Zika, altre pressioni sul Brasile
Il virus Zika fa pochissimi morti, causa sintomi simili a quelli di una normale influenza stagionale e passa in una settimana, ma per paura del suo contagio 152 scienziati hanno scritto una lettera al Comitato Olimpico Internazionale e all’Organizzazione Mondiale della Sanità, per far slittare le Olimpiadi di Rio 2016
Il virus Zika fa pochissimi morti, causa sintomi simili a quelli di una normale influenza stagionale e passa in una settimana, ma per paura del suo contagio 152 scienziati hanno scritto una lettera al Comitato Olimpico Internazionale e all’Organizzazione Mondiale della Sanità, per far slittare i Giochi del 2016 che si terranno in Brasile.
Nella lettera aperta indirizzata a Margaret Chan, direttrice generale dell’Oms, indirizzata anche al Cio, gli scienziati firmatari usano toni apocalittici. Chiedono di rimandare o di muovere in altra sede i Giochi Olimpici, considerando che anche l’Oms, due mesi fa, ha classificato l’epidemia Zika quale “emergenza di salute pubblica di rilievo internazionale”. “Lanciamo questo appello, nonostante il diffuso fatalismo di coloro che ritengono i Giochi di Rio 2016 inevitabili o ‘troppo grandi per fallire’. La storia dimostra che questo argomento è sbagliato: nel 1916, nel 1940 e nel 1944, le Olimpiadi non solo sono state rimandate o trasferite, ma cancellate”. Il fatto è che nel 1916 era in corso la Prima Guerra Mondiale (15 milioni di morti) e nel 1940 e nel 1944 la Seconda Guerra Mondiale (60 milioni di morti). Facendo esempi più pertinenti, la lettera cita anche i casi della Africa Cup, rimandata a causa del virus Ebola e la Coppa del Mondo femminile, trasferita dalla Cina agli Usa per colpa della Sars. In entrambi i casi, si stanno comunque portando ad esempio virus molto letali: Ebola, nella sua ultima epidemia, ha provocato oltre 11mila morti, due su cinque tra gli infettati. La Sars, nel 2003, in Cina aveva provocato 774 morti, quasi uno su dieci tra gli infettati. Per quanto riguarda Zika, sono confermati (dall’Oms) 10 morti su quasi 300mila casi accertati in tutto il continente americano.
I motivi per cui gli estensori della lettera chiedono di rimandare o trasferire le Olimpiadi lontano dal Brasile sono tre: “1) Il ceppo virale Zika ha implicazioni mediche più serie rispetto a quel che si conosceva prima 2) Rio de Janeiro è una delle aree del Brasile più affette e 3) gli sforzi di disinfestazioni condotti a Rio non sono all’altezza delle aspettative”. Benché la richiesta sia rivolta all’Oms, l’Organizzazione viene denunciata, nella stessa lettera, per “conflitto di interessi” con il Cio. Dunque è come se questi scienziati stessero dicendo: “sappiamo che non sei in buona fede, ma ti chiediamo lo stesso di risolvere il problema”. L’Oms, dal canto suo, risponde smentendo l’allarmismo dell’iniziativa. Bruce Aylward dichiara alla Bbc, a nome dell’Organizzazione, che “Tutte le informazioni a nostra disposizione, al momento, suggeriscono che i Giochi possono andare avanti”. Ha comunque aggiunto che sarebbe meglio, per le donne in attesa, non recarsi nelle zone più infette.
Perché, infatti, se il virus Zika fa così tanta paura è solo per le conseguenze che ha sul feto, se le donne in gravidanza lo contraggono. Ad aprile è stato pubblicato dai Cdc statunitensi e dal New England Journal of Medicine uno studio, con nuove prove, sulla correlazione fra le donne ammalate del virus e la microcefalia dei loro figli (4908 casi registrati). Questa correlazione era però in dubbio fino al mese precedente e non è detto che gli ultimi due studi pubblicati abbiano l’ultima e definitiva parola. In Brasile l’aborto non è legale. Di conseguenza, per i commentatori è diventata una pacchia sparare a zero sulla Chiesa e su chiunque si opponga alla sua legalizzazione. Se Zika fa così tanta notizia, nonostante sia molto meno pericoloso rispetto ad altre malattie, è anche per questi motivi. Ma “the Show must go on”, quindi le Olimpiadi si fanno, come se Zika non esistesse.