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Epidemie

Un ammalato in fuga diffonde il virus Ebola nella Repubblica democratica del Congo

Svanisce la speranza di aver sconfitto Ebola in Congo dopo la scoperta di sei nuovi casi, tanto più che un uomo, ricoverato a Beni, si è dato alla fuga e rischia di contagiare molte persone

Svipop 26_04_2020

Il 27 marzo, mentre l’Oms contava di poter annunciare di lì a poco la fine dell’epidemia di Ebola nella Repubblica democratica del Congo, trascorsi 42 giorni dall’ultimo caso registrato, un uomo di 26 anni è stato ricoverato a Beni con i sintomi della malattia. Il 9 aprile è morto. Tre giorni dopo è stato individuato un secondo caso – una bambina di 11 mesi, morta anche lei nonostante le cure tentate per salvarla – e altri cinque nei giorni successivi. La speranza che l’epidemia, scoppiata nell’agosto del 2018, fosse terminata è svanita, proprio mentre nel paese si verificano i primi decessi causati dal Covid-19. A peggiorare la situazione, uno dei nuovi ammalati di Ebola, un taxista di 28 anni, il 17 aprile è scappato dal centro sanitario di Beni in cui era ricoverato e ha fatto perdere le sue tracce. Le forze dell’ordine lo stanno cercando ed esortano la popolazione a non nasconderlo. Ma decenni di instabilità e malgoverno hanno eroso la fiducia nelle autorità del Congo. Benché Ebola abbia ucciso già più di 2.200 persone, molti continuano addirittura a credere che il virus non esista. “Stiamo facendo tutto il possibile per trovarlo, finora senza esito. Le ricerche continuano  – ha dichiarato il responsabile dell’Oms in Congo, Boubacar Diallo – ci saranno altri nuovi casi a causa sua, tra le persone con cui è entrato in contatto”. Per fermare i contagi è indispensabile individuare tutte le persone che entrano in contatto con ogni nuovo ammalato, metterle in quarantena e, adesso che per la prima volta è possibile, vaccinarle. “Dato che non viene curato morirà – dice il vice sindaco di Beni Muhindo Bakwanamaha – ma nel frattempo molti avranno rapporti con lui e si ammaleranno a loro volta”.