Vescovi tedeschi fanno quadrato intorno a Kasper
In vista del Sinodo si delineano le posizioni sull'argomento più discusso: la comunione ai divorziati risposati. Anche il cardinale Pell contro orientamenti pastorali che cambierebbero la dottrina, ma i vescovi tedeschi annunciano un documento pro-Kasper.
Il Sinodo straordinario sulla famiglia si avvicina, e il dibattito è aperto. Il Papa ha fatto sapere da tempo che vuole un dibattito franco e libero, confermando tale linea nella scelta di nominare tra i padri sinodali porporati con visioni antitetiche sulla pastorale familiare. A tenere banco è ancora la lunga relazione “di taglio teologico” esposta in concistoro dal cardinale Walter Kasper, lo scorso inverno. Più di due ore impiegate per porre interrogativi sul modo di rispondere alle domande sempre più pressanti che parte dei fedeli cattolici – specie quelli centro e nordeuropei, come è stato acclarato dall’Instrumentum laboris – pongono alla Chiesa. Al centro di tutto, la possibilità di riaccostare all’eucaristia i divorziati risposati. È questo l’elemento che divide più di ogni altro.
Kasper s’appella alla misericordia per salvare chi è vittima di un fallimento, di un naufragio cui il Signore risponde “non offrendo una seconda nave, ma una zattera, un salvagente, il sacramento della penitenza”. E poi, sostiene il teologo tedesco formatosi all’Università di Tubinga, bisogna tenere presente la storia della Chiesa dei primi secoli – più disponibile nei confronti dei “naufraghi” – e soprattutto la prassi da tempo attiva nella Chiesa ortodossa, che ammette nuove nozze benedette dopo un periodo di penitenza.
Tesi che cinque porporati, tre professori e un arcivescovo (non uno qualunque, ma il gesuita Cyril Vasil, segretario della Congregazione per le chiese orientali) smontano pezzo per pezzo nel libro “Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica” (Cantagalli). I testi, in larga parte già noti, sono firmati dai cardinali Carlo Caffarra, Velasio De Paolis, Walter Brandmüller, Raymond Leo Burke e – soprattutto – da Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede. Nell’introduzione all’edizione italiana, il curatore padre Robert Dodaro, preside dell’Istituto patristico Augustinianum di Roma, scrive che «gli autori di questo volume sono uniti nel sostenere fermamente che il Nuovo Testamento ci mostra Cristo che proibisce senza ambiguità divorzio e successive nuove nozze sulla base del piano originale di Dio sul matrimonio disposto da Dio nella Genesi». E questo nonostante Kasper avesse richiamato più volte l’esempio della Chiesa antica, più permissiva sul divorzio.
Una posizione, quella contenuta nel libro, che trova appoggi anche oltreoceano, soprattutto nell’America settentrionale. Il vaticanista del Boston Globe, John Allen, sul Foglio, faceva notare che tra le eminenze canadesi e statunitensi “c’è un’opposizione abbastanza netta a ogni cambio delle norme correnti”, benché nel complesso del corpo episcopale le posizioni siano più variegate. Il cardinale Timothy Dolan, parlando del riaccostamento dei divorziati risposati alla comunione, ha di recente spiegato di non comprendere “come potrebbe esserci un cambiamento drammatico senza andare contro l’insegnamento della Chiesa”. Sulla stessa linea anche il cardinale Thomas Collins, arcivescovo di Toronto, e Sean O’Malley, che lo scorso febbraio chiariva di non vedere “alcuna giustificazione teologica per cambiare l’atteggiamento della Chiesa” su questo argomento, anche perché “la Chiesa non può cambiare le sue posizioni a seconda dei tempi”.
Inoltre, l’ultimo numero di Communio, la rivista fondata da Urs von Balthasar, Henri de Lubac e Joseph Ratzinger, è interamente dedicato al tema del matrimonio. Anche in questo caso, i saggi sono firmati da personalità di assoluto rilievo, tra cui i cardinali Angelo Scola e Marc Ouellet. Quest’ultimo, già nell’incipit del suo scritto, sottolinea che “le nuove aperture per un approccio pastorale basato sulla misericordia devono concretizzarsi nella continuità della tradizione dottrinale della Chiesa, che è essa stessa un’espressione della divina misericordia”.
L’arcivescovo di Milano ricorda che “la dimensione nuziale propria di ogni forma d’amore è il punto di partenza per indirizzare cambiamenti pastorali che abbiano a che fare con il matrimonio e la famiglia”. Ultimo a rendere noto il suo punto di vista riguardo la questione più controversa del Sinodo è stato il cardinale George Pell, colui che Francesco ha chiamato a Roma per affidargli la delicata segreteria per l’Economia. Il porporato australiano ha fatto sapere che “non si può mantenere l’indissolubilità del matrimonio consentendo ai divorziati risposati di ricevere la comunione”.
Sul fronte opposto, però, le repliche non mancano. Se il cardinale Walter Kasper ha ribadito ancora pochi giorni fa la sua posizione aperturista, a dargli man forte è arrivata una delegazione di vescovi tedeschi guidata I vescovi tedeschi annunciada mons. Franz-Josef Bode, pastore di Osnabrück, giunta a Roma il mese scorso per far sapere al cardinale Müller che la maggioranza dei presuli di Germania la pensa come Kasper. A rivelare i dettagli dell’incontro, svoltosi comunque “in una buona atmosfera”, è stato il cardinale Reinhard Marx, capo della conferenza episcopale tedesca. Marx, che già all’indomani del concistoro dello scorso inverno aveva auspicato che la discussione sulle materie oggetto del Sinodo fosse aperta anche al contributo di teologi e laici, ha fatto sapere che a ottobre porterà a Roma, in Assemblea, un documento dell’episcopato da lui presieduto a sostegno dell’orientamento esposto dal presidente emerito del Pontificio consiglio per la Promozione dell’Unità dei cristiani. In calce, ha aggiunto l’arcivescovo di Monaco e Frisinga, saranno ben visibili tutte le firme degli aderenti.