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Asia

Una nuova legge in materia di libertà religiosa in Uzbekistan

La legge si propone di garantire libertà di coscienza e di religione a tutti i cittadini a qualsiasi confessione appartengano

Con la firma del presidente Shavkat Mirziyoyev è entrata in vigore il 25 febbraio in Uzbekistan la legge “Concetto di garanzia della libertà di coscienza dei cittadini e della politica statale nella sfera religiosa”, legge che era stata approvata dall’Assemblea legislativa l’11 febbraio. La nuova norma, in conformità con la Costituzione che garantisce libertà di coscienza e il diritto di professare qualsiasi religione o di non professarne alcuna, proibisce l’imposizione di opinioni religiose, introduce misure di contrasto all’estremismo religioso e al terrorismo, afferma l’importante ruolo dei valori religiosi per la formazione della cultura, dello stile di vita e della moralità e si propone di creare un ambiente multinazionale e multi confessionale che consenta a tutti di vivere in una armonia “basata su democrazia, laicità, libertà, uguaglianza, giustizia sociale e solidarietà, sviluppo coerente”. In Uzbekistan ci sono 2.300 associazioni religiose espressione di 16 diverse confessioni e rappresentanti di comunità religiose di 130 diverse nazionalità. I programmi televisivi sono in 12 lingue, si pubblicano giornali e riviste in 14 lingue. I rappresentanti di tutte le confessioni religiose del paese hanno sostenuto l’approvazione della legge quando sono stati invitati all’Assemblea legislativa a pronunciarsi in merito. In Uzbekistan – spiega l’agenzia AsiaNews illustrando la nuova legge – è attivo anche il Consiglio per gli affari religiosi, nella cui composizione sono rappresentati tutti i dirigenti delle confessioni religiose del Paese. Questo permette di sviluppare uno “Stato sovrano, democratico, fondato sul diritto e sull’unità dei corpi sociali”. La legge verrà presentata in diverse occasioni – riunioni religiose, conferenze divulgative e scientifiche – e il governo le incentiverà anche fornendo sussidi. Saranno poi le stesse confessioni religiose che, nelle intenzioni delle autorità, si incaricheranno di contrastare  ogni forma di estremismo grazie alle loro capacità di formazione dei fedeli, sostenute dagli organi statali. Attualmente l’Uzbekistan nell’autorevole World Watch List dei 50 paesi in cui i cristiani sono più perseguitati è 25°, preceduto dal Bangladesh e seguito da Cuba. La piccola comunità cristiana, poco più di 400.000 persone su un totale di oltre 35 milioni di abitanti, subisce forme di persecuzione da parte della maggioranza di fede musulmana. Inoltre il regime autoritario che governa il Paese esercita un rigoroso controllo sui gruppi religiosi. L’auspicio è che impegno espresso nella legge appena entrata in vigore sia mantenuto.