Un bacio a 5 stelle (galeotte)
Volevano abbattere le liturgie della vecchia politica e si affidano alla più abusata. Il candidato Cinque Stelle Di Maio alla prova del bacio della reliquia di San Gennaro. Un bacio a cinque stelle. Galeotte.
Non lo abbiamo mai sentito pronunciare parole significative circa la sua fede, nè su politiche, diciamo così, cristianamente orientate. Ed è per questo che vedere il candidato premier dei Cinque Stelle baciare la reliquia di San Gennario (a proposito, il miracolo della liquefazione è avvenuto) ci fa sorridere. La carriera politica è cosa importante, quindi comprendiamo che valga la pena anche sobbarcarsi il rito della devozione popolare. Dal comandante Lauro in poi da queste parti nessun esponente politico si è sottratto al bacio propiziatorio. E dato che la cavalcata di Di Maio alla premiership Cinque Stelle deve partire da qualche cosa, avrà pensato bene che questo fosse un buon trampolino di lancio.
Semmai, a stupire dovrebbero essere le parole pronunciate: "Una grande emozione". Che fantasia, Di Maio, che profondità di pensiero e di analisi. Ma Parigi val bene una messa e il governo val bene un bacio. Un bacio per suggellare un'amore improvvisamente sbocciato in favor di telecamere. Il partito che doveva mandare in soffitta le liturgie stantie e ammuffite della vecchia politica, si affida liturgia basilare per chiunque voglia fare politica a Napoli per trovare un po' di consenso. E pazienza se i Cinque Stelle con la fede cattolica non siano mai andati molto a braccetto. Però si ricordi, che il bacio è anche il simbolo del tradimento. Non ti fidar di un bacio a mezzanotte, non ti fidar di Stelle galeotte. Soprattutto se sono Cinque.