L'EDITORIALE
Uno sguardo dell'altro mondo
Il Papa ha ricordato l'obiettivo della perfezione cristiana e l'invito di Gesù ad amare anche i propri nemici. "Chi accoglie il Signore è capace di un nuovo inizio". L'esempio di Jacques Fesch...
Editoriali
21_02_2011
All’Angelus di ieri Benedetto XVI ha ricordato l’«audace obiettivo» della perfezione cristiana. «Dice, infatti, il Signore: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. Ma chi potrebbe diventare perfetto? La nostra perfezione è vivere con umiltà come figli di Dio compiendo concretamente la sua volontà. San Cipriano scriveva che “alla paternità di Dio deve corrispondere un comportamento da figli di Dio, perché Dio sia glorificato e lodato dalla buona condotta dell’uomo”. In che modo possiamo imitare Gesù? Gesù stesso dice: “Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli”. Chi accoglie il Signore nella propria vita e lo ama con tutto il cuore è capace di un nuovo inizio. Riesce a compiere la volontà di Dio: realizzare una nuova forma di esistenza animata dall’amore e destinata all’eternità».
Sono parole impegnative, per certi versi, dell’altro mondo. Eppure l’esperienza cristiana testimonia che è possibile, nonostante tutto, vivere così. È possibile amare i nemici e pregare per i persecutori. È possibile perdonare, essere capaci di un nuovo inizio. Non contando sulle nostre forze (più ci contiamo, più scopriamo di fare buchi nell’acqua), ma affidandoci quotianamente a un Altro che cambiando giorno dopo giorno la nostra vita, nonostante i macigni dei nostri limiti e dei nostri peccati, rende possibile uno sguardo diverso sulla realtà. Ogni logica umana e mondana viene stravolta da quelle parole di Gesù.
Quanto ci sarebbe bisogno di questo nuovo inizio nella vita di ciascuno, in un Paese come il nostro sempre più dilaniato a tutti i livelli da scontri, contrapposizioni, ingiurie. Quanto ci sarebbe bisogno di questo nuovo inizio nella vita di tanti Paesi nei quali regnano l’odio, la violenza, la guerra. Eppure il cammino verso la perfezione cristiana, verso uno sguardo dell’altro mondo sulla realtà, è qualcosa di veramente possibile per chiunque.
Dopo il processo diocesano celebrato a Parigi, stanno per arrivare a Roma gli atti della causa di beatificazione di Jacques Fesch, un giovane francese ghigliottinato 53 anni fa per aver ucciso un poliziotto e ferito un cambiavalute durante una rapina. Fesch in carcere si è convertito, ha ascoltato la voce di Dio, ha raggiunto le vette della spiritualità, ha affrontato senza ribellarsi la pena capitale alla quale era stato condannato. Aprendo la causa, l’allora cardinale di Parigi Jean-Marie Lustiger, disse spiegò che «dichiarare qualcuno santo non significa per la Chiesa far ammirare i meriti di questa persona ma dare l’esempio della conversione di qualcuno che, quale che sia il suo percorso umano, ha saputo ascoltare la voce di Dio e convertirsi. Non esistono peccati tanto gravi da impedire che Dio raggiunga l’uomo e gli proponga la salvezza».
Non esistono limiti o precondizioni per intraprendere il cammino della perfezione cristiana. Occorre che accada un fatto, che l’uomo riconosca di essere nulla, bisognoso di tutto. Riconosca di appartenere a un Altro, e permetta alla grazia di Dio di operare dicendo di sì.