Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
CONFINE CON IL MESSICO

Un impeachment negli Usa per la mala gestione dell'immigrazione

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Immigrazione negli Usa completamente fuori controllo. I Repubblicani votano per l'impeachment di Mayorkas, segretario della Sicurezza Interna.

Esteri 15_02_2024
Immigrati fermati dalla polizia americana (La Presse)

Con un voto sul filo del rasoio, 214 contro 213, la Camera del Congresso ha approvato la procedura di impeachment per il Segretario della Sicurezza Interna, Alejandro Mayorkas. È la prima volta che un ministro americano viene sottoposto a impeachment, sebbene sia molto probabile che il Senato, a maggioranza democratica, non l’approvi.

Il voto alla Camera segue strettamente le linee di partito. È il secondo tentativo di impeachment in una settimana ed è passato per un solo voto, nonostante la diserzione di tre deputati del Partito Repubblicano. Numeri che dimostrano come Mayorkas possa dormire sonni tranquilli: avrà sicuramente il voto del Senato dalla sua parte. Tuttavia questa iniziativa senza precedenti non può essere liquidata via come un’iniziativa dei deputati trumpiani per sabotare il governo federale. Riflette una situazione veramente esasperata: il confine meridionale degli Usa è ormai attraversato da milioni di emigranti senza documenti che, molto spesso, si disperdono nel paese senza lasciar traccia.

Il presidente Biden ha reagito con parole di fuoco alla notizia dell’impeachment. «La storia non assolverà i Repubblicani della Camera per il loro atto di partigianeria palesemente anticostituzionale, prendendo di mira un onorevole funzionario pubblico solo per i loro giochetti politici».

A sua difesa, l’amministrazione Biden può vantare un record di arresti di immigrati illegali: circa 250mila nel solo mese di dicembre, un terzo in più rispetto a novembre. Sebbene non sia ancora chiaro quanto si siano ridotti gli attraversamenti illegali, perché mancano ancora i dati di gennaio, dovrebbe avere avuto effetto l’accordo con il Messico, in dicembre, che promette di trasferire ai paesi d’origine gli emigranti illegali arrivati nelle città di confine. Quegli accordi sono stati discussi proprio mentre si metteva in moto l’Esodo della Povertà, una marcia di seimila emigranti per gli Usa, la più grande delle carovane dell’anno scorso.

Il deputato Mike Green, repubblicano, dopo il voto di impeachment spiegava alla stampa i due motivi: «In primo luogo, Mayorkas si è rifiutato volontariamente di rispettare la legge, ignorando palesemente numerose disposizioni dell’Immigration and Nationality Act. Sebbene tale legge contenga diversi mandati di detenzione, Mayorkas ha ordinato il rilascio di milioni di stranieri non ammissibili nel Paese. Ha abusato dello statuto, che consentirebbe la libertà condizionata solo su base temporanea e caso per caso, approvando più di 1,7 milioni di rilasci». Mayorkas è inoltre accusato di aver mentito al Congresso: «Sotto giuramento, ha affermato di avere il controllo operativo del confine, come definito dal Secure Fence Act, per poi dichiarare di non aver mai fatto tale affermazione».

Ma i toni dello scontro parlamentare non sarebbero così accesi e non si sarebbe mai arrivati a pensare a un impeachment, se non si parlasse, come si è visto, di numeri da esodo biblico. Secondo le statistiche della Us Customs and Border Protection, i casi di attraversamento del confine, in particolare da parte di richiedenti asilo, sono passati da 458mila nel 2020 a 1,7 milioni nel 2021, a 2,4 milioni nel 2022 e 2,5 milioni nel 2023. Secondo Us Border Patrol, nel periodo dell’amministrazione Biden sono state fermate più di sei milioni di persone lungo il confine con il Messico e più di due milioni sono state individuate ma non arrestate.

Nonostante anche l’amministrazione Biden usi sempre più il pugno duro, le sue politiche, finora, hanno avuto l’effetto di attrarre emigranti dall’America latina. In luglio, senza attendere l’autorizzazione del Congresso, Biden ha consentito il ricongiungimento familiare facilitato per gli immigrati di Colombia, Guatemala, Honduras e Salvador, che abbiano almeno un parente negli Usa. Per più comprensibili motivi umanitari e politici, dal 2023 è consentito l’accesso legale più facile anche per chi arriva da Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela. Ma i regimi locali potrebbero averne approfittato, per liberarsi di un po’ di gente indesiderata. In generale, l’uso più diffuso della scarcerazione degli illegali su libertà vigilata ha inoltre ridotto il deterrente al confine. Il problema è che in tutti gli Stati meridionali, confinanti con il Messico, secondo un rapporto del Migration Policy Institute, «Mancano infrastrutture logistiche, sanitarie, legali per gestire l’arrivo di immigrati su una scala senza precedenti».