Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Leonardo da Porto Maurizio a cura di Ermes Dovico
CONTRO-INCHIESTA

Violare il segreto confessionale: un Fatto immorale

L'inchiesta di Ersilio Mattioni per il mensile de Il Fatto Quotidiano, vuole smascherare (a suo dire) i preti "reazionari", riportando quel che dicono nelle confessioni. Per scoprire cosa? Per scoprire l'ovvio: sacerdoti che rilevano come i fedeli siano disorientati da alcuni aspetti del pontificato. Ma non c'è alcuna istigazione alla disobbedienza. Anzi... L'unico scandalo (vero) è semmai la violazione del segreto confessionale. Ma quello interessa a pochi.

Ecclesia 16_07_2017
Confessionale

Poco meno di trecento chilometri, la distanza percorsa da Ersilio Mattioni, al soldo del Millennium, il mensile de Il Fatto Quotidiano. Per fare che? Per infilarsi dentro i confessionali di Milano e provincia, fingersi un cattolico perplesso nei confronti di papa Francesco e poi scrivere notizie bomba… ma bombe d’acqua. Fossi stata io il direttore, l’avrei lasciato a pane e acqua per un mese; non dico per la dissacrazione – bisognerebbe spiegare a questi fenomeni cosa siano i sacramenti: tempo e fiato sprecati - ma perché tutto sto tempo in giro per riempire nemmeno cinque paginette di niente…! 

E invece il mega-direttore-generale Peter Gomez sarà stato pure contento dei grandi scoop: scoprire che i preti ambrosiani sono così disobbedienti da affermare che il Papa non è infallibile ogni volta che apre bocca, così reazionari da definire una schifezza il bacio pubblico tra due omosessuali e così illegali da confidare che per qualche lavoretto fatto in oratorio ogni tanto danno mance e non le dichiarano al fisco… beh, ci voleva proprio una volpe come il Mattioni! Genesi dell’articolo secondo un proverbio toscano: tutte le mattine si alzano un furbo e un bischero: se si incontrano l’affare è fatto…

Abbiamo raggiunto telefonicamente don Armando Bosani, Parroco di Vanzaghello, il primo della lista. Quando lo chiamo e gli svelo di essere stato destinatario di tante attenzioni, ovviamente non ne sa niente. Perché in terra ambrosiana ci sono ancora parroci che il tempo lo dedicano a Dio e alla anime… Gli spiego la cosa. Risposta: “Sono talmente tanti quelli che vengono a confessarsi e che di frequente manifestano smarrimento e perplessità nei confronti di questo pontificato, anche da fuori parrocchia! Figuriamoci se mi ricordo di uno preciso…”. In effetti sono molti i sacerdoti che da qualche anno registrano la stessa cosa: la gente è sempre più disorientata e persino contrariata da certe dichiarazioni e da certi silenzi che vengono dall’alto e vanno in confessionale per chiedere luce e orientamento. Evidentemente il problema sussiste.

E cosa dice il don di tanto sconcertante a queste pecorelle dubbiose? “Ma niente. Io mi attengo a questa regola generale: andare avanti come si è sempre fatto, insistendo particolarmente su una soda e genuina devozione alla Madonna e sulla partecipazione al Sacrificio eucaristico ben fatto”. Eucaristia e SS. Vergine: come il sogno di don Bosco. Ma poi gli dirà pure qualcosa di più specifico? “Non si può dire che vada tutto bene. Io dico: è vero, ci sono problemi. Attendiamo che vengano chiariti da chi di dovere. Nel frattempo stiamo fermi nella fede di sempre”, quella della nonna Loide e della madre Eunice (cf. 2Tim. 1, 5), per capirci.

Anche a Legnano il Mattioni scova un prete reazionario, che semplicemente esprime la propria preoccupazione che l’invasione di profughi finirà per distruggere la nostra cultura e richiama il nostro dovere di cristiani – ed ancor più dei pastori -  di difendere Cristo come l’unica cosa importante. Ma la nostra volpe fiuta l’eccezionale preda e così decide – parole sue – di “spararne una grossa”: “Tanto i Papi, prima o poi, cambiano. Prima ce n’era uno, quello tedesco, che mi sembrava più rigido su certe cose e mi piaceva”. Risposta sconcertante dell’anziano sacerdote: “Eh, sì, ognuno è fatto a suo modo”. Cosa volete? Per Millennium queste sì che son notizie! Ma si sa che l’importante è dire, scrivere, gonfiare: A chi vusa pusè, la vaca le sua (traduzione per i non milanesi: chi urla di più ha diritto alla vacca).