Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Cecilia a cura di Ermes Dovico
USA

Violenze contro i pro-life. Kamala Harris soffia sul fuoco

Un nuovo Rapporto del Religious Freedom Institute certifica il numero e la gravità degli assalti vandalici e ribadisce la necessità di decise azioni preventive e punitive da parte del Governo federale. “Permangono le condizioni per il verificarsi di altri attacchi contro entità e persone pro-life per i restanti mesi del 2022 e nel prossimo anno 2023”. E si sollecita l'intervento delle autorità federali. Ma la stessa amministrazione Biden, soprattutto la vicepresidente Kamala Harris, promuovono la lotta contro i pro-life "oscurantisti". 

Vita e bioetica 12_09_2022
Abortisti all'attacco

Non si placano le polemiche e le iniziative pro e contro l’aborto negli Usa. Un nuovo ‘Rapporto’ certifica il numero e la gravità degli assalti vandalici e ribadisce la necessità di decise azioni preventive e punitive da parte del Governo federale. Le ‘paladine dell’aborto’, Pelosi ed Harris, ribadiscono il loro impegno per la liberalizzazione dell’omicidio dell’innocente, i pro life celebrano la ‘Giornata nazionale’ di commemorazione dei bambini abortiti, aumentano gli Stati che vietano o limitano l’aborto, mentre la Corte Suprema sarebbe vicina alla scoperta dei delinquenti che rubarono la bozza di Sentenza Dobbs.

Nel nuovo Rapporto del ‘Religious Freedom Institute’ (RFI), pubblicato il 6 settembre, si quantificano e analizzano i numerosi episodi di violenza contro persone ed enti pro-life negli USA, valutando le denunce presentate da maggio scorso e offrendo raccomandazioni, su come prevenire e perseguire gli atti vandalici e le violenze, ai funzionari di governo. Questa valutazione delle minacce successive alla Sentenza Dobbs, fa parte dell'indagine pluriennale di RFI sugli attacchi criminali alle istituzioni religiose negli Stati Uniti e sulle risposte sorprendentemente passive di Joe Biden, dei funzionari governativi, delle forze dell'ordine e dei media. Dalla fine di maggio 2020, si sono verificati attacchi contro almeno 174 obiettivi cattolici in 38 Stati e nel Distretto di Columbia, tra cui incendi dolosi, profanazioni e deturpazioni, distruzione di proprietà, furti e altri reati statali e federali. L’organizzazione dell’RFI si impegna per ottenere un'ampia accettazione e rispetto della libertà religiosa come diritto umano fondamentale, fonte di benessere individuale e sociale, pietra angolare di una società di successo e motore della sicurezza nazionale e internazionale e collabora con un’ampio gruppo di esperti e associazioni negli Usa e nel mondo intero.

Nella sua analisi conclusiva, si prende atto che “permangono le condizioni per il verificarsi di altri attacchi contro entità e persone pro-life per i restanti mesi del 2022 e nel prossimo anno 2023”. Dalla fuga illegale della ‘bozza di Sentenza’ del maggio scorso e fino alla fine di  agosto 2022, ci sono stati attacchi ad almeno 63 organizzazioni pro-vita, in 26 Stati e nel Distretto di Columbia. "Ventotto delle 63 organizzazioni pro-vita sono religiose”. Il numero di attacchi documentati ai siti cattolici è elevato: in media almeno uno ogni tre giorni dalla fuga di notizie del 2 maggio, secondo la CNA (Catholic News Agency) i atti violenti esplicitamente pro aborto hanno riguardato almeno 32 chiese cattoliche negli Stati Uniti e almeno 50 centri di aiuto alla maternità. L’ultimo in ordine di tempo è il furto del 30 agosto nella Chiesa cattolica di Sant'Andrea Apostolo, (Gibbsboro, New Jersey), della statua di Nostra Signora di Fatima, ritrovata dopo l’arresto dell’autore del furto il 7 settembre.

Le ‘raccomandazioni’ del Rapporto di RFI sono chiare: le organizzazioni pro-vita devono destinare maggiori risorse alla sicurezza e alla formazione del personale, accrescere le relazioni con le forze dell'ordine e aumentare le coperture assicurative; molti degli attacchi sono ‘crimini federali’ e il Governo ha la responsabilità di proteggere e deve agire con decisione per prevenire, indagare e perseguire gli attacchi criminali contro queste istituzioni. A fronte di questa ennesima e triste denuncia, proseguono le dichiarazioni incredibili e ‘violente’ delle due maggiori promotrici del diritto all’omicidio dell’innocente: Nancy Pelosi (Presidente del Congresso) e Kamala Harris (Vice Presidente degli USA). La Pelosi ha recentemente ribadito e accresciuto la sua personale interpretazione del magistero cattolico, durante una tavola rotonda sulla salute riproduttiva al campus di Mission Bay dell'Università della California San Francisco (UCSF): “è peccaminoso ed ingiusto”, restringere e vietare la salute riproduttiva e l’aborto. L’UCSF è una delle principali università pro aborto degli USA, finanzia e gestisce oltre 100 programmi in tutto il Paese, è coinvolta nel prelievo e nella sperimentazione di tessuti fetali, si forniscono seminari e corsi di aggiornamento per l’aborto sino al 9° mese di gravidanza.

Kamala Harris ha fatto di peggio: ha dichiarato il proprio impegno per rendere fruibile l’aborto anche per le bambine (1 agosto); ha ribadito, alla Convention nazionale della Chiesa Battista (8 settembre), come la sua profonda fede cristiana (e quella di Biden) “guidi quotidianamente” anche le le scelte pro aborto, spronando i 2000 pastori a combattere le “tenebre” dei pro life; ha incolpato la Corte Suprema e la Sentenza Dobbs di essere causa delle sofferenze attuali dell’intera nazione, nella intervista dell’11 settembre all’NBC. In tutto questo triste ed incivile squallore politico si ravviva la speranza e centinaia di migliaia di cattolici hanno celebrato il 10 settembre la prima ‘Giornata nazionale di commemorazione dei bambini abortiti’, da quando la Corte Suprema degli Stati Uniti emesso la Sentenza Dobbs, permettendo agli Stati di proteggere nuovamente i bambini non nati. In 213 città di tutti gli Stati Uniti, i pro-life si sono riuniti presso cimiteri e memoriali per ricordare i 64 milioni di bambini, dopo la Sentenza Roe del 1973 (383,460 gli uccisi da Planned Parenthood nel solo 2020). Intanto, mentre aumentano gli Stati che limitano o vietano l’aborto, la Corte Suprema potrebbe presto comunicare la fine dell’indagine sui colpevoli del furto della bozza di Sentenza Dobbs che, da maggio sta provocando violenze e incivili divisioni.