Una Messa per il creato, cosa ne pensa la DSC
Oggi viene presentato dal card. Czerny un nuovo formulario liturgico per la Missa pro custodia creationis. Un’iniziativa che suggerisce qualche osservazione a partire dalla Dottrina sociale della Chiesa.

Stamattina, giovedì 3 luglio, alle ore 10,00, in Vaticano viene presentato in conferenza stampa un nuovo formulario liturgico per la Missa pro custodia creationis. Il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per lo sviluppo umano integrale, e monsignor Vittorio Viola, segretario del Dicastero per il culto divino, illustreranno questa nuova aggiunta al Messale Romano.
L’iniziativa suggerisce qualche osservazione a partire dalla Dottrina sociale della Chiesa. Come si sa, la liturgia non è estranea alla Dottrina sociale, a patto di non intendere quest’ultima come un vademecum per interventi sociali, ma come annuncio di Cristo, missione della Chiesa, evangelizzazione del sociale ed educazione alla fede. Così intesa, essa è tutta inserita nel mistero della passione, morte e resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo che si rinnova sull’altare. Questo nesso tra le due realtà non significa una promiscua mescolanza. Troppe volte abbiamo assistito a forme di politicizzazione delle celebrazioni eucaristiche e sull’altare hanno preso posto alcuni temi sociali scelti spesso ideologicamente o legati ad una particolare sensibilità pubblica. La salvezza cristiana è stata così ridotta ad interventi politici o economici di parte. In questi casi è sempre successo anche il contrario, ossia che i problemi sociali non siano stati affrontati al loro livello alla luce dei principi della Dottrina sociale della Chiesa. Durante gli anni dell’avanguardismo progressista si portavano sull’altare le questioni sociali, ma non si portava l’altare alle questioni sociali. Chi voleva la povertà sull’altare, non voleva poi che la povertà fosse affrontata con la Dottrina sociale della Chiesa. Sostenendo che questo secondo sarebbe stato un atteggiamento ideologico, si fingeva di non vedere l’ideologicità del primo.
Ora sembra di capire che si stia ripetendo lo stesso errore, non per volontà di gruppi dissidenti ma per indirizzo della Curia romana. Del resto, il cardinale Czerny, gesuita, ha già dato prova di essere molto attento ad adeguarsi alle priorità del momento. La nuova Messa per la conservazione del creato si colloca nella linea della Laudato si’ (2015), che però non sta più ottenendo il consenso di maniera degli anni scorsi. L’ecologismo sta provocando gravi danni e si sta premendo da tante parti per fare marcia indietro. Questa volta il cardinale Czerny sembra arrivato fuori tempo.
Stefano Fontana