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la nemesi del premier

Vigile attesa per tutti. Tranne che per Draghi

La nemesi del trivaccinato e greenpassato Draghi: si ritrova positivo dopo aver detto che «il green pass ci garantisce di ritrovarci tra persone che non sono contagiose». E per lui sono pronte anche le diagnosi a distanza di Pregliasco (agli altri medici vietate) che gli consiglia di curarsi con antinfiammatori anche senza sintomi. Com'è che per il premier non vale l'indicazione di "Tachipirina e vigile attesa", tanto difesa dal suo governo, che ha però mandato all'ospedale decine di migliaia di italiani?

Editoriali 20_04_2022

Se non è una nemesi poco ci manca. Di sicuro è la prova che Mario Draghi non ci ha capito molto nemmeno lui sul covid e sul vaccino. O forse ce l’ha raccontata. Come le cronache riportano, il premier è positivo al covid ed ha dovuto rinunciare ad un importante viaggio istituzionale in Africa. Se è positivo, significa che è contagioso, eppure Draghi è tri-vaccinato e “greenpassato”. Ma non era stato lui a pronunciare quella frase ormai scolpita nella sabbia che erigeva un muro invalicabile tra il cittadino con pass e quello senza pass perché non vaccinato? Ricordate?

Era il 22 luglio scorso e Draghi presentava alla stampa lo strumento di discriminazione che ancora oggi ci trasciniamo: «Il Green pass è una misura con la quale i cittadini possono continuare a svolgere attività con la garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose». Una frase, questa, che il tempo si è incaricato di smentire abbondantemente vista l’impennata di contagi anche tra persone bi e trivaccinate (assieme a quella altrettanto cult e smentita: “non ti vaccini, ti ammali, muori”).

Ma era luglio e tante cose si potevano far bere al popolo che accettò senza colpo ferire la panzana sul pass-ferma-contagi a prezzo di uno, due, tre e ora quattro inoculi per poter tornare alla vita.

Oggi Draghi – ci fanno sapere – è positivo, dunque è contagioso e dunque come la mettiamo? Ma non doveva avere la garanzia di non essere contagioso grazie al pass? Invece, se ad un certo punto ha fatto un tampone significa che qualche rapporto con qualcuno, nei giorni prima di scoprire di essere positivo, l’ha intrattenuto. E quindi come la mettiamo con la garanzia di non essere contagioso? Il pass non era sufficientemente garante? La mettiamo che era una panzana data in pasto ai media per convincere l’italiano che il green pass ci avrebbe tenuto al riparo da contagi, virus e malattie varie. Una promessa di elisir di lunga vita che si è svelata invece come una merce taroccata qualsiasi.

Nel frattempo, però, mentre Draghi faceva credere agli italiani che il Green pass ci avrebbe tenuti al riparo dalla trasmissione del virus, i contagi sono aumentati durante l’inverno per poi scendere adesso che siamo in primavera. Indipendentemente dalla carta verde che non ha smesso però di discriminare i cittadini creando tra di loro un solco sempre più profondo.

È un corto circuito quello che vediamo all’opera con la positività di Mario Draghi. Un corto circuito che svela le menzogne clamorose con le quali sono stati gestiti i due anni di pandemia.

Non sappiamo cosa stia facendo il premier nella sua di Città della Pieve mentre è alle prese con un virus dal quale gli auguriamo pronta guarigione. Però qualcuno ha pensato bene di consigliarlo sulla terapia da fare.

Il dottor Fabrizio Pregliasco (in foto), che ancora molti media considerano un genio nonostante frasi al limite del delirio, tipo quella pronunciata nel pieno della prima ondata sui rapporti sessuali con la mascherina oppure la cravatta come ricettacolo di virus, intervistato per l’ennesima volta, ha consigliato al premier di assumere due antinfiammatori nonostante sia asintomatico. A parte la diagnosi a distanza che Pregliasco ha fatto e che evidentemente ci sono medici che possono fare e medici – vedi quelli di Ippocrateorg – che non possono fare, ma, oibò... questa è davvero bella.

«Gli consiglio degli antinfiammatori come l'Asprina per far sì che ci sia un controllo della risposta immunitaria», ha detto a un Giorno da pecora.

Per due anni il ministro della Salute Speranza, che gode ancora della fiducia di Draghi dato che il premier lo ha sempre confermato nel suo incarico, ha portato avanti la guerra alle cure domiciliari, quelle principalmente a base di antinfiammatori e vitamine in presenza di pazienti a o pauci sintomatici al motto di “Tachipirina e vigile attesa”. E con Speranza sono andate a ruota tutte le virostar da salotto tv, tra le quali Pregliasco spicca per presenzialismo, nel dichiarare guerra alle cure degli stregoni, alla lotta alla medicina del fai da te, gridando che il covid non si curava e che quindi se ti andava bene, pace, ma se ti andava male ti toccava andare al pronto soccorso.

Ebbene, guarda caso, non appena ad ammalarsi è stato il capo del governo ecco che per lui è pronta la regola del Marchese del Grillo ("Io so' io e voi...") e sono già pronte due dosi al giorno di antinfiammatorio. Lo stesso antinfiammatorio che è stato negato a decine di migliaia di pazienti, i quali sono stati giorni e giorni in balia di un virus che poi li ha sopraffatti in un letto d’ospedale, dove sono arrivati dopo giorni di mancate cure.

Evidentemente per Draghi la vigile attesa non vale. Ma forse Pregliasco ha finalmente capito, come avevano intuito diversi scienziati, che certi antinfiammatori aiutano a spegnere un incendio che cova sotto la cenere dell’a-sintomatologia perché semplicemente mettono il nostro organismo in condizione di combattere il virus e quindi di accelerare la negativitizzazione.

I professori Fazio e Bellavite, ad esempio, hanno puntato su un antinfiammatorio, come l’indometacina, che ha mostrato buonissime capacità antivirali. Capacità antivirali confermate anche dal professor Remuzzi del Mario Negri, dallo Spallanzani di Roma e da diversi studi. Eppure, non sono mancati in questi mesi gli articoli e le riserve dei soloni su un farmaco che, al contrario dei detrattori, ha dato ottime risposte nella cura precoce del virus.

Quel che è certo è che il virologo ascoltato dalle tv ha suggerito al premier ciò che per anni governo e virostar hanno vietato al popolo, il quale si è dovuto accontentare di Tachipirina e vigile attesa. Sarebbe davvero una nemesi per il premier, la prova provata che la lotta al covid è stata una gigantesca operazione di propaganda pandemista. Che la maggioranza degli italiani però si è sciroppata come un medicamento miracoloso.