«Vaccinarsi è un dovere», Mattarella dixit
La preoccupazione economica per il dopo-pandemia sullo sfondo di una possibile crisi di governo è stata al centro del discorso di fine anno in tv del Capo dello Stato. Ma il passaggio certamente più forte e discutibile riguarda il richiamo al dovere di vaccinarsi, cosa che lui - ha annunciato - farà prima possibile.
Luci e ombre nell’ultimo messaggio televisivo di fine anno prima del semestre bianco del Capo dello Stato, che ha tentato di parlare al cuore degli italiani per tentare di trasmettere speranza, senza negare però le criticità del momento.
Alle 20,30 di ieri, a reti unificate, Sergio Mattarella ha detto cose assai prevedibili e abbondantemente annunciate dalle anticipazioni di stampa che si sono susseguite per l'intera giornata. Il Capo dello Stato non poteva che incentrare gran parte delle sue parole sul disastro sanitario del Covid e sui riflessi che esso sta avendo sulla vita del Paese.
Sullo sfondo la probabile crisi di governo, dagli esiti alquanto incerti. Rimane però in sospeso l’illegittimità dell’attuale Parlamento, sfiduciato da un referendum che ha ridotto il numero dei senatori e dei deputati. Sono quindi in tanti i costituzionalisti che auspicano la fine anticipata della legislatura per consentire ad un nuovo Parlamento con composizione ridotta di eleggere il successore di Sergio Mattarella. Una criticità giuridica alla quale il Capo dello Stato non ha fatto minimamente riferimento ieri sera.
Ma veniamo alle parole dell'inquilino del Quirinale pronunciate in TV. Tre i concetti chiave espressi da Mattarella. Il primo è che le macerie lasciate dalla pandemia dovranno essere affrontate da una comunità coesa dominata da "costruttori" e non da disfattisti. È un invito implicito a superare le divergenze politiche e a evitare la crisi di governo che potrebbe scoppiare al buio e senza una soluzione alternativa pronta. Il Capo dello Stato non lo dice ma teme che la situazione possa sfuggire di mano e condurre il paese ad elezioni anticipate che secondo lui in questo momento non avrebbero alcun senso e ritarderebbero l'uscita dalla pandemia. Al fine di sgombrare il campo da dietrologie, Mattarella si è affrettato a chiarire che questo è il suo ultimo anno da presidente, ma non si dimentichi che neppure il suo predecessore Giorgio Napolitano, nel discorso conclusivo del suo settennato, aveva minimamente adombrato la possibilità di prolungare la sua permanenza al Quirinale. E poi ricordiamo bene quello che è successo con un altro biennio di sua Presidenza della Repubblica.
Stando ai rumors più accreditati, l'attuale Presidente sarebbe stanco e vorrebbe ritirarsi, ma se non ci fosse una soluzione alternativa non è escluso che i partiti gli possano chiedere di fermarsi ancora un po' sul Colle per completare la ricostruzione post pandemia che verosimilmente durerà diversi anni.
Secondo concetto espresso con fermezza da Mattarella riguarda l'affidabilità del vaccino. Lui ha già assicurato che lo farà prima possibile e ha chiaramente detto, rivolto alla telecamera, che "è un dovere morale vaccinarsi, soprattutto per alcune categorie a rischio". Una frase che non mancherà di suscitare riserve da parte di chi, legittimamente, esprime qualche riserva sull'efficacia e l'affidabilità del vaccino e vorrebbe aspettare ancora un po' di tempo per capire se i farmaci possano rappresentare una valida alternativa.
Terzo concetto fondamentale espresso da Mattarella riguarda la delicatezza della situazione economica, che richiede correttivi urgenti e mirati. Un modo elegante per bocciare la politica dei sussidi e delle mancette a pioggia che non creano sviluppo ma ritardano soltanto la risoluzione dei gravi problemi socio-economici creati dalla pandemia e dai prolungati lookdown.
Ma neppure ieri è mancata la polemica politica se è vero che nel pomeriggio il premier Giuseppe Conte su Facebook ha scritto un messaggio augurale agli italiani ringraziandoli del senso di responsabilità dimostrato durante la pandemia e quindi in qualche modo giocando d'anticipo sulle parole del Presidente della Repubblica.
Una piccola gaffe istituzionale che non ha mancato di suscitare polemiche negli ambienti quirinalizi e di indispettire probabilmente lo stesso Mattarella, che certamente non farà il tifo per Conte nell'eventuale crisi di governo e non impedirà eventuali cambi di guida a Palazzo Chigi espressi dalle forze di maggioranza. Da questo punto di vista il mese di gennaio sarà certamente decisivo per capire le sorti dell'attuale governo e della legislatura.