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TRANSIZIONE DIGITALE

Una carta per pagare e identificarci. Una carta per controllarci

È allo studio del governo Draghi una carta unica che funzionerà sia come carta di identità che come strumento di pagamento elettronico e anche come tessera sanitaria. Sarà tutto molto più comodo. Ma… attenzione al rovescio della medaglia.

Economia 26_09_2021
La "citizen card" cinese

È allo studio del governo Draghi una carta unica che funzionerà sia come carta di identità che come strumento di pagamento elettronico e anche come tessera sanitaria. “Che bello, quanta comodità”, diranno i più, stanchi di portarsi dietro i contanti, una carta di credito e anche una tessera sanitaria e una carta di identità. Ma… attenzione al rovescio della medaglia.

Alessio Villarosa (M5S, sottosegretario al ministero dell’Economia), ha anticipato al Sole 24 Ore i dettagli della nuova carta unica, come dovrebbe funzionare una volta entrata in circolazione. La nuova tessera unica permetterà di pagare, di farsi riconoscere dalla Pubblica Amministrazione (il ruolo che ora è svolto dallo Spid), di farsi riconoscere dai servizi medici (come l’attuale tessera sanitaria) e in più potrebbe diventare un documento di identità, pari alla carta di identità. I dettagli non si conoscono ancora e si garantisce il rispetto degli standard internazionali e la protezione dei dati sensibili.

Il prodotto viene venduto come la più pratica realizzazione del programma di digitalizzazione, come da Pnrr. La digitalizzazione serve soprattutto alla semplificazione, come sempre. Ma anche come forma di lotta all’evasione, che si attribuisce ancora all’uso dei contanti. Sebbene per ora non sia ancora al vaglio una legge che proibisca banconote e monete, è già in programma l’obbligo per la Pubblica Amministrazione di accettare solo pagamenti elettronici. L’introduzione di uno strumento onnicomprensivo, come questa carta unica, fa pensare ad una prossima proposta per spazzar via i contanti. È strano che, nel 2021, in piena era bitcoin e con strumenti molto più pratici per l’evasione elettronica (e con tutti gli hacker provetti che ci sono in giro) si pensi ancora alla valigetta piena di bigliettoni, quando si parla di evasione. L’intento comunque è chiaro: controllare ogni singolo movimento di denaro.

Qui però inizia il lato oscuro della proposta. Perché, se la nuova tessera contiene anche tutti i nostri dati personali, può registrare anche ogni nostra operazione che riguardi la salute. Compreso l’acquisto di sigarette (nei distributori automatici è richiesta la tessera sanitaria) e di ogni tipo di farmaco, le visite mediche e ospedaliere. La carta di identità, inclusa l’identità digitale per avere rapporti con la Pubblica Amministrazione, registra e permette di tracciare un’infinità di altre nostre azioni personali. Insomma, la nuova carta permette, a chi la potesse controllare di seguirci in qualunque nostro rapporto col pubblico e il privato: cosa compriamo, cosa vendiamo, cosa guadagniamo e da chi, come stiamo, cosa stiamo facendo per curarci, che vizi (fumo, alcol) abbiamo, cosa stiamo chiedendo alla pubblica amministrazione. E probabilmente l’elenco è destinato ad allungarsi ancora.

Ma chi la controlla, questa carta? Se vivessimo in un mondo di persone in perfetta buona fede, diremmo: nessuno vuol vedere cosa facciamo, ma lo Stato ci proteggerebbe dalle truffe e però scoprirebbe subito eventuali nostri crimini (a partire dall’evasione) che noi dovessimo commettere, accertandone immediatamente l’entità, senza dubbi e senza abusi. Purtroppo, però, non viviamo in un mondo di angeli e qualche malintenzionato che dovesse prendere il controllo delle nostre informazioni ci potrebbe anche essere. A questo punto, una o più persone potrebbero controllare tutto di noi. Ed anche spegnerci, nel senso letterale del termine. Senza soldi, senza identità, senza la possibilità di accedere ai servizi medici, saremmo morti viventi, in un limbo in cui non potremmo interagire più con niente e nessuno.

E se il malintenzionato agisse, in perfetta buona fede, per conto del governo? Con le ideologie che sono in circolo, a partire dall’integralismo ecologista, un prossimo governo italiano (non sia mai che pensiamo all’attuale governo Draghi…) potrebbe usare la tessera alla maniera dei cinesi. Chi consuma “troppo” e “male” pesando sull’ecosistema, potrebbe essere spento, o limitato nei movimenti. In Cina, chi è nel mirino, si ritrova con i conti in banca bloccati e non può più effettuare pagamenti elettronici. Basta qualche parola sbagliata di troppo sul proprio profilo dei social network per far scattare il blocco. I nuovi paria cinesi non possono lasciare la loro città, non potendo comprare i biglietti per i mezzi pubblici. Ma non possono neppure vivere nella loro città, non potendo più avere accesso ad alcun tipo di servizio pubblico o privato. Sono dei morti viventi. Ma noi siamo una democrazia e non arriveremo mai a questo punto (o no?).