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intervista / julio loredo

Una supplica al Papa per ribadire la verità sulla famiglia

Una parola chiara per porre fine al disorientamento dottrinale e all'avanzata arcobaleno nella Chiesa. La richiesta rivolta a Francesco nel 2015 cadde nel vuoto e viene ora indirizzata a Leone XIV, che si trova davanti «un’eredità di confusione e divisione difficile da sanare».

Ecclesia 19_09_2025
Pellegrinaggio Lgbt per la Porta santa di San Pietro, Città del Vaticano, Sabato 06 Settembre 2025. (foto Mauro Scrobogna / LaPresse)

Dieci anni fa, all’epoca del grande disorientamento a cavallo tra i due sinodi dedicati alla famiglia, fu indirizzata una supplica filiale a papa Francesco da varie associazioni e personalità cattoliche (inclusi alcuni cardinali e numerosi vescovi) per manifestare «le nostre apprensioni e le nostre speranze sul futuro della famiglia». Si chiedeva al Papa «una parola chiarificatrice» di fronte alla crescente confusione tra  i fedeli, e ai tentativi in atto all’interno della stessa Chiesa, di assecondare quelle forze ideologiche che attentano alla famiglia come cellula fondamentale della società. Oggi una nuova Supplica filiale e apprensiva sulla scia della precedente viene indirizzata a Leone XIV, «alla luce delle [sue] recenti e favorevoli manifestazioni in difesa della famiglia e della coerenza che i cattolici devono mantenere nella vita pubblica nel sostenere i principi della fede». Da allora il Papa è cambiato ma la situazione generale è andata peggiorando, spiega a La Bussola Julio Loredo, presidente dell'Associazione Tradizione Famiglia e Proprietà italiana, che ha promosso la supplica insieme ad altre associazioni presenti in numerose nazioni, dal Canada alle Filippine, anche guardando a quanto è accaduto in questi ultimi anni nella Chiesa: senza verità non si è creata unità, ma solo «un’eredità di confusione e divisione difficile da sanare» con cui Leone XIV si trova «involontariamente» – specifica il testo – a doversi confrontare «in questo delicato inizio di pontificato». 

Qual è l'oggetto di questa "apprensione" espressa nel titolo della supplica?

L'apprensione parte dal fatto che ci sono delle potenti forze in giro che spingono per far avanzare l'agenda Lgbt, lo abbiamo visto in queste ultime settimane anche nel giubileo dell'associazione La tenda di Gionata [nella foto di LaPresse, ndr], ed altre cose. Quindi siamo molto preoccupati perché queste potenti forze vogliono - come ha detto un vaticanista - forzare la mano al Papa. E allora facciamo una supplica filiale, in primo luogo perché il Santo Padre sappia che ci sono fedeli che capiscono le difficoltà non piccole che ha ereditato dagli anni passati; fedeli che pregano per lui affinché la Madonna del Buon Consiglio gli dia forza; fedeli che chiedono filialmente una parola chiarificatrice, che metta un po' di ordine, che dica quali sono i limiti fin dove queste realtà possono avanzare e che non possono oltrepassare perché si andrebbe a toccare la dottrina morale cattolica, che non può essere cambiata. 
Finora c'è stato un atteggiamento temporeggiatore. Lo si può capire. C’erano eventi programmati dal pontificato precedente che, in nome dell’unità della Chiesa, Leone non ha voluto disdire, pur non dando loro un sostegno esplicito. Però ci si comincia a chiedere fino a che punto un atteggiamento temporeggiatore possa essere sufficiente, visto che è in gioco la Verità del messaggio di Cristo. 
Quindi si chiede una parola chiarificatrice, e la si chiede filialmente, come figli della Chiesa.

Questa iniziativa riecheggia la supplica filiale di dieci anni fa rivolta a papa Francesco sul futuro della famiglia. Come andò allora?
Quella è stata una iniziativa molto grande, internazionale, corredata da più di 800mila firme, tra cui 202 tra cardinali e vescovi. Anche in quella circostanza si chiedeva una parola chiarificatrice all'allora papa Francesco, sul futuro della famiglia. Era in atto il secondo sinodo sulla famiglia e c'erano già queste stesse realtà che oggi spingono per l'agenda Lgbt. Ma da papa Francesco non arrivava una parola chiara che mettesse i puntini sulle i nella dottrina morale, anzi, la confusione era sempre più avvolgente. Purtroppo da allora la situazione è precipitata sempre più in basso. Quindi, approfittiamo del nuovo pontificato e delle nuove disposizioni mostrate da papa Leone, per chiedere di nuovo una parola, proprio dieci anni dopo quella supplica filiale.

Quali differenze sono emerse in questo inizio di pontificato di Leone XIV?

Ci sono stati dei segni positivi, sia nelle apparenze che nella sostanza. Quindi paragonarlo semplicemente a papa Francesco, non è oggettivamente vero. Sin dalla prima apparizione sul balcone di S. Pietro si è vista la differenza. Più di recente c'è stata la sua autorizzazione per la Messa tradizionale a San Pietro, durante il pellegrinaggio del Summorum Pontificum che avrà luogo a ottobre, per non parlare della sua allocuzione ai politici francesi, dove ha contestato la laicità. Ci sono cose che oggettivamente sono cambiate.
Però le forze negative che c'erano allora ci sono ancora oggi, e molto peggiorate. Sarebbe bello avere da lui una parola chiarificatrice per superare la crescente confusione tra i fedeli e impedire la relativizzazione dell’insegnamento di Gesù Cristo.

Quali sono in particolare le richieste che rivolgete a Leone XIV?
Concretamente due. Che sia annullato il rescritto di papa Francesco che ha concesso il carattere di magistero alle interpretazioni eterodosse di Amoris Laetitia. Secondo, che venga semplicemente cancellata la dichiarazione Fiducia supplicans. Già questi due gesti sarebbero molto chiari.

Qualcuno potrebbe però obiettare che così facendo, fate pressioni sul Papa...
Chiedere non lede nulla e nessuno, perché chiunque può chiedere. Siamo figli di Dio e figli ubbidienti della Chiesa e ci mancherebbe che un figlio non possa chiedere qualcosa al padre, soprattutto se lo fa in modo perfettamente rispettoso. È una supplica, e chi supplica si mette a priori in una situazione di obbedienza.