Una foto per dire che la legge naturale è stata rovesciata
Sono 500 anni che la modernità cerca di distruggere la legge naturale e i suoi precetti chiamandoli prima idola, poi superstizioni e oggi pregiudizi. Per questo la foto del pride olandese col bambino e i sadomaso accanto è stata premiata: perché permette di rubricare la legge naturale come «pregiudizio». Quindi, se qualcuno è disturbato dalla foto, ha dei pregiudizi: che impari da questa foto che «tutti possono coesistere fianco a fianco».
Rileggiamo le motivazioni della giuria che l’ha premiata come «foto più estetica» del Pride di Amsterdam: «Questa foto, nella sua composizione - bambino in primo piano, uomini che si preparano per la Canal Parade sullo sfondo, ognuno impegnato con le proprie attività e il proprio fascino - ritrae in modo sublime ciò che si spera rimanga evidente: che noi, non ostacolati dai pregiudizi, e quasi ignaramente, tutti possono coesistere fianco a fianco».
La bambina se ne frega di quegli adulti (s)vestiti in modo perlomeno bizzarro che si spalmano la crema solare; alla mamma della bambina (apprendiamo dall’articolo) non importa che la figlia assista allo spettacolo. Quindi, se qualcuno è disturbato dalla foto, ha dei pregiudizi: che impari da questa foto che «tutti possono coesistere fianco a fianco».
Non è questione di pedofilia: gli aspiranti adoni sado-maso non degnano la bambina di uno sguardo, e lei ricambia con altrettanta indifferenza. Eppure molti percepiscono che c’è qualcosa che non va, in questa foto: una bambina non dovrebbe assistere alla (s)vestizione di uomini adulti, non dovrebbe essere esposta all’esibizione di abbigliamento che, evidentemente, vorrebbe essere sessualmente provocante (almeno per qualcuno). Non sta scritto in nessuna legge positiva, non è dimostrato scientificamente; ma la percezione generale è di inappropriatezza.
Bene, è esattamente questo il modo discreto con il quale la legge naturale si presenta nelle nostre vite: la sensazione (talvolta decisa, talvolta leggera) che ci sia qualcosa che non va. Ovviamente, la società moderna, laica (o laicista?) non può accettare che qualcuno parli di legge naturale (o delle sue declinazioni religiose o morali); altrimenti crollerebbe «il nostro stile di vita» basato sulla totale irrilevanza della legge naturale. Per questo è stata premiata quella foto: perché permette di rubricare la legge naturale come «pregiudizio».
Non è una novità, la modernità lo fa da più di Cinquecento anni. Prima ha stabilito che la ragione umana non è fatta per cogliere la legge naturale, anzi: non può coglierla affatto, ma deve limitarsi alla realtà materiale (quella che cade sotto i nostri sensi). Quindi ha sostituito, come metodo per la conoscenza, la metafisica con la scienza. Poi ha rivestito la legge naturale di un alone di ridicolo, definendo i suoi precetti dapprima «idola», poi «superstizioni»; più recentemente «costrutti sociali» o «pregiudizi».
Come stupirsi, dunque, se questo processo ha coinvolto anche le leggi che regolano la sessualità, compresa quella legge che dice che non è bene esporre dei bambini a contenuti sessuali espliciti? L’aveva scritto secoli fa il più lucido e conseguente degli illuministi, il marchese de Sade, in un pamphlet inserito in uno dei suoi romanzi blasfemi e pornografici intitolato La filosofia del boudoir. Il succo del libello, intitolato Francesi, ancora uno sforzo se volete essere repubblicani, è semplice: non è sufficiente aver rovesciato le leggi naturali politiche e sociali; bisogna rovesciare anche e soprattutto le leggi naturali religiose e morali. Solo allora si potrà essere veri repubblicani, solo quando si sarà rifiutata e calpestata la legge naturale in ogni suo aspetto, soprattutto le leggi morali e religiose che regolano la sessualità. Da de Sade, passando per le orge di Villa Diodati a Ginevra alla nascita dell’educazione sessuale durante la Repubblica Sovietica Ungherese, fino alla «rivoluzione sessuale» sessantottina, questo è stato lo scopo della società moderna: distruggere la legge naturale. Come pensare che i bambini possano restare indenni da questa marea plurisecolare?
Pensiamo a uno degli strumenti di questo processo, Alfred Kinsey (le sue «ricerche» furono lautamente finanziate dai soliti noti). Egli definiva il sesso come un «[…] meccanismo relativamente semplice che provvede alla reazione erotica quando gli stimoli fisici e psichici sono sufficienti». Puro materialismo, niente morale, approccio scientifico. Volete sapere come è finita? Vi invito a procurarvi i suoi due volumi, in edizione italiana, dedicati rispettivamente alla sessualità maschile e femminile. Non aggiungo altro.