Usa, il voto cattolico mobilitato contro la deriva woke
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Se nel 2020 gli elettori cattolici erano "assorbiti" equamente tra i due campi, quest'anno si sono schierati in maggioranza per Trump. Uno spostamento a destra per scongiurare l'offensiva ideologica di una eventuale amministrazione Harris.
Secondo alcuni calcoli, l’elettorato cattolico ha fatto la differenza nella recente clamorosa vittoria che ha riportato Donald J. Trump alla Casa Bianca. Sono 52 milioni i cattolici in età di voto negli USA, la più grossa denominazione cristiana del Paese, rappresentando il 22 per cento dell’elettorato. Finora però non era mai stato un blocco caratterizzato in un modo o nell’altro, tant’è vero che si diceva che un “voto cattolico” neanche esistesse. Nel 2020 il voto era andato metà per uno ai due contendenti, 50 per cento per Trump, 49 per cento per (il cattolico) Biden.
Quest’anno invece gli exit-poll hanno registrato una netta preferenza dei cattolici per Trump. La NBC ha segnato una prevalenza di Trump contro Harris di 58% a 40%, che fra i cattolici bianchi sale a 61 a 35. Il Washington Post riporta un margine di 56-41%, per Fox News lo scarto è stato del 13%. Ugualmente massiccio il favore per Trump negli stati in bilico: in Michigan i cattolici hanno dato la preferenza a Trump con uno scarto del 20% in più rispetto ai voti per Kamala Harris, in Pennsylvania con il 14%, nel Wisconsin con il 16%, nella Carolina del Nord con il 17%, in Florida con uno stupefacente 29%.
A spostare a destra il voto dei cattolici americani è stata la reazione alla frangia estremista, “woke”, del Partito Democratico (Kamala Harris ha più volte dichiarato che “bisogna essere woke”). Una volta il Partito Democratico si assicurava il voto cattolico con espressioni generiche sulla giustizia sociale, sull’inclusione e sull’attenzione per i poveri e I vulnerabili. Adesso a sentirsi vulnerabili sono gli americani, che con l’inflazione faticano ad arrivare a fine mese e che hanno visto invadere le proprie comunità dall’immigrazione incontrollata.
Per un Paese la cui identità comprende da sempre l’integrazione dello straniero, come attesta l’iscrizione sulla Statua della Libertà, è evidente la differenza fra l’immigrazione legale di una volta e l’immigrazione incontrollata avvenuta sotto la supervisione ufficiale ma inesistente della vice-presidente Harris.
Inoltre, gli zeloti del “woke”, oltre a prendersela con il passato a scuola e rovesciando statue sulla strada, una volta arrivati al potere con Biden si sono scatenati contro i loro nemici ideologici, i movimenti pro-life, per colpire i quali sono state fatte irruzioni nelle case di nonne e padri di famiglia, arrestati e condannati per aver pregato pacificamente davanti alle cliniche abortiste.
L’aver assoldato, infine, a suon di milioni di dollari, la maggior parte dei più noti attori e cantanti del momento, non solo non ha avuto esito, ma nel caso degli elettori cattolici può aver innescato un effetto boomerang, stanti le posizioni abortiste espresse da personaggi come Madonna, nonché le molte esibizioni apertamente ammantate di satanismo.
Dal canto suo Donald Trump, cresciuto nella Chiesa cristiana presbiteriana, oggi si definisce “nondenom”, categoria di cristiani che non si sentono di appartenere ad alcuna specifica denominazione, anche se sono molto dediti alla preghiera e seguono la Bibbia. Ma a raccomandarlo agli occhi dei cattolici, Trump ha dalla sua i molti atti compiuti da Presidente in difesa della libertà di religione: dalla difesa dell’obiezione di coscienza alla nomina di tre giudici anti-abortisti alla Corte Suprema, al divieto di alloggiare i detenuti trans biologicamente maschi nelle carceri femminili.
Sembrerebbero quindi superati gli anni della presa obamiana sulla cultura cattolica. Tuttavia, la mentalità che una volta caratterizzava specificamente la sinistra ha assunto posizioni più centrali nella cultura. Ancora nel 2004 George W. Bush era stato rieletto sulla base di valori cristiani. Oggi, nel 2024, le figure “valoriali” di spicco come Elon Musk, Tulsi Gabbard, e lo stesso Robert F. Kennedy Jr. si collocano a sinistra della morale condivisa che i cattolici conservatori vorrebbero ripristinare. Essi non si sognano di affermare l’indissolubilità del matrimonio o il divieto di aborto. Semplicemente non sbandierano il diritto ad abortire come un vessillo, ma solo un’eventuale triste necessità da ridurre al minimo. Vogliono però la fine del vetriolo, e che i woke almeno cessino di avviare i minori alla mutilazione dei genitali per curare la cosiddetta “disforia di genere”.
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