quotidiano Domani pure. Niente nemmeno sul Sole 24 Ore. Il Tempo vi dedica un trafiletto a pagina 10.

Il problema allora si complica: non solo c’è la censura su pressione del Deep State, ma c’è anche un’auto-censura che viene applicata anche senza pressioni evidenti, solo per “connaturalità ideologica”.

Stefano Fontana