Zuckerberg banna i fact checker
Zuckerberg dice addio ai fact checker perché commettono errori e perché il vento culturale è cambiato. Ma forse è questione solo di soldi.
Zuckerberg manda in soffitta il fact checking, ossia quel controllo tramite algoritmi venduto come filtro per le falsità ma poi applicato come bavaglio per le verità scomode.
In merito alle tematiche LGBT una nota di Meta, la società di Zuckerberg, dichiara che «ci stiamo liberando di una serie di restrizioni su argomenti come l'immigrazione, identità di genere e genere che sono oggetto di frequenti discorsi e dibattiti politici».
Lo stesso Zuckerberg in un video ha affermato: «Semplificheremo le nostre politiche sui contenuti e ci sbarazzeremo di un mucchio di restrizioni su argomenti come l'immigrazione e il genere che sono fuori dal discorso mainstream. Quello che è iniziato come un movimento che doveva essere più inclusivo è stato sempre più usato per escludere le persone con idee diverse, ed è andato troppo oltre. Voglio quindi assicurarmi che le persone possano condividere le loro convinzioni ed esperienze sulle nostre piattaforme». È noto che nel termine “genere” è ricompresa anche la cosiddetta identità di genere. Dunque ci dovrebbe essere più libertà di parola anche su questo tema.
Il fondatore di Facebook, che ora possiede anche Instagram e WhatsApp, spiega che questo cambiamento di rotta è diventato necessario perché il sistema di algoritmi fa errori, solo l’1% di errori ha dichiarato Zuckerberg, ma ciò significa milioni e milioni di post cancellati. Oltre a questo ha sottolineato che la vincita di Trump è un segnale che indica un cambiamento, la volontà di uscire dal politicamente corretto. Infine ha incolpato i fact checker che sono troppo di parte.
Insomma sembra un discorso convincente. Zuckerberg dice cose vere, ma non crediamo che sia in buona fede. Le dice perché le deve dire – così come le disse in un discorso di cinque anni fa alla Georgetown University – dato che il vento è cambiato (anche McDonalds e Disney stanno cambiando rotta in merito al politicamente corretto) e si è accorto che molti stanno abbandonando le sue piattaforme per confluire su piattaforme meno mainstream, come X. Dunque pensiamo che alla fine questo dietro front sia banalmente dettato dal denaro. E quindi vogliamo un cambiamento? Puntiamo al portafogli dei potenti.