Una suora vittima di false accuse in India
Viaggiava in treno con delle ragazze quando un gruppo di nazionalisti indù l’ha accusata di averle convertite e rapite

È difficile immaginare che cosa sia la vita quotidiana di chi abita in un paese in cui è minacciato dall’ostilità anche solo di una minoranza della popolazione, però aggressiva, intollerante e in grado di influenzare una parte dell’opinione pubblica e instillare diffidenza e risentimento immotivati. Milioni di cristiani in India vivono in questa condizione. Un episodio persecutorio si è verificato la sera del 31 maggio nello stato di Orissa. Rachana Nayak, una giovane suora del convento di Bhopal della Congregazione della Santa Famiglia, era in viaggio su un treno della linea Rajya Rani Express con quattro ragazze e due ragazzi quando un gruppo di militanti del Bajrang Dal, l’ala giovanile dell’organizzazione nazionalista indù Vishva Hindu Parishad, l’ha fermata e l’ha accusata di conversione forzata e tratta di esseri umani, bloccando lei e i sei ragazzi alla stazione di Khorda Road, nel distretto di Jatni. L’accusa dei nazionalisti indù era che “tramite lusinghe legate all’educazione” la suora stessero portando a forza le ragazze a Berhampur. “Le abbiamo viste piangere – hanno dichiarato agli agenti di polizia – e le abbiamo trovate nei vagoni S-4 e S-5 del treno Raja Rani. Si tratta di conversione religiosa con lusinghe di denaro, tentazioni, ricchezza e false promesse. Insegnano loro l’inglese e le trafficano verso Paesi stranieri”. In realtà i ragazzi sono tutti cristiani dalla nascita. Tuttavia sono stati trattenuti per tutta la notte dalla polizia ferroviaria e sono stati poi liberati il giorno successivo grazie all’intervento di alcuni avvocati prontamente informati e accorsi. “Erano diretti a Jharsuguda – ha spiegato l’avvocato Sujata Jerna, uno di quelli, una donna, accorsi – da lì avevano intenzione di proseguire per il Chhattisgarh, dove le ragazze avrebbero ricevuto una formazione in varie competenze e nell'inglese parlato. Hanno provato a spiegare che erano tutti cristiani e che la suora non aveva nulla a che fare con le conversioni religiose, ma nessuno li ha ascoltati". I genitori delle ragazze, anch’essi arrivati appena possibile, a quel punto non le hanno lasciate proseguire per il Chhattisgarh e tutti sono tornati ai rispettivi villaggi. Questa notizia, ha commentato monsignor Niranjan Sual Singh, vescovo di Sambalpur, “è inquietante e allarmante. Siamo cittadini rispettosi della legge, queste cose non dovrebbero succedere. La costituzione ci garantisce libertà di muoverci ovunque. Questo fatto ci ha ferito profondamente”. La superiora provinciale a Delhi della Congregazione della Santa Famiglia ha ringraziato Clara D’Souza, Sujata Jena e Sevanti Soreng, i tre avvocati che hanno soccorso suor Rachana. La Congregazione è stata fondata nel 1914 da santa Mariam Thresia Chiramel e da padre Joseph Vithayathi. Ha sede Thrissur, nello stato di Kerala e conta 11 province. È un istituto religioso femminile locale impegnato nell’educazione delle donne e nella promozione dei valori cristiani nelle famiglia.