Violenza e oltraggi in chiesa, ma i fedeli reagiscono
Il parroco della chiesa di Sant’Agostino di Canterbury è stato picchiato, minacciato e rapinato, la chiesa derubata e profanata. La comunità dei credenti acccusa il potere politico di omissione nella ricerca dei colpevoli, mentre prega e sfila in segno di protesta.
Bangladesh. Una delle più antiche chiese cattoliche del paese, fondata nel 1893, è stata saccheggiata e violata. La chiesa di Sant’Agostino di Canterbury, che oggi conta 620 parrocchiani, si trova a Dhaka, la capitale.
L’8 febbraio, nelle prime ore del mattino, dei ladri hanno tagliato il filo spinato che circonda la struttura, hanno raggiunto l’edificio in cui dormiva il parroco, padre Chanchal Hubert Pereira, e lo hanno costretto a farli entrare minacciandolo di morte. Lo hanno picchiato e legato, hanno rubato il suo cellulare, il suo computer e denaro per il valore di circa 350 euro. Poi sono entrati in chiesa e hanno rubato le offerte. Non contenti, hanno quindi danneggiato dei paramenti sacri e il tabernacolo, hanno gettato per terra dei testi sacri, un calice e le ostie che vi erano riposte.
Il 12 febbraio più di 200 fedeli, insieme a due sacerdoti e a quattro suore, hanno marciato in silenzio e si sono raccolti in preghiera, vestiti di nero in segno di lutto. Il vice commissario del distretto in cui sorge la chiesa, Navid Kmal, ha visitato la struttura in serata. Al parroco e ai fedeli ha detto che ordinerà di collocare delle telecamere all’ingresso della chiesa e ha assicurato “l’onestà dell’impegno delle forze di sicurezza per la ricerca dei colpevoli”. “Credo invece che si stia evitando di catturare i ladri”, replica Hamanto Corraya, segretario generale della Bangladesh Christian Association, che annuncia una manifestazione di protesta se entro 15 giorni non saranno trovati i responsabili.
In Bangladesh, 41° nell’elenco 2018 dei paesi in cui i cristiani sono più duramente perseguitati redatto dall’organizzazione non governativa OpenDoors, i cristiani sono meno dello 0,3% della popolazione.