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Chiesa cattolica

Vietnam, la carità che disturba il governo

I padri redentoristi da alcuni anni si prendono cura dei veterani di guerra che il governo non assiste. Di recente le autorità hanno però impedito una distribuzione di doni in occasione del Tet

I cristiani, anche in terre ostili dove praticare la fede è difficile, se appena possono svolgono attività caritatevoli. Non sempre però è loro consentito. In Vietnam i padri redentoristi svolgono dal 2013 un programma di assistenza ai veterani disabili. circa 20.000 uomini che hanno combattuto per l’ex Repubblica del Vietnam sconfitta dall’esercito comunista che ha unificato il paese nel 1975 e che nei combattimenti hanno riportato ferite gravi. Il governo li ha praticamente abbandonati. Gran parte di essi vivono di elemosina. Il 2 dicembre era stata organizzata una distribuzione di doni nella provincia di Tien Giang, in occasione del Tet, il Capodanno vietnamita, ma la polizia ha interrotto l’evento e solo i primi dieci arrivati hanno ricevuto i doni. Gli organizzatori si sono quindi spostati in un’altra città, Mu Tho, ma di nuovo le autorità sono intervenute a fermare la distribuzione: “erano poliziotti in uniforme – ha raccontato all’agenzia AsiaNews padre Lê Ngọc Thanh, parroco della chiesa di Sáu Bọng a Cần Thơ – agenti della stradale, addetti alla sicurezza che indossavano maschere e delinquenti. Si sono disposti a gruppi di tre-quattro persone ogni metro della chiesa. Non permettevano ai veterani di sedersi”. I veterani assistiti dai redentoristi sono i superstiti degli oltre 250.000 militari del Vietnam del sud che, dopo la caduta di Saigon, sono stati rinchiusi per ordine del governo comunista in campi cosiddetti di rieducazione. Per la maggior parte sono buddisti o seguono il culto degli antenati. Alcuni però, toccati dalla testimonianza di fede e carità dei padri redetoristi si sono convertiti alla religione cristiana e sono diventati cattolici. In precedenza il programma di assistenza si era svolto senza ostacoli in 13 province.