Uruguay, prima benedizione di nozze gay: «ok dal Vaticano»
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Fiducia Supplicans dà i suoi primi risultati: in Uruguay una nota coppia di omosessuali riceve la benedizione nel giorno del matrimonio civile. Reazioni negative e polemiche, ma il vescovo si difende: «Ho consultato la Nunziatura».
«Ho consultato la Nunziatura e mi è stato riferito che la benedizione andava data». Così, in una lettera chiarificatrice, il vescovo della diocesi di Maldonado-Punta del Este-Minas (Uruguay) mons. Milton Tróccoli, giustifica la benedizione offerta a una nota coppia di omosessuali durante la festa in occasione della loro unione civile.
I protagonisti della vicenda sono due volti noti del mondo dello spettacolo in Uruguay: Carlos Perciavalle e Jimmy Castilhos. Il primo, 82 anni, è attore, comico e regista, è uno dei volti più conosciuti della tv uruguaiana; il secondo è il suo manager, un comunicatore, conduttore e produttore di teatro, trentacinque anni più giovane del compagno.
Il matrimonio civile ha avuto luogo, alla presenza di un ristretto gruppo di parenti e amici, lunedì 19 febbraio, mentre mercoledì 21 la coppia ha offerto una festa a più di quattrocento persone. Una festa che i due protagonisti, col favore della stampa, hanno pubblicamente annunciato come «matrimonio religioso»: «il primo al mondo», che sarebbe avvenuto nella chiesa di San Benito a Garzón, Maldonado.
La notizia di un presunto matrimonio religioso ha allarmato e indisposto la Diocesi che ha emesso un comunicato per chiarire che si trattava di una cappella privata e non di una parrocchia. Di fronte alla richiesta di una benedizione, il Vescovo ha preso tempo e si è rivolto alla Nunziatura Apostolica per sapere come muoversi. «Abbiamo consultato la Nunziatura Apostolica (...), ci è stato detto che bisognava dare la benedizione, visto che c’è un documento firmato dal Papa e bisogna comportarsi di conseguenza».
Nonostante i chiarimenti e un previo incontro privato - tra i contraenti da una parte, il Vescovo e il Vicario Generale dall'altra - in cui sono stati letti e commentati alcuni brani di Fiducia supplicans e deciso di procedere nell’abitazione privata e non nella cappella come inizialmente previsto, è nel contesto della festa di nozze che il sacerdote Francisco Gordalina ha impartito la benedizione (con una formula per ogni persona, separatamente), contribuendo a confermare, nell’opinione pubblica, l’idea di un matrimonio omosessuale religioso.
Secondo i giornali locali, infatti, il momento più commovente della giornata è stata proprio la benedizione del sacerdote che ha operato - sottolineano i media - con l’autorizzazione del Vaticano. Le immagini hanno creato molto clamore nel Paese, tanto che il Vescovo ha dovuto chiarire di avere ottenuto il permesso della Nunziatura e che il tutto si è svolto al margine della cerimonia e fuori dal contesto liturgico, come suggerito dal Vaticano con la Dichiarazione Fiducia supplicans.
Un dettaglio, quello dell’intervento della Nunziatura, che rivela il livello di confusione provocato dalla Dichiarazione Fiducia supplicans. È infatti a dir poco anomalo che un Vescovo abbia bisogno di rivolgersi alla Santa Sede per discernere e giudicare su un caso riguardante la Diocesi in cui è chiamato a governare. Ciò contraddice ciò che il cardinale Fernandez ha scritto nel Comunicato Stampa del 4 gennaio sull’applicazione di Fiducia supplicans, quando afferma che «ogni Vescovo locale, in virtù del suo proprio ministero, ha sempre il potere di discernimento in loco, cioè in quel luogo concreto che conosce più di altri perché è il suo gregge»; e ancora: «ogni Vescovo nella sua Diocesi è autorizzato dalla Dichiarazione Fiducia supplicans ad attivare questo tipo di benedizioni semplici, con tutte le raccomandazioni di prudenza e di attenzione». Un caso diplomatico che rischia di creare un precedente grave nel governo delle Diocesi in cui si presenteranno problematiche di questo tipo.
Nella sua lettera, mons Tróccoli ammette che il clamore mediatico «ha potuto ferire la sensibilità di alcuni fedeli e confuso altri» ma, allo stesso tempo, «ha portato alcune persone a rivedere le propria situazione di vita, personale e familiare, con gratitudine per la vicinanza mostrata dalla Chiesa». Questo – conclude il prelato – è lo scopo di Fiducia supplicans.
Nel 2009 Carlos Perciavalle si dichiarò pubblicamente contrario al matrimonio omosessuale. «Se l’intenzione dei gay è quella di sposarsi per ottenere l’eredità e cose del genere, facciano un testamento e basta, ma dire ‘marito e marito’ non so… non sono abituato, mi sembra un’assurdità». Non c’era dunque il matrimonio omosessuale nei piani dell’artista uruguayano quindici anni fa. Chissà se a far cambiare idea a Perciavalle, oltre all’età avanzata e alla necessità di sistemare il proprio patrimonio, non siano stati gli UFO con cui l’artista dice di avere contatti ravvicinati da diversi anni. Più probabile che a far cambiare idea a Perciavalle sia stata proprio la Chiesa con le sue “aperture” e, soprattutto, con la Dichiarazione Fiducia supplicans che sdogana e benedice l’amore omosessuale.
Qualche mese fa, nell’annunciare la data dell’evento, la coppia ha dichiarato di aver deciso di unirsi in matrimonio civile durante l’anno del Drago su suggerimento dell’amica astrologa argentina Ludovica Squirru, nota in Sudamerica per la pubblicazione annuale del calendario cinese e le sue predizioni, nonché per aver ideato e fondato la “Fondazione spirituale Argentina” che ha lo scopo di ristabilire le giuste connessioni cosmiche del Paese «nato in un giorno nefasto» e dunque sotto una cattiva stella.
Inoltre, i “novelli sposi” hanno annunciato di volere avviare quanto prima (soprattutto per l’età avanzata di Carlos) le pratiche per “affittare un utero surrogato” (questa l’espressione usata dalla rivista Gente dell’Uruguay). Un progetto che la Chiesa non può certo benedire in quanto viola il significato più profondo della sessualità umana, così come principio di integrità della famiglia, il diritto della madre a prendersi cura e crescere la prole e il diritto del figlio di avere una madre.
Nulla di tutto ciò sembra avere importanza di fronte a un documento firmato dal Vaticano e di fronte alla volontà di benedire «due persone che si amano» a prescindere dal loro progetto di vita, purché ciò si faccia fuori dall’ambito liturgico. Un grimaldello, quello della informalità liturgica della benedizione, utilizzato ormai come lasciapassare da chi, con l’avallo di Fiducia supplicans, ha iniziato a benedire le unioni matrimoniali a favor di telecamera per infondere forza e fiducia sul cambiamento epocale in atto nella Chiesa. Così padre James Martin, che in questi giorni ha pubblicato sui social una (nuova) foto mentre benedice una coppia di amici durante un congresso a Los Angeles. Una benedizione «spontanea» e «fuori dal contesto liturgico, come potete osservare», scrive Martin.
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