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L'ANALISI

Vaccini, il garante ascolta i minori solo se fa comodo

I genitori devono ascoltare i propri figli non solo, come chiede la Garante, quando vogliono vaccinarsi, ma anche quando non lo vogliono. Se vogliamo riferirci alla legge non lo possiamo fare a senso unico, non la possiamo richiamare solo quando fa comodo per appoggiare le nostre posizioni. Considerazione sull'errata valutazione della Garante per i minori sulla vaccinazione e l'esclusione dalle attività sportive. 

Vita e bioetica 22_02_2022

Il 15 febbraio scorso Carla Garlatti, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, ha scritto una lettera aperta: “Negli ultimi giorni sono arrivate all’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza diverse segnalazioni da parte di genitori che lamentano la discriminazione dei propri figli non vaccinati nell’esercizio dei diritti all’istruzione, allo sport, allo svago e alla cultura. Premesso che, allo stato, per disposizione di legge, per svolgere alcune di queste attività è necessario possedere il green pass rafforzato, è evidente che l’esclusione è l’inevitabile effetto di una scelta operata dagli stessi genitori”.

A ben vedere la discriminazione è forse operata dal governo, non tanto dai genitori. La vaccinazione non è sempre un bene e non è sempre un male. Occorre valutare caso per caso, così come per ogni terapia o profilassi, a maggior ragione quando ci riferiamo ad un vaccino sperimentale. Perciò una vaccinazione coattiva e a tappeto, quindi indiscriminata, può condurre alla discriminazione sul piano sociale, per non parlare di possibili ricadute negative sul piano della salute del singolo a medio e a lungo periodo, pur avendo in ipotesi effetti positivi sul piano pubblico. In buona sostanza e soprattutto per i minori sarebbe stato meglio demandare la decisione ai genitori, sentiti i figli, e dopo aver ascoltato il parere del medico. Così come sempre si è fatto (lo stato emergenziale non permette di scavalcare queste obiezioni).

La Garlatti così prosegue: “Non mi esprimo su queste scelte, né su quelle a carattere sanitario attinenti alla salute pubblica frutto di una valutazione degli esperti del Comitato tecnico scientifico”. L’Autorità per l’infanzia non si esprime sull’opportunità o meno del Green Pass rafforzato sui minori e quindi, almeno apparentemente, sulla necessità di vaccinarsi per tutelare la propria salute e per accedere ad alcune attività. “È invece mio compito – continua la Garlatti – guardare alla questione dal punto di vista dei minorenni. Per questo chiedo ai genitori di ascoltare i loro figli a proposito della volontà di vaccinarsi. Perché, come previsto dalla legge 219 del 2017, il consenso al trattamento sanitario del minorenne va espresso dai genitori tendendo conto della sua volontà in relazione all’età e al grado di maturità. Infatti tanti ragazzi ci stanno scrivendo, mossi dal desiderio di maggior libertà e di tutela della loro salute e di quella altrui, chiedendoci cosa devono fare per vaccinarsi quando i loro genitori non sono d’accordo”.

Dunque la Garlatti non vuole sindacare sulla bontà o meno del Green Pass e dei vaccini, dato che non sono materie di sua competenza, ma vuole mettere l’accento sulla libertà di decidere che hanno i ragazzi, soprattutto quelli più grandi. Però la Garlatti mette l’accento su tale libertà solo quando si orienta alla vaccinazione e dunque, alla fine, esprime eccome una valutazione di carattere sanitario sui vaccini.

Questo avviene perchè l’Autorità garante per l’infanzia e per l’adolescenza è un ente di diritto pubblico e quindi, comprensibilmente, non poteva che, sui vaccini, cantare la stessa musica cantata dal governo. Detto ciò, però ci vengono in mente due rapide riflessioni.

La prima: siamo certi che la Garante per l’infanzia debba dare voce a tutti i minori, quindi anche a coloro che non vogliono vaccinarsi contro il volere dei genitori. Altrimenti, tanto per rimanere in tema, li si discrimina. Se i ragazzi devono essere ascoltati, devono essere ascoltati tutti.

In secondo luogo, proprio appellandoci alla legge 219, la stessa citata dalla Autorità (e la stessa che ha introdotto l’eutanasia, anche sui minori, nel nostro Paese), i genitori, pur avendo loro l’ultima parola, devono ascoltare i propri figli non solo, come chiede la Garante, quando vogliono vaccinarsi, ma anche quando non lo vogliono. Insomma se vogliamo riferirci alla legge non lo possiamo fare a senso unico, non la possiamo richiamare solo quando fa comodo per appoggiare le nostre posizioni.