Una messa di riparazione a Istanbul dopo l’attentato
Verrà celebrata nella chiesa della Natività di Nostra Signora, oggetto di un attentato jihadista durante il quale un uomo è stato ucciso
Il 1° febbraio verrà celebrata una messa di riparazione nella chiesa della Natività di Nostra Signora a Buyukdere, nel distretto di Sariyer, a nord di Istanbul, che domenica 28 gennaio è stato oggetto di un attentato. Il vicariato apostolico di Istanbul ha reso noto che durante la messa che sarà presieduta dall’arcivescovo Marek Solczinski, nunzio apostolico in Turchia, e da monsignor Massimiliano Palinuro, vicario apostolico di Istanbul per i cattolici di rito latino, sarà consacrato un nuovo altare e saranno offerte preghiere per l’anima di Tuncel Cihal, unica vittima dell’attentato. Gli attentatori avevano fatto irruzione nella chiesa sparando, mentre si stava celebrando la messa alla presenza di circa 40 persone. Mentre spaventati dai colpi di arma da fuoco tutti si gettavano a terra, Tunchel Cihal invece si è voltato verso gli attentatori gridando “che cosa state facendo?”. Alla sua reazione, gli attentatori prima lo hanno colpito al volto e poi lo hanno ucciso con un colpo di pistola alla testa. Le vittime avrebbero potuto essere di più, ma le pistole di entrambi i terroristi si sono inceppate e loro si sono dati alla fuga. Tunchel Cihal era musulmano, ma frequentava la chiesa, andava a messa ogni domenica e secondo i famigliari intendeva diventare cristiano. L’attentato è stato rivendicato dal’Isis, lo Stato Islamico. La polizia afferma di aver arrestato due presunti terroristi, un cittadino tagiko e uno russo. L’agenzia di stampa Fides ha riportato le dichiarazioni d monsignor Palinuro, secondo il quale all’origine dell’attentato può esserci un clima di ostilità crescente nei confronti dell’Occidente e quindi anche del Cristianesimo in seguito alla “guerra di Gaza” perché i terroristi “di solito non è che siano in grado di fare distinzioni fra Occidente, Israele, Cristianesimo e Chiesa cattolica”. “L’altro aspetto che potrebbe anche avere mosso la mano di questi attentatori – ha dichiarato – è la reazione al clima di ‘islamofobia’ che sta prendendo piede e alimentandosi in Occidente, un grosso problema perché inasprisce gli animi e crea ulteriore inimicizia. I roghi del Corano qui hanno una risonanza tremenda, ma non ricevono la necessaria e doverosa condanna. L’attentato potrebbe essere anche legato a una sorta di ritorsione ai roghi del Corano; perché mentre i giornali in Occidente dimenticano facilmente nel giro di poche battute, qui l’odio che si ispira a una pseudo-religione viene alimentato, cova sotto la cenere ed esplode alla prima possibilità”.