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GOVERNO

Unioni gay, cambia la strategia non l'obiettivo

Quello di Renzi è un semplice cambio di strategia: tenere fermo il contestato disegno di legge sull'omofobia e fare approvare già a settembre il progetto di legge sulle unioni gay. La risposta può venire solo dal di fuori del Palazzo.

Politica 18_06_2014
unioni gay

26 agosto 2013. Intervistato da L’Espresso, l’on. Ivan Scalfarotto replica alle critiche di chi sull’omofobia gli imputa, in quanto relatore del provvedimento alla Camera, presunte “mediazioni al ribasso”; alla domanda “Questo dibattito non allontana quello sui matrimoni gay”? egli risponde: “Lo precede. Perché sono due cose diverse. E l’una viene logicamente prima dell’altra”. 16 giugno 2014. Intervistato da l’Unità, lo stesso Scalfarotto, nel frattempo promosso sottosegretario, conferma che “è la volta buona”, e che, grazie all’impulso dato dal premier Renzi all’ultima direzione del Pd, a breve il Parlamento varerà una legge sulle unioni civili “alla tedesca”, teso a superare le discriminazioni verso le coppie di persone omosessuali. Massimo Introvigne, in un articolo che compare oggi su questa testata, spiega perché invece si tratta di un modello “all’inglese” e quali sono le sue caratteristiche, sovrapponibili al matrimonio vero e proprio, tranne che nel nome (per poco tempo: poi pure la denominazione si adegua alla realtà).

L’Unità di ieri conferma questa lettura: “Il modello a cui fa riferimento il premier quando parla di civil partnership è quello nato in Gran Bretagna (dove poi è decaduto quando il governo conservatore Cameron ha introdotto il matrimonio gay) e in Germania. Sostanzialmente prevede che la coppia omosessuale che decide di “sposarsi” possa iscriversi all’ufficio dello stato civile in un apposito registro delle unioni civili. Dal quel momento in poi sono una coppia ufficiale con tutti i diritti e i doveri simili a una coppia omosessuale unita in matrimonio. Quindi ad esempio sarà previsto il diritto alla reversibilità della pensione in caso di decesso del compagno/compagna. Il diritto alla successione e quelli in materia assistenziale e penitenziaria”. Con una eccezione: “la coppia omosex non potrà adottare bambini.

Tuttavia – spiega l’Unità – verrà introdotto l’istituto della ‘stepchild adoption preso dal sistema inglese. Cioè sarà possibile a uno dei soggetti della coppia gay adottare il figlio (anche adottivo) dell’altra parte dell’unione”. Potrà fargli in tutto e per tutto da genitore e “se in Italia si arriverà al quoziente familiare, come promesso dal premier sabato, riguarderà anche le future unioni civili”. Sarà compito della Corte costituzionale, in linea con le sentenze depositate negli ultimi giorni, riconoscere – se prima non l’avrà fatto il Parlamento – la pienezza dell’adozione a coppie non sposate, anche dello stesso sesso. Se, come è scritto nella pronuncia della Consulta sull’eterologa, avere un figlio è espressione della libertà di autodeterminazione, indipendentemente dall’identità genetica dei genitori, a Camera e Senato conviene provvedere subito, senza attendere le censure di incostituzionalità.  

Siamo grati al quotidiano fondato da Antonio Gramsci non solo per l’assenza di giri di parole nel presentare quod Renzi placuit, ma anche per chiarire che cosa avrà legis vigorem: “tutta questa disciplina riguarderà solo le coppie omosex e non le coppie etero che convivono e non si vogliono sposare. Poiché la filosofia è che mentre le coppie omosessuali non possono unirsi in matrimonio, le coppie etero possono sposarsi e quindi se non si sposano è perché non lo vogliono fare e quindi non possono essere estesi anche a loro i diritti ma anche i doveri che discendono dal matrimonio. Per queste coppie (anche dello stesso sesso) sarà prevista un’altra forma, più lieve, di unione: i cosiddetti patti di convivenza. Con doveri (e diritti) meno “pesanti” di quelli matrimoniali”. A legge varata, potranno quindi configurarsi le seguenti differenti relazioni familiari:

1. civil partnership fra persone dello stesso sesso, con regime – l’Unità dixit – di fatto paramatrimoniale, adozione e reversibilità incluse;

2. patti di convivenza fra persone di sesso diverso, o fra persone dello stesso sesso che desiderano una unione light. Resta da comprendere che cosa vuol dire “diritti e doveri meno pesanti di quelli matrimoniali”: saranno escluse, per esempio, adozione e reversibilità, o saranno consentite forme più tenui, come affido e assegno una tantum?

