Usa, Argentina e Ue: vittorie e liste nere per i cattolici
La Corte Suprema degli Usa ha confermato che le agenzie cattoliche sono esentate dall’affidare i bambini a coppie non sposate o Lgbt. In Argentina spunta online una “lista nera” contro chi difende la famiglia e la vita.
Le liste nere di cattolici crescono sempre più, il canovaccio nazista prende piede tra le élite liberali e i magnati della filantropia, ma nonostante l’odio crescente, la verità e la giustizia vincono, a volte. Giovedì 17 giugno la Corte Suprema degli Stati Uniti, all’unanimità, ha confermato che le agenzie cattoliche di adozione e affido sono esentate dall’affidare i bambini a coppie non sposate o Lgbt. Una vittoria per la libertà che preserva non solo le opere sociali e caritatevoli cattoliche ma anche lo stile e la libertà religiosa dei credenti.
Una vittoria doppia se consideriamo che nei giorni scorsi un servizio giornalistico della Catholic News Agency (Cna) aveva reso pubblici i lauti finanziamenti che molti ‘filantropi’ stanno destinando ad organizzazioni e iniziative negli Stati Uniti per limitare fortemente la libertà religiosa. L’indagine giornalistica prendeva spunto proprio dal caso di Sharonell Fulton contro la città di Filadelfia giudicato giovedì dalla Corte Suprema. Un caso emblematico: Sharonell Fulton e il marito Toni Simms-Busch sono genitori affidatari e hanno accolto negli scorsi decenni più di 45 bambini in affido. Sharonell e Toni, entrambi cattolici, collaborano con Catholic Social Services, una delle agenzie di affido di maggior successo a Filadelfia. Nel marzo 2018, la città di Filadelfia, governata dai Democratici, aveva sospeso ogni collaborazione con i servizi sociali cattolici e con i genitori come Sharon e Toni, pretendendo che agenzia e genitori affidatari rinunciassero di fatto alla propria fede, affidassero i bimbi a coppie Lgbt o conviventi, oppure fossero pronti a chiudere le proprie agenzie e opere sociali.
Kevin Jones, giornalista della Cna, ha voluto scavare a fondo per capire chi manovrasse contro la libertà religiosa e le opere sociali cattoliche. Gli elenchi delle donazioni ricevute da vari gruppi hanno mostrato che il Proteus Fund è lo snodo centrale da cui passano i finanziamenti per tutti i sostenitori dell’idea che la libertà religiosa sia confliggente con aborto e cause Lgbt. Dal 2018, scrive la Cna, “sono stati spesi 3,8 milioni di dollari nei soli Stati della Georgia, del Minnesota e Nuovo Messico per promuovere limitazioni alla libertà religiosa. Uno dei donatori è il Fondo Evelyn e Walter Haas Jr., una fondazione familiare con circa 460 milioni di dollari di patrimoni che dal 2016 ha donato un totale di 900.000 dollari”. Tra gli altri importanti donatori del colosso Proteus, che da solo ha investito per queste cause liberali e di sinistra 156 milioni di dollari dal 2010 al 2018, troviamo Soros, Rockfeller, la Gill Foundation.
La sentenza della Corte Suprema chiude un capitolo, positivamente per la libertà religiosa e le opere sociali dei cattolici, ma mostra quanto illiberali e oscure siano le trame che avvolgono le pretese Lgbt e abortiste.
Trame e minacce che sono emerse anche in Argentina, dove nei giorni scorsi un gruppo di giornalisti ha compilato e messo in rete una “lista nera” di persone della società civile e religiosa, di partiti politici e organizzazioni che si impegnano nel paese per l’abolizione della recente legge dell’aborto e per contrastare l’ideologia Lgbt. Sul sito “Reazione conservatrice”, attivato il 13 giugno e dismesso il 14 giugno, dopo lo scandalo della pubblicazione della lista nera, erano presenti 400 tra nomi di persone e sigle, suddivisi per provincia e professione. Su Twitter, nelle giornate del 13 e 14 giugno, l’hashtag #LaGestapoArgentina è diventato virale. Volontari pro vita del paese e giornalisti dell’agenzia di stampa argentina DiarioAR hanno riferito che a pagare quel sito e la relativa iniziativa è stata l’International Planned Parenthood Federation Western Hemisphere Region “che si era impegnata a coprire i costi per cinque mesi, oltre alla programmazione e lo sviluppo del sito web”. Secondo l’agenzia Aciprensa, “il lavoro dei giornalisti era stato progettato per vedere come questo movimento conservatore lavora insieme in Argentina in diversi settori: formazione di quadri di giovani, lobbying legislativo, contenzioso strategico, social media, l’influenza degli evangelici, la destra cattolica - più o meno mascherata in organizzazioni laiche e ambienti accademici - per ostacolare i diritti sessuali e riproduttivi o per combattere contro l’ideologia di genere…”. Planned Parenthood riceve centinaia di milioni in donazioni, è un gigante dell’aborto, eppure ha bisogno di marchiare gli avversari perché teme il dissenso. Una bella vittoria della libertà e verità anche in Argentina, dunque. La debolezza delle argomentazioni abortiste spinge evidentemente a promuovere iniziative illiberali e autoritarie.
Tra qualche giorno anche nel Parlamento Europeo si voterà un documento (il Rapporto Matic) che pretende di definire l’aborto quale “diritto umano”. La Comece (Commissione delle conferenze episcopali della Comunità europea), come moltissime organizzazioni cristiane, è all’opera da settimane per affermare l’ovvio: non esiste nessun diritto umano all’aborto.
Nel frattempo, come negli Stati Uniti e in Argentina, le iniziative dello European Parliamentary Forum (organizzazione associata all’Ippf) per screditare persone e organizzazioni a difesa della vita, della famiglia e della libertà religiosa si sono moltiplicate e, dopo la riunione di due commissioni del Parlamento Europeo a marzo (la Bussola ne ha parlato qui), le “liste nere” sono state ri-pubblicate, infarcite di polemiche giornalistiche tanto infondate quanto pittoresche. Descriveremo ciò che accadrà nella votazione sul Rapporto Matic il 23-24 giugno; ora basti ricordare che gli abortisti di EPF e le collegate lobby gay ricevono decine di milioni di dollari da Bill Gates, Soros, Fondazione Mac Arthur, Nike, ecc., per promuovere aborto, ideologia Lgbt e restrizioni alla libertà religiosa.