Veritatis Splendor, capire il bene, il male e la libertà
Compie 25 anni la Veritatis Splendor di San GIovanni Paolo II. Un libro la riscopre per riaffermare la distizione tra il bene e il male e ciò che è da considerare male intrinsecamente, a prescindere dalle situazioni concrete in cui l’atto viene compiuto. Intervista al teologo padre Kopiec.
Se la verità non è salda ed oggettiva, allora veramente tutto è permesso, tutto è possibile, tutto è giustificabile. A 25 anni di distanza dalla Veritatis Splendor di San Giovanni Paolo II questo è ancora più evidente. Un teologo francescano polacco Maksym Adam Kopiec ha dato alle stampe il libro Non abbiate paura della verità. Giovanni Paolo II e la Veritatis Splendor (2018 Chorabooks), un testo che si apre con una bella lettera del Cardinal Joseph Zen in cui il porporato ricorda che "sovente le tenebre della confusione tentano di offuscare lo splendore della verità, oggi come 25 anni or sono".
Padre Kopiec appartiene all'ordine francescano ed è insegnante presso la Pontificia Universitas Antonianum. Autore di vari libri di teologia fondamentale e spiritualità, non si è mai tirato indietro quando ha avuto il sentore che i diritti della verità venissero calpestati. Come si evince da questa intervista con la Nuova BQ.
Padre Kopiec, perché ricordare la Veritatis Splendor dopo 25 anni?
Perché risulta essere una Enciclica attuale, adatta alle esigenze degli uomini di oggi e capace di dare risposte a quei problemi che, dopo 25 anni, non solo non sono stati risolti, ma anzi sembrano portare sempre di più verso la deriva esistenziale ed alimentare la confusione, il relativismo ed anche il qualunquismo.
Cosa l’ha spinta a scrivere il su libro?
Sono molto turbato dal fatto che sia nella società che nella Chiesa, sembra non esserci più alcun punto fermo, sembra che ogni decisione, ogni scelta sia uguale alle tante altre che si potrebbero effettuare, che non ci sia più distinzione tra il bene e il male, che tutto possa essere giustificato, compreso, perdonato, in nome di una misericordia che dimentica di avere come gemella la giustizia. Ritengo che il discernimento, oggi tanto auspicato sia prezioso, che ci si debba sempre porre degli interrogativi prima di assumere delle decisioni, ma solo alla luce dei punti fermi, degli insegnamenti che la Madre Chiesa ha da sempre tramandato, rispettando la Tradizione Apostolica e il Depositum fidei. Ho ritenuto che riportare l’attenzione sui contenuti della Veritatis Splendor, spesso criticata, messa da parte, se non dimenticata, possa essere di aiuto per tutti a rimettersi in cammino alla luce della Verità, abbandonando la confusione.
Quali sono i punti della Veritatis Splendor che le sembrano più dimenticati?
Come dicevo poco fa, mi sembra che tutta l’Enciclica sia bypassata. Senz’altro il punto più dimenticato di oggi è la distinzione tra il bene e il male, tra ciò che è da considerare male intrinsecamente, a prescindere dalle situazioni concrete in cui l’atto viene compiuto. Ma non è secondario il problema legato alla libertà, in nome della quale oggi vengono commessi soprusi e violenze mostruose. E’ necessario tornare a riflettere sul vero significato della libertà, per evitare che diventi libertinismo sfrenato e magari anche giustificato. Infine mi sembra indispensabile affrontare il tema del ruolo della Chiesa nella società. La Chiesa, come anche affermato dal Concilio Vaticano II si pone “in ascolto dei tempi”, ma non deve adeguarsi alle tendenze, alle mode del momento, a ciò che di passeggero e deviante c’è nella società. La Chiesa deve continuare ad essere lo strumento che per eccellenza riflette la Luce della Verità che appartiene al Suo Signore Gesù.
Nel titolo del suo libro e dell'enciclica c’è la parola “verità”. Non le sembra un termine oggi in grande crisi?
Si. Certamente il termine verità è in grande crisi. Il relativismo ha preso definitivamente il sopravvento, ha fagocitato tutte le certezze e lasciato svuotato non solo il significato del termine, ma l’uomo stesso. Ad esempio, l’atto sessuale innaturale e immorale da sempre definito sodomitico, oggi è giustificato e si cerca di farlo passare anche come “cosa buona”, mentre è contrario agli insegnamenti biblici; oppure continuiamo a sostenere che il matrimonio è indissolubile, ma cerchiamo e convalidiamo una infinità di motivi per renderlo “solubile”, non tenendo conto che l’alleanza stipulata tra Dio e noi nel sacramento del matrimonio, può anche essere sciolta agli occhi degli uomini, ma non di Dio che è sempre fedele. E poi ci sarebbe da affrontare il doloroso problema dell’Eucarestia. Con la scusa che si ricorre a termini difficili da capire e da pronunciare, come “consustanziazione” e “transustanziazione”, si finisce per confondere la presenza reale di Gesù in corpo e sangue nell’ostia consacrata, dalla presenza “ideale”, non effettiva come credono i protestanti. Questa confusione, sta permettendo che non si sappia più chi debba o meno ricevere la Santa Eucarestia. In ogni caso, possiamo dire che è in crisi il termine “verità”, ma non la “Verità” con l’iniziale maiuscola, che è una Persona concreta, Gesù ed è irrinunciabile.
Il suo è un libro per specialisti o è accessibile a tutti?
Ritengo che sia un libro accessibile a tutti coloro che vogliono conoscere, sapere, interrogarsi, come d’altra parte è accessibile a tutti l’Enciclica Veritatis Splendor. Il libro ha l’unica pretesa di essere una specie di guida nella lettura dell’Enciclica. In alcuni punti, si può trovare un linguaggio più tecnico, più per esperti, ma comunque comprensibile e, come ho già detto, può essere letto da tutti e risultare una preziosa guida.