Urge costruire un'alternativa politica
I tempi sono maturi per costituire una rappresentanza parlamentare diretta, schierata senza alcun tentennamento e tentazione d'inesistenti terze vie, contro l'attuale blocco laicista di cui l'inciucio sulla Corte Costituzionale è manifestazione evidente.
Caro direttore,
il 2016 sarà l'anno dei valori. Così il loquace fiorentino che occupa palazzo Chigi ha annunciato nella conferenza di fine anno l'impegno del governo e del Partito Democratico che dirige per il varo delle unioni civili, istituto che costituirà (è sempre bene ricordarlo per i meno informati) un vero e proprio matrimonio tra persone dello stesso sesso con tanto di adozione e di utero in affitto furbescamente ed ipocritamente mascherato da qualcos'altro.
La cosa mi rammenta quel capolavoro cinematografico intitolato "La banda degli onesti". Le parole del fiorentino mi hanno ricordato proprio quel film incentrato sui valori; si trattava di valori cartacei, cartevalori, di banconote stampate su carta autentica, con cliché autentici, ma prodotti dai tre improvvisati falsari Antonio Bonocore (Totò), Giuseppe Lo Turco (Peppino De Filippo) e Cardone (Giacomo Furia). Nel film i tre devono fare la prova e spacciare la banconota da loro prodotta ad un ignaro tabacchino per vedere se questi sarà in grado di riconoscere che quanto datogli è un falso. Al termine del film si capisce che quel tentativo di spaccio non era mai avvenuto: il biglietto dato al tabaccaio non era quello fasullo, Bonocore non aveva avuto il coraggio di darglielo, all'ultimo momento aveva usato una banconota vera; era sì una banda, ma appunto di onesti.
Abbiamo l'obbligo di spiegare al popolo italiano che i valori che il fiorentino intende spacciare nel 2016 sono come quelle banconote di Totò, valori senza alcun valore, valori falsi e dunque disvalori. È infatti assai improbabile che gli scrupoli cinematografici di Bonocore si trasferiranno all'attualità politica, dove l'arroganza di certi personaggi sembra non conoscere limiti.
Al senato a fine gennaio è programmato l'esame del disegno di legge Cirinnà e l'ex sindaco di Firenze ha annunciato con sicumera di volere chiudere la partita entro l'anno. I difensori della dignità del matrimonio e del diritto dei bambini ad un padre e una madre, così come delle donne a non essere ridotte ad incubatrici a gettone per soddisfare gli sfizi di danarose omocoppie, non potranno contare su Maurizio Lupi, ridotto a fantasma di quello che un tempo pareva essere un cattolico in politica, cinguettante il proprio sostegno a Renzi sulle unioni civili, purché non equiparate al matrimonio e chiuse alle adozioni. A breve sapremo se anche il segretario del partito che con tanto fiato aveva promesso di sostenere le istanze della piazza del Family Day confermerà la linea d'indecente ignavia politica annunciata dal proprio presidente dei deputati, oppure dimostrerà residua attività neurocorticale mettendo Renzi davanti all'unica alternativa soddisfacente: o ritiro di ogni disegno sulle coppie omosessuali, o fatti sostenere il governo da Verdini e Grillo.
L'avvenente braccio destro del premier in parlamento, passata con nonchalance dalla capannuccia di Valdarno al tendone arcobaleno di Padova, è notoriamente il grande sponsor del provvedimento. Ultimamente la sua immagine è stata non poco offuscata dalle note vicende del fallimento di Banca Etruria, ma a rinfrancarla è giunto il solidale sostegno espressole da un galante gaffeur, che alla causa pro-family è utile quanto un salamino piccante ad un disperso nel Sahara senz'acqua.
Dunque la situazione è questa: i nostri figli hanno la necessità che i genitori combattano la battaglia per la famiglia a tutto campo, nella piazza, nelle scuole, nei tribunali, fino ad arrivare, come ha detto Gianfranco Amato il 20 giugno, alla cabina elettorale. I tempi sono maturi per costituire una rappresentanza parlamentare diretta, schierata senza alcun tentennamento e tentazione d'inesistenti terze vie contro l'attuale blocco laicista di cui l'inciucio sulla Corte Costituzionale è manifestazione evidente, alleata con tutti coloro che vogliono ribaltare una linea di sudditanza ai poteri forti mondialisti che fa scempio dei corpi intermedi della società, del diritto alla proprietà, dell'identità nazionale e del dissenso perché il leviatano di oggi manovri indisturbato. Può non piacere ai felloni, ma chi non è per noi è contro di noi e Renzi non è con noi. Dovremo andare a snidarlo là dove egli è sul suo tronetto di fuffe e prebende.
L'alternativa sarebbe una rassegnata consegna del futuro delle nostre famiglie e della patria ad un delirante tornado di pretese soggettive che ci ridurrebbe a dhimmi del pensiero unico. Non dubitiamo che i lacchè del potere ci tireranno dietro tutto quello che hanno, non saremo sorpresi se prelati che hanno venduto la loro anima e la dignità delle loro cariche ci accuseranno di essere degli sconsiderati; non cederemo, perché questo è l'antico mestiere di padri e madri, sacrificarsi per il bene dei propri figli e poterli così guardare negli occhi senza arrossire di vergogna. Sarà faticoso e doloroso, ma è necessario, giacché non si può avere vittoria stando soltanto nella logistica e nelle retrovie, ma sempre lontani dalla linea del fuoco.