3. unioni di fatto fra persone che, dello stesso o di diverso sesso, vogliono stare insieme senza sottoscrivere regimi di convivenza più o meno impegnativi. L’Unità non ne parla, ma la mera convivenza, possibile pur dopo la legge sulle unioni civili, godrà comunque dei diritti già oggi ampiamente riconosciuti ai componenti di una unione di fatto;

4. matrimonio fra persone di sesso diverso. Qualcosa ai nostalgici andrà pur lasciato, in nome di quella inclusività che è caratteristica politica di Renzi.     

A questi “nostalgici” verrà detto: nessuno impedisce di sposarvi, perfino in chiesa, ma lasciate che altri godano dei loro diritti, in fondo a voi che cosa interessa? E infatti, vi è una logica nel mutamento tattico di Renzi rispetto alla tabella di marcia indicata lo scorso agosto da Scalfarotto. La discussione della legge sull’omofobia ha provocato preoccupazione e reazioni: le piazze e le sale dei convegni si sono riempiti di persone che hanno protestato con l’articolazione di argomenti e col silenzio, comunque in modo pacifico ed efficace, tanto che media importanti hanno sollevato dubbi su quelle norme.

Renzi inverte le scadenze – prima la civil partnership, sul d.d.l. Scalfarotto si vedrà – e ottiene qualche risultato. In primis sul piano propagandistico: disinnescato il rischio “compressione delle libertà” con l’accantonamento della Scalfarotto, la civil partnership è invece presentata come un’affermazione di libertà. In secundis, sbaragliando ogni opposizione nel Parlamento: scontata l’adesione dell’intera sinistra, vi è il convinto appoggio di Forza Italia, coerente con la nuova linea animalista e libertaria. Ncd pare contrastare, ma poi si dice disponibile a “mettere mano al codice civile per adeguare i diritti”: che vuol dire in concreto, posto che i “diritti” dei componenti di una coppia di fatto sono tutti riconosciuti dall’ordinamento tranne adozione, legittima e reversibilità? Se Ncd intende aggiungere anche questi voterà la civil partnership, come ha votato la droga e il divorzio sprint. Altri partiti non pervenuti.

La sola risposta adeguata può venire oggi dal di fuori del Palazzo, confidando che qualcuno al suo interno, pur se oggi non valuta le ragioni della famiglia, domani per lo meno consideri le voci chiare e forti provenienti dall’esterno. Adeguata vuol dire consapevole e mobilitante. Consapevole, a sua volta, significa non perdere mai di vista il quadro d’insieme destabilizzante in atto da circa un anno: divorzio sprint, civil partnership, fecondazione eterologa, droga per tutti, doppio cognome, propaganda di governo dell’ideologia del gender, sentenze della Consulta, della Cassazione e di merito ostili alla famiglia. Perdere di vista il filo conduttore ideologico che lega insieme disposizioni che ci sono già, o che stanno per diventare legge, significa peccare di ingenuità, per usare un eufemismo. Mobilitante vuol dire che il popolo della vita e della famiglia, che in Italia tante volte ha mostrato di esserci, non deve attendere che si realizzi tutto ciò che è in discussione prima di rendere più estesa la propria presenza in piazza. 

È vero, nel Mondo nuovo di Aldous Huxley ai “nostalgici” che non hanno perso il vizio di procreare in modo naturale viene permesso di farlo. Ma in una riserva, lontani dal contesto civile. È una prospettiva che, finché è possibile, andrebbe scongiurata.