Voyager e Gesù
L’ineffabile Roberto Giacobbo ha pensato bene di partire con il “botto” ieri sera dedicando l'apertura del suo programma a Gesù. Nulla di nuovo, se non le solite ipotesi verosimili, i soliti "esperti"... E la storia diventa fiction.
L’ineffabile Roberto Giacobbo ha pensato bene di partire con il “botto” ieri sera, nella prima puntata della nuova serie di “Voyager” (Rai 2, lunedì ore 21.05). Il lungo servizio di apertura del suo programma è stato dedicato nientemeno che a Gesù. L’obiettivo dichiarato da Giacobbo era quello di confrontare le testimonianze dei Vangeli con le evidenze storiche, oltre che geografiche e sociali, per trovare corrispondenze sulla effettiva esistenza di Gesù storico e sul suo rapporto con la figura evangelica. Il taglio dell'approccio si desumeva dal titolo: "Gesù: una storia vera?".
Su questo tema moltissimo è già stato detto e scritto; Giacobbo non ha aggiunto alcunché di nuovo e si è affidato come al solito alle ipotesi meno verosimili e per questo più affascinanti agli occhi del pubblico di bocca buona. Ha (ri)messo in discussione la datazione della nascita e della morte di Cristo, ha effettuato accurati sopralluoghi, ha interpellato “esperti” di vario genere senza rinunciare al contributo di Corrado Augias, già autore insieme al biblista Mauro Pesce del controverso libro Inchiesta su Gesù.
L’idea di far luce sul Gesù storico non è di per sé criticabile, ma i toni, i modi e gli artifici retorici scelti da Giacobbo e dai suoi autori hanno lasciato molto perplessi. Il lungo servizio ha oscillato pericolosamente fra le modalità del documentario e quelle della fiction, generando confusione negli spettatori sulla differenza fra dati di fatto e ipotesi più o meno verosimili. Per la cronaca, il successivo approfondimento è stato dedicato alla fine del mondo.
Il sottotitolo della nuova serie di Voyager è “Indagare per conoscere”. Se il buon giorno si vede dal mattino…