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Cristiani Perseguitati
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Medio Oriente

Un Natale nell’incertezza per i cristiani siriani

Il parroco della chiesa di san Francesco d’Assisi ad Aleppo parla delle speranze e dei timori dei cristiani

La sera del 23 dicembre in Siria, a Al-Suqaylabiya, nel distretto cristiano ortodosso di Hama, è stato bruciato un albero di Natale. Contro l’atto vandalico dei giovani hanno organizzato un sit-in e nei quartieri cristiani della capitale Damasco si sono svolte delle manifestazioni di protesta. “Stiamo affondando – ha detto un manifestante intervistato dall’agenzia di stampa Afp – perché c'è molto settarismo, molta ingiustizia contro i cristiani, sotto la copertura di ‘casi isolati’. Se non ci è permesso vivere la nostra fede cristiana nel nostro Paese, come è successo in passato, allora non abbiamo più posto qui”. Alcuni dei manifestanti hanno portato delle croci di legno, altri delle bandiere a tre stelle, quelle adottate dalle nuove autorità. Intervistato dall’agenzia di stampa AsiaNews, padre Bahjat Karakach, parroco della chiesa di san Francesco d’Assisi ad Aleppo, ha raccontato il clima di incertezza, i sentimenti contrastanti dei cristiani: “i cristiani restano perplessi per tutto ciò che sta accadendo: diversi segni di islamizzazione del Paese cominciano a palesarsi, ad esempio una preghiera pubblica molto partecipata è stata fatta nelle aule della facoltà di ingegneria della università di Damasco; diversi checkpoint chiedono espressamente alle donne cristiane di mettere il velo, agli autisti di togliere ogni segno religioso cristiano; diverse voci si alzano per la separazione di genere negli spazi pubblici, ecc. Dall’altra parte troviamo gesti di speranza come, ad esempio, un gruppo di giovani musulmani che si mettono davanti alle chiese per distribuire un fiori ai cristiani che vi entrano, sul fiore vi è un biglietto che dice: ‘insieme possiamo ricostruire il nostro Paese’". “Per quanto riguarda la vita quotidiana – ha aggiunto – non è facile dipingere un unico quadro del Paese, perché tutto dipende, in questo momento, dalla presenza di forze dell’ordine che non è omogenea. Il governo attuale è basato soprattutto sulle forze venute da Idlib, che non sono sufficienti per governare una vasta superficie. Alcuni servizi sono sospesi, mentre altri vanno abbastanza bene. Aleppo ha sofferto la sete per oltre otto giorni a causa di un attentato alla stazione idrica, compiuto dalle forze del partito curdo Forze democratiche siriane (Sdf”.