MOSTRE
Van Gogh e i suoi maestri
Dopo ventidue anni di assenza Vincent Van Gogh torna a Roma in una mostra che indaga le molteplici sfaccettature di questa complessa personalità...
Bel Vedere
11_12_2010
Uomo colto, ambizioso, raffinato e talvolta altezzoso. Sicuramente impetuoso ma non solo folle, anche se i più riconoscono nella sua instabilità mentale l’origine del suo genio artistico. Dopo ventidue anni di assenza Vincent Van Gogh torna a Roma in una mostra che indaga le molteplici sfaccettature di questa complessa personalità. A cominciare dalla profonda cultura e dalla conoscenza dei maestri del passato dovuta in parte ad una memoria visiva fuori dal comune che gli consentiva di ricordare a lungo e con precisione i dettagli delle immagini sulle quali si soffermava.
E puntuali citazioni di diversi artisti, primi fra tutti Millet, il “père” Millet, sono visibili nelle opere di Van Gogh che arriva al Vittoriano accompagnato anche da colleghi contemporanei, studiati con lo stesso interesse. Dal confronto tra gli oltre 70 lavori dell’olandese - forse non i più famosi ma senz’altro significativi - in prestito da prestigiosi musei di tutto il mondo, e i 40 dipinti dei maestri da cui trasse ispirazione, tra cui Pissarro, Cézanne, Gauguin e Seurat, si evince un’ulteriore sua inclinazione che di fatto costituisce il filo conduttore dell’esposizione romana.
Nei dipinti, negli acquarelli e nei disegni si susseguono, infatti, paesaggi rurali e vedute cittadine, dimostrando un’identica predisposizione dell’artista per questi soggetti apparentemente contraddittori. Frequentemente Van Gogh alterna rappresentazioni della vita di campagna, percepita come luogo senza tempo e depositario di valori eterni, a scorci di città, siano essi sobborghi industriali o ritrovi mondani, epicentri, viceversa, di una continua e vitale trasformazione.
Un’indagine che inizia con i compagni della Scuola dell’Aja in Olanda e che prosegue con i “rivoluzionari” impressionisti a Parigi, e poi nel sud della Francia, fino ad arrivare alla definizione di uno stile personale che fonde le due esperienze e produce i meravigliosi paesaggi vibranti, traboccanti, di luce. L’amore per la campagna e l’attrazione per la città nel percorso romano si rendono visibili anche negli studi di figure umane: contadini e gentiluomini, idealizzati i primi, moderni i secondi. Una dicotomia che si riversa, dunque, anche nel ritratto e nell’autoritratto assumendo lo stesso artista nei suoi dipinti diversi ruoli. Van Gogh, però, non dipinge mai semplicemente ciò che vede: prendendo sempre spunto dalla realtà, a cui guarda con appassionata attenzione, attraverso un’incredibile tecnica pittorica e uno straordinario uso del colore, egli costruisce le immagini con deliberate composizioni affinché l’osservatore veda ciò che l’artista vuole fargli vedere.
VINCENT VAN GOGH
Campagna senza tempo - città moderna
Roma, Complesso del Vittoriano fino al 6 febbraio 2011
Orario: da lunedì a giovedì 9.30 – 19.30; venerdì e sabato 9.30 – 22.30; domenica 9.30 – 20.30 Ingresso: intero € 12,50; ridotto € 8,50 info: 06/6780664