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Presidenza contesa

Venezuela al bivio: oggi giurano sia González sia il golpista Maduro

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In una Caracas militarizzata, oggi Maduro giurerà in parlamento come presidente del Venezuela. Ma è atteso anche l’arrivo nella capitale e il giuramento del leader dell’opposizione e presidente legittimo González, su cui il regime socialista ha emesso un mandato di cattura. Ieri, arrestata Maria C. Machado, poi liberata.

Esteri 10_01_2025
Proteste a Caracas contro Maduro, 9 gen 2025 (Ap via LaPresse)

Oggi, venerdì 10 gennaio, il parlamento venezuelano, controllato dal partito bolivariano e socialcomunista, ospiterà la cerimonia di giuramento di Nicolás Maduro. Ma allo stesso tempo è atteso il giuramento del candidato presidente, Edmundo González Urrutia, che ha ottenuto la gran maggioranza dei voti regolarmente espressi dai cittadini lo scorso luglio. Ieri ci sono state partecipatissime manifestazioni di cittadini e oppositori in molte città del Paese, nonostante la minacciosa presenza dell’esercito, della polizia e di bande di incappucciati con la camicia rossa: in particolare, nella manifestazione di Caracas è stata arrestata e, dopo poche ore, liberata la leader Maria Corina Machado, l’anima delle opposizioni e delle proteste che ha guidato i dissidenti da luoghi segreti del Paese. Sempre a Caracas c’è stata una manifestazione del Partito Socialista Unito del Venezuela e delle oligarchie che sostengono Maduro.

La proclamazione della vittoria di Maduro ha ricevuto diverse valutazioni negative per le violazioni elettorali compiute dal regime socialista, ultima la relazione finale della Commissione Interamericana dei Diritti Umani. La Chiesa cattolica venezuelana ha chiesto il rispetto della volontà dei venezuelani espressa nelle recenti elezioni presidenziali: «Come abbiamo già detto, il popolo venezuelano, nell'esercizio della sovranità garantita dalla Costituzione (...) ha espresso, con la sua partecipazione e il suo voto nelle elezioni presidenziali del 28 luglio, la sua chiara e decisiva scelta per la democrazia. Questa decisione deve essere rispettata», hanno detto i vescovi in una dichiarazione diffusa sui loro profili social, mentre gli oppositori manifestavano davanti alla loro sede nel quartiere di Montalbán, nella parte occidentale di Caracas.

Maduro vuole giurare come presidente per consolidare il potere oppressivo instaurato nel Paese da quasi 12 anni di mandato ininterrotto, a scapito del benessere economico, del rispetto minimo dei diritti umani, delle continue violazioni delle fondamentali regole democratiche e della libertà. González, da parte sua, da tempo ha dichiarato che sarà presente a Caracas oggi, giurerà sulla Costituzione e verrà proclamato presidente del Paese, dopo il voto popolare ampiamente a suo favore.

Ieri, come accennato, si sono svolte perlomeno due grandi e diverse manifestazioni. L’una organizzata e garantita da apparato di polizia, esercito e militanti prezzolati del partito di Maduro, a sostegno dell’usurpatore al potere. L’altra o, meglio, le altre, dell’opposizione, si sono svolte in diverse città venezuelane, oltre alla capitale Caracas, e anche in diverse capitali del continente americano ed europeo, dopo essere state convocate da settimane dalla Machado. La leader delle opposizioni è stata violentemente intercettata mentre si muoveva in motocicletta dalla manifestazione di Chacao e il Ministero della Comunicazione della dittatura venezuelana ha diffuso un video in cui la Machado dice di essere stata inseguita; ad ogni modo, è stata liberata dopo poche ore, a seguito anche delle proteste a livello internazionale. Migliaia di cittadini sono scesi nelle piazze di molte città del Venezuela a protestare contro Maduro.

González Urrutia dovrebbe arrivare oggi nel Paese; da diversi giorni partecipa ad incontri con rappresentanti dei Paesi democratici del Centro America e l’8 gennaio ha concluso una visita a Washington, durante la quale ha incontrato politici e funzionari dell'amministrazione uscente a guida Biden e di quella entrante a guida Trump, dai quali ha ricevuto pieno appoggio e riconoscimento.

Sul legittimo presidente del Venezuela, il regime di Maduro ha emesso un mandato di cattura e una ‘taglia’ di 100.000 dollari per chiunque darà informazioni utili alla cattura stessa. Oggi, per il suo giuramento presidenziale, González Urrutia dovrebbe essere accompagnato in Venezuela da diversi ex presidenti di Paesi latinoamericani, tra cui l’ex presidente colombiano Andrés Pastrana, Mario Abdo Benítez (Paraguay), Vicente Fox e Felipe Calderón (Messico), Mireya Moscoso e Ernesto Pérez Balladares (Panama) e Jamil Mahuad (Ecuador). Nel tentativo di intimorire le opposizioni, ieri Maduro e il suo terribile ministro della sicurezza interna Diosdado Cabello hanno emesso ordini di cattura con tanto di cartelli affissi in tutta la capitale e nelle più importanti città del Paese, contro gli ex presidenti delle repubbliche latinoamericane che riconoscono González quale presidente e che dovrebbero accompagnarlo appunto oggi a Caracas.

Da un paio di giorni le strade di Caracas sono militarizzate. Sono stati attivati i cosiddetti Organi di direzione integrale (Odis), una struttura che accentra il potere politico, le forze armate, la Milizia Nazionale Bolivariana, le forze di polizia e i gruppi comunitari, con il pretesto di “difendere la pace” nei giorni che precedono il 10 gennaio. Intanto si contano centinaia di arresti indiscriminati di presunti terroristi e mercenari, oppositori del regime, ex candidati dell’opposizione e persino familiari di González, al punto che persino l'Ufficio dell’Onu a Caracas e il “taciturno” segretario generale dell’Onu Antonio Guterres hanno dovuto denunciare retate e arresti politicamente motivati e ribadire che «tutti hanno il diritto alla libertà di espressione, compreso il diritto di avere opinioni senza interferenze, così come il diritto di riunirsi pacificamente».

Oggi si terrà dunque il giuramento del nuovo presidente del Venezuela: si apprestano a giurare sia Edmundo González Urrutia, legittimamente eletto, sia il dittatore e golpista Nicolás Maduro. La situazione è tesissima dopo l’arresto e la rapida liberazione della Machado. Da oggi non sono ammesse altre titubanze da parte dell’Unione Europea, né da ciascuno dei Paesi membri: tutti sono chiamati a riconoscere González come unico e legittimo presidente del Venezuela e a sostenere il popolo venezuelano che vuole liberarsi dall'oppressione di Maduro.



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