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Virus in ritirata, ma Speranza lo insegue con divieti inutili

Il virus batte in ritirata, come dimostrano costantemente da settimane tutti i dati ufficiali, ma continua il clima da caccia alle streghe, con un vero e proprio caos interpretativo, che ha toccato l’acme a proposito del numero di commensali a tavola nei ristoranti al chiuso. Assurdo: nelle case ci si può radunare in 20 o 30 senza più divieti e controlli, mentre nei ristoranti al chiuso non si può stare in più di 6 a tavola.

Attualità 04_06_2021

Si dice che il lupo perde il pelo ma non il vizio e anche in occasione della pandemia ce ne stiamo accorgendo. L’ossessione di introdurre regole su regole per imbrigliare l’agire dei singoli e sacrificare le libertà individuali sull’altare di un non ben precisato diritto alla salute sta producendo altri mostri. Il virus batte in ritirata, come dimostrano costantemente da settimane tutti i dati ufficiali. Peraltro è quanto accadde anche l’anno scorso di questi tempi, senza vaccini, ma nessuno o quasi lo rileva.

I dati di quest’anno sono perfino peggiori di quelli del 2020, nella comparazione quotidiana: quest’anno qualche morto in più, molti contagiati in più, diversi ricoverati in più. Inoltre, nessun virologo ammette di aver sbagliato previsioni due mesi fa, quando profetizzava scenari apocalittici a causa dell’allentamento di alcune misure di contenimento e distanziamento e del verificarsi di alcuni assembramenti, che invece non hanno prodotto alcuna impennata dei contagi.

Nonostante questa gestione contraddittoria della pandemia, continua il clima da caccia alle streghe, con un vero e proprio caos interpretativo, che ha toccato l’acme a proposito del numero di commensali a tavola nei ristoranti al chiuso. Nessuno fino a ieri ci capiva nulla. Ma come, si chiedevano alcuni ristoratori, ora che andiamo verso la zona bianca dobbiamo continuare ad applicare i divieti previsti per la zona gialla oppure in zona bianca è tutto lecito, visto che scompare anche il coprifuoco?

L’assurdità sta nel fatto che nelle abitazioni private ci si può radunare in 20 o 30 senza più divieti e controlli, mentre nei ristoranti al chiuso non si può stare in più di 6 a tavola. E’ quanto è stato deciso ieri, grazie peraltro all’ostinazione delle Regioni e, secondo i bene informati, anche con il gradimento di Palazzo Chigi, che spinge per la ripresa di tutte le attività. Fosse stato, invece, per il Ministro della salute, Roberto Speranza, sarebbe rimasto il limite di 4 persone a tavola. Nessun rispetto, quindi, ancora una volta, per i ristoratori privi di spazi all’esterno, che sono praticamente rimasti chiusi per mesi e fino a tre giorni fa e ora provano a ripartire, tentando di convincere la gente che anche all’interno si può mangiare in sicurezza, soprattutto ora che i contagi vanno speditamente verso livelli irrilevanti. Le perdite accumulate dai ristoratori sono ingenti e questa diffidenza nei loro confronti, acuita dall’allarmismo dell’ala rigorista del governo, mieterà altre vittime in termini di chiusure e fallimenti.

Senza contare l’effetto frenante che tali annunci generano sui turisti d’oltreconfine. Chi verrà in Italia sapendo che anche in zona bianca dovrà comunque misurarsi con questo tipo di divieti? Un turista francese o inglese che avesse già prenotato una settimana di vacanza in Italia in giugno verrebbe comunque, sapendo che deve uscire dal ristorante a una certa ora e non può cenare con una comitiva di amici?

E che ne sarà delle discoteche, le più colpite anche l’anno scorso dall’ossessione da Covid e oggi in attesa di capire come riaprire nel rispetto dei protocolli e di tutte le regole anti-contagio?

Le Regioni nel vertice di ieri con il Governo per stabilire le nuove regole hanno vinto su tutta la linea o quasi, con una sola concessione alla prudenza: in zona bianca nessun limite a tavola al ristorante per chi mangia all'aperto, un massimo di sei persone che possono anche essere di più se appartenenti a due nuclei familiari se invece si sta in un locale al chiuso. Ma si tratta di una restrizione destinata a scomparire il 21 giugno, con il superamento del coprifuoco. Questo è quanto puntualizzano in coro i governatori.

Il Ministro Speranza, d’altra parte, era stato smentito perfino dai suoi sottosegretari, che avevano escluso l’applicazione del numero massimo di 4 commensali a tavola al chiuso nelle zone bianche. Peraltro il Presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli, ha rilanciato chiedendo di abolire il limite di quattro all'esterno anche nelle regioni gialle.

Per il titolare del dicastero della salute non devono essere giorni facili. Non solo la sua linea rigorista viene ormai percepita anche dal premier Draghi come ingombrante per un Paese che vuole ripartire. Si moltiplicano le voci di un possibile allargamento dell’inchiesta di Bergamo per epidemia colposa, che coinvolgerebbe Speranza e anche ex ministri della salute. L’estate, stando agli spifferi che arrivano dalla Procura bergamasca, potrebbe rivelarsi rovente.