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Induismo

Un grave episodio di intolleranza religiosa nell’Uttar Pradesh

Due Pastori sono stati arrestati con l’accusa di convertire al Cristianesimo mentre stavano svolgendo un servizio di preghiera a casa di uno di loro. Ora sono liberi su cauzione

Si fa sempre più difficile la vita delle comunità cristiane in alcuni stati indiani a causa dell’intolleranza religiosa degli integralisti indù. False accuse di conversioni forzate vengono spesso usate dai nazionalisti Indù per perseguitare le comunità cristiane. Lo stato in cui si verificano più violenze è l’Uttar Pradesh, con oltre 200 milioni di abitanti il più popoloso dell’India, guidato da Yogi Adityanath, un santone ostile alle minoranze religiose. L’episodio più recente si è verificato il 4 ottobre nel distretto di Mau. Sei membri del gruppo nazionalista Hindu Vahini hanno fatto irruzione nella casa del Pastore Harilal mentre insieme al Pastore Kalicharan stava guidando un servizio di preghiera, hanno interrotto la funzione e hanno ripreso i cristiani presenti. “Poco dopo – il Pastore Harilal ha raccontato all’organizzazione non governativa International Christian Concern – è arrivata la polizia e ci ha domandato perché stavamo convertendo i presenti. Abbiamo risposto che stavano solo pregando con alcune persone che desideravano farlo”. Tuttavia gli agenti hanno prelevato i due Pastori e li hanno arrestati. Alla stazione di polizia, gli agenti hanno detto ai due Pastori che l’India è una nazione Indù e che le loro conversioni al Cristianesimo disonorano il paese. Il giorno successivo Harilal e Kalicharan sono stati portati davanti a un giudice e poi trasferiti nel carcere distrettuale di Mau. Solo il 6 ottobre sono stati rilasciati su cauzione. Da allora “è diventato molto difficile organizzare un servizio di preghiera – il Pastore Harilal ha spiegato all’ICC – abbiamo pregato con metà dei membri della nostra chiesa e abbiamo dovuto cambiare ora e durata dei servizi”.