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BATTAGLIE PROGRESSISTE

Vendola e utero in affitto, la via comunista alla schiavitù

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In un'intervista al Corriere della Sera, l'ex Governatore della Puglia spara a zero contro la proposta di rendere l'utero in affitto un "reato universale" e addirittura propone l'utero in comodato d'uso. Capovolgendo la realtà a suo uso e consumo.

Editoriali 17_04_2023
Nicki Vendola

Abbiamo capito tutti che, in Italia, la battaglia attuale della sinistra si chiama utero in affitto. Un giorno sì e l’altro pure sui media e sui social c’è qualcuno che polemizza sull’argomento. Il 15 aprile scorso è toccato a Nichi Vendola sul Corsera. Un’intervista in cui l’ex politico ha dato prova come gli esponenti del pensiero progressista vivano su Alfa Centauri.

Vendola insieme al suo compagno Ed Testa nel 2016 acquistò un bebè in California tramite maternità surrogata. Il giornalista Claudio Bozza chiede a Vendola cosa pensa dell’intenzione del governo di dichiarare la pratica dell’utero in affitto reato universale. “Ma del bambino poi che farebbero? – risponde l’ex governatore della regione Puglia - Lo renderebbero orfano nel nome dei suoi diritti?”.

In primo luogo non è il governo a rendere orfani questi bambini, ma è la pratica della maternità surrogata a renderli tali perché, qualora nessuno dei due richiedenti avesse fornito i propri gameti, questo bambino verrà strappato ai suoi genitori biologici e cresciuto da estranei.
In secondo luogo se le persone come Vendola non si fossero avvalse dell’utero in affitto, lo Stato, qualora punisse anche la pratica avvenuta al di fuori dei confini nazionali, non sarebbe costretto a dare in adozione i bambini. Lo Stato proverebbe solo a mettere una pezza che non ci sarebbe stata se nessuno avesse praticato un buco.

Ma proseguiamo. Vendola si dice “incredulo dinanzi a questa bolla ideologica e al suo grave profilo di incostituzionalità”. E perché dovrebbe essere incostituzionale vietare una pratica che schiavizza le donne, crea orfani e favorisce l’omogenitorialità vietata dal nostro ordinamento? Ancora Vendola (che non ne azzecca una): “La destra vuole definire ‘crimine universale’ una pratica che in gran parte del mondo è legale”. La cosa tragicomica sta nel fatto che il Corriere, per avvalorare le parole di Vendola, linka ad un proprio articolo dove si illustra in quali paesi la pratica è legale. Un vero autogol. Infatti sono solo 6 i paesi dove la pratica è legale, a cui si aggiungono 4 paesi dove non è vietata né regolamentata. Dunque, ad essere buoni, 10 paesi su 195 nazioni nel mondo.  Poco più del 5% e Vendola ha il coraggio di dichiarare che questa pratica “in gran parte del mondo è legale”? Un requiem per il pudore.

Nicola Maria Vendola insiste: “Cosa significa renderla un ‘reato universale’? Non sarebbe più saggio e più realistico regolamentarla solo come pratica solidale ed altruistica, così eliminando a monte il rischio dello sfruttamento delle donne più povere?”. È il solito rimedio del pensiero radicale: una condotta è reato perché lede la dignità della persona e noi dichiariamo quella condotta legittima così non intacca più la sua dignità. L’uovo di Colombo, anzi l’ovocita di Vendola. Inoltre quest’ultimo non ha compreso che anche se la pratica fosse gratuita, la donna che fornisse l’utero per dare dei figli ad altri getterebbe ugualmente nella spazzatura la propria dignità, perché si farebbe comunque schiava. Io mi posso svilire anche gratis. Inoltre, anche se fosse un gesto di liberalità, il bambino da oggetto acquistato finirebbe per essere pacco dono, ma sempre di pacco si tratterrebbe. Dunque la mercificazione di donna e bambino rimarrebbe intatta anche se non ci fosse scambio di denaro.

Infine è stupefacente, ma davvero stupefacente, che Vendola chieda un utero non più in affitto ma in comodato d’uso, ossia senza compravendita dei servizi offerti dalla donna gestante, quando lui per primo ha pagato per portarsi a casa Tobia. È lo stesso Vendola ad ammetterlo nell’intervista quando gli viene chiesto quanto ha dovuto sborsare a favore di Sharline, la locatrice dell’utero: “Il ristoro di un anno di lavoro mancato per Sharline. […] Il guadagno che lei cercava era starsene a casa con i suoi bambini per un anno senza lavorare”. Quindi qualche decina di migliaia di dollari. I malevoli potrebbe commentare che quelli di sinistra una volta si battevano contro lo sfruttamento dei lavoratori, ora li sfruttano.

Infine Vendola ha aggiunto che lui e il compagno hanno spiegato a Tobia come è finito in quella casa raccontandogli l’episodio occorso nello zoo di New York dove un pinguino maschio ha covato un uovo – pratica usuale per il pinguino imperatore (ma gli uomini non sono pinguini, nè ovipari) – e così poi è nato un piccolo pinguino. La morale della favola che Vendola avrebbe dovuto raccontare a Tobia è la seguente: è vietato il commercio dei pinguini, invece in alcuni paesi è permesso il commercio dei bambini.

I quali bambini non solo, in buona parte dei casi, si porteranno addosso per sempre il trauma di essere venuti al mondo non grazie alla loro madre bensì ad una intermediaria, ma anche di essere stati strappati dai loro genitori biologici. Più altri traumi in omaggio. Ad esempio il piccolo Tobia, a 6 anni, ha fatto il paggetto al matrimonio della donna che ha fornito l’ovocita. Dunque ha partecipato al matrimonio di sua madre, figurando però come figlio del 64enne Vendola e del compagno. Disordine chiama disordine.