Yoga al convento delle suore Interviene il vescovo
Le suore Pallottine ospitano una due giorni dedicata al Raja Yoga. Insorgono alcuni fedeli della Diocesi di Roma. E il vescovo ausiliare è costretto a intervenire. Il giudizio di condanna della Chiesa su una filosofia incompatibile col Cattolicesimo, ma che viene spacciata per ginnastica innocua. Già Ratzinger metteva in guardia i religiosi, eppure...
Nel convento di Porta Maggiore suor Viviana prende le distanze: “Ci hanno chiesto la sala in affitto per fare ginnastica e l’abbiamo concessa. Perché? C’è qualche cosa che non va?”. Alle suore Pallottine di Roma deve essere stato spiegato che il seminario di Raja Yoga che si svolgerà il 2 e 3 luglio prossimi a Roma non è altro che una pratica motoria. Ma nell’antica disciplina chiamata Raja Yoga, dove Raja sta per ascolto dei messaggi che il proprio corpo invia e che dobbiamo imparare a captare, chiamarla ginnastica è riduttivo e fuorviante.
Intanto però il convento delle suore che nascono dal carisma di San Vincenzo Pallotti, mistico e apostolo della salvezza del mondo per mezzo della Croce, ha aperto le porte ad un seminario sullo Yoga, pratica sulla quale la Chiesa si è già abbondantemente espressa mettendone in rilievo i rischi impliciti di deriva spiritualista e para religione incompatibile con la fede cattolica.
Sarà l’ufficio preposto del Vicariato Urbano di Roma a dare una risposta a quei fedeli della Capitale che in questi giorni hanno notato il manifesto che pubblicizza il seminario di due giorni. Ad alcuni di loro è parso inopportuno e incongruente con il carisma delle suore Pallottine l’aprire le porte del convento per lo Yoga. Così hanno scritto in Diocesi lamentandosi e chiedendo spiegazioni. Della cosa è stato informato persino il vescovo ausiliare Monsignor Giuseppe Marciante che alla mail si è limitato a rispondere come “la questione è già stata sottoposta all’ufficio competente”.
In attesa che il vicariato urbano si pronunci, giova partire dal fatto che non è la prima volta che le suore mettono a disposizione i loro locali per corsi di Yoga. Lo avevano già fatto a ottobre scorso e nel mese di gennaio. Ma con relatori diversi dalla docente di luglio, Daniela Fuina, che alla Nuova BQ sembra contrariata di questa levata di scudi: “È la palestra del convento che viene affittata, io l’ho richiesta e non ci vedo nulla di strano. Tra l’altro lo Yoga non si va a sovrapporre alla religione, anzi si può affiancare al cristianesimo”.
Facciamo notare che in più riprese la Chiesa ha espresso un giudizio negativo sullo Yoga distinguendo fra quella che può essere una mera pratica ginnica di benessere fisico e la spiritualità Yoga che comunque rimanda all’Induismo. “Ma anche in Vaticano fanno le veglie ecumeniche e ospitano i musulmani per momenti di preghiera”. Forse andrebbe spiegato che l’ecumenismo riguarda le confessioni cristiane, ma evidentemente il riferimento ai musulmani è la spia che lo Yoga praticato dalle Pallottine va nel senso para religioso. E dunque il problema, semmai, sarebbe nell’eventuale confusione che potrebbe ingenerare nei partecipanti, alcuni provenienti da un ambito cattolico e quindi attratti vista la location.
“Si fa ginnastica, ginnastica silenziosa che non dà fastidio a nessuno e rispetta le situazioni del luogo – prosegue – per ascoltare i messaggi che il nostro corpo manda per cui non vedo per quale motivo le persone si debbano preoccupare di questo. Chi si è lamentato poteva chiamare direttamente me”.
Ginnastica? Sarà. Intanto a leggere il corsivo pubblicato sul volantino, la pratica non sembra ridursi solo ad attività motoria: "Essere consapevoli significa essere svegli, significa presenza mentale, significa progredire nel continuum della consapevolezza aperta non giudicante equanime. Essere sempre più vigili mantenendo una morbidezza". Ora, alzi la mano chi con una "supercazzola" del genere non intraveda qualche cosa di più di una semplice ginnastica. Non è per caso che la parola ginnastica sia lo specchietto per le allodole per qualche cosa d'altro?
Intanto le suore cercano di non farsi trascinare nella polemica, ma sembra che nemmeno loro abbiano capito di che cosa si tratta quando si parla di Raja Yoga: “Non so – ha proseguito suor Viviana -. Non credo che sia una cosa che non vada bene, sennò non si sarebbero rivolti a noi. O no?”.
E’ in quel “o no?” che si condensa il grande equivoco su una pratica che sta incontrando molto successo anche presso fasce sempre crescenti di cattolici, attratti più dalle promesse di benessere psicofisico che dal messaggio religioso di quella che, prim’ancora che ginnastica, è una filosofia di vita, che cozza e non poco con i corollari della fede cattolica.
Di Yoga, e qui verrebbe da chiedersi se le suore Pallottine fossero informate, parlò l’allora cardinal Raztinger ancora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1999 nel corso di un’intervista: “Se lo Yoga è ridotto solo a ginnastica si può anche accettare, ma deve essere realmente ridotto a un puro esercizio di rilassamento fisico, liberato da ogni elemento ideologico”. Ma il confine tra le due concezioni è molto sottile: sempre il futuro Papa Benedetto XVI metteva in guardia che “non si deve introdurre in una preparazione fisica una determinata visione dell'uomo, del mondo, della relazione tra uomo e Dio”. E’ il caso dello Yoga? Sembra proprio di sì, a giudicare dalle parole di Ratzinger: “Il rischio è che lo yoga diventi un metodo autonomo di "redenzione", privo di un vero incontro tra Dio e la persona umana. E in quel caso, siamo già nel trascendente”.
Ratzinger intervenne anche per quei tentativi di cristianizzare lo Yoga attraverso la promozione della filosofia induista in ambito cattolico, con parole che oggi sembrano profetiche dato che ormai sembra normale che le suore mettano a disposizione i loro beni per questo: “Nel momento in cui lo si chiama "yoga cristiano" è già ideologizzato e appare come una religione, e questo non mi piace tanto” inoltre “ l'insegnamento della meditazione trascendentale e dello yoga nelle Chiese cattoliche e nelle comunità religiose da parte di sacerdoti mi sembra molto pericoloso perché in questo contesto queste pratiche sono già offerte come un qualcosa, appunto, di religioso”.
Di Yoga si era occupato anche il Pontificio Consiglio del Dialogo interreligioso nel 2003 che si espresse così: “Il suo scopo ultimo è l’estinzione della coscienza (Yoga significa unione ndr.). Scopo ultimo dell’orazione cristiana è invece l’incontro della persona umana con il Dio-persona”. E ancora: “In questa visione Dio non è trascendente e ciò porta inevitabilmente ad abbracciare una forma di panteismo, concezione incompatibile con il cristianesimo e con la rivelazione del Dio fatto uomo che parla a ogni anima”.
Adesso non resta che attendere il responso dell’ufficio preposito...