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LETTERE IN REDAZIONE

Un grazie di cuore al cardinale Müller

Nel Manifesto della Fede, il cardinale Müller ha ben colto il disorientamento di tanti cattolici fedeli al magistero millenario della Chiesa, ribadendo la fedele esposizione della nostra fede cattolica. Per questo mi sento di ringraziarlo moltissimo.

Il cardinale Müller

Caro direttore,

ho riletto il Manifesto della Fede del Card. Müller e ciò che Libertà e Persona ha pubblicato prima ancora, il 29 giugno 2018, “I vescovi non conoscono più la fede”.

Ora vorrei attraverso il suo giornale far giungere un accorato ringraziamento all’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede.
Il motivo è essenzialmente uno: egli ha colto il disorientamento di molti cattolici fedeli al magistero millenario della Chiesa ed ha espresso nel sottotitolo del suo magisteriale intervento l’accorata preoccupazione del buon pastore: “non sia turbato il vostro cuore”.

Davanti all’assenza di risposta ai “Dubia” dei quattro cardinali, riconosco coraggiosa e sapiente la fedele esposizione della nostra fede cattolica.
Voglio invitare vescovi e sacerdoti a riconoscersi in questo Manifesto e a restare fedeli a ciò che il Catechismo proclama senza dubbi.

Vorrei infatti che in questo tempo di grande prova all’interno della Chiesa, dove pare che nella morale da sempre conosciuta come applicazione alla vita vissuta della fede proclamata, siano state aperte falle e voragini sempre più apertamente in conflitto con la sana tradizione, ci fosse un serio ripensamento da parte della gerarchia ufficiale.

Poiché molti giornalisti si affannano a schedare i cattolici tra conservatori (ratzingeriani) e modernisti (papisti) dirò che non gradisco questa classificazione politica: la Chiesa non è un partito, in essa la Verità è Una come Cristo è uno, ed egli opera perché siamo uno, come in GV 17,21  chiese accoratamente “siate uno perché il mondo creda”.

Ora se la fede è così radicalmente messa alla prova in questo terzo millennio non è a causa della pedofilia, anzi del dilagare dell’omosessualità di preti e vescovi, ma al contrario è la mancanza di fede e unità causa dell’immoralità e del relativismo dominanti. È chiaro quindi che la cura per i mali del cattolicesimo (già San Giovanni Paolo II lo chiedeva negli anni ’80) è la rievangelizzazione dei battezzati, cominciando da vescovi e preti che, come coraggiosamente dice il card. Muller, non conoscono più la fede e vanno velocemente verso la protestantizzazione, ingannevole modo di fare unità tra i cristiani.

So bene che a molti cattolici adulti non piacciono le profezie, eppure ce n’è una così calzante che pare la foto a colori della Chiesa del 2019. La Beata K. Emmerich (1774-1884) dice infatti: “Poi vidi tutto ciò che riguardava il protestantesimo stava prendendo gradualmente il sopravvento e la religione cattolica stava precipitando in una completa decadenza. … In quei giorni la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre … Vidi che molti pastori si erano fatti coinvolgere in idee che erano pericolose per la chiesa. Stavano costruendo una chiesa grande, strana e stravagante. Ma Dio aveva altri progetti”.

Grazie dell’attenzione, signor Direttore, la prego faccia giungere il mio sentito ringraziamento al sig. Cardinale con l’assicurazione di preghiere per il suo insostituibile ministero.

Margherita Borsalino