Ue: Socialisti e giudici liberal all'assalto dI Polonia e Italia
Socialisti e giudici europei all’attacco dei conservatori. Attacchi feroci e determinati, ampi e coordinati da parte di associazioni di giudici progressisti contro Polonia. Non vogliono che riceva i fondi del Pnrr, a causa della sua riforma della giustizia. Attacco frontale dei Socialisti europei contro la possibilità che il centrodestra vinca in Italia.
Socialisti e giudici europei all’attacco dei conservatori. Attacchi feroci e determinati, ampi e coordinati contro Polonia ed Italia. Un'azione legale contro il Consiglio dell’Unione Europea, per la sua decisione di approvare il Recovery Fund della Polonia, è stata annunciata ieri da una serie di associazioni ‘private’ di avvocati e giuristi europei, coordinate dalla ‘The Good Lobby’ (tra i cui sostenitori troviamo anche la rete di Geroge Soros). Il fatto è inaudito anche se, proprio nei mesi scorsi, i gruppi Parlamentari di Socialisti, Sinistre, Verdi e Liberali avevano minacciato di procedere in questa direzione.
L'azione è stata promossa da quattro associazioni (Associazione dei giudici amministrativi europei, AEAJ), dall'Associazione europea dei giudici (EAJ), da Rechters voor Rechters (Giudici per i giudici) e da Magistrats Européens pour la Démocratie et les Libertés (MEDEL), che sostengono che la decisione del Consiglio non ripristina l'indipendenza della magistratura polacca e non tiene conto di precedenti sentenze della Corte di giustizia dell'UE (CGUE). Le quattro associazioni chiedono l'annullamento della decisione del Consiglio, presa a giugno sulla base di una raccomandazione della Commissione europea. "Quella decisione danneggia il sistema giudiziario europeo nel suo complesso e la posizione di ogni singolo giudice europeo", perché si dice “tutti i giudici di ogni singolo Stato membro sono anche giudici europei e devono applicare il diritto dell'UE, in un sistema basato sulla fiducia reciproca". L'azione legale è stata presentata alla CGUE (Corte di giustizia) di Lussemburgo, che ha il diritto di rivedere e, potenzialmente annullare, gli atti legislativi di altre istituzioni dell'UE.
La Polonia non ha ancora ricevuto il Recovery Fund stabilito da Bruxelles che ammonterebbe a 23,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 11,5 miliardi di euro in prestiti a tassi calmierati. Al centro della controversia c'era la camera disciplinare della Corte Suprema, che nel 2019 aveva il potere di punire i magistrati per il contenuto delle loro sentenze, per aver posto domande alla CGUE e per aver verificato l'indipendenza e l'imparzialità di altri tribunali. Tale riforma, preparata e concordata con Bruxelles e con la Presidente Von der Leyen, era stata approvata dal parlamento polacco a fine luglio, prima della repentina ed altrettanto inaudita ‘retromarcia’ della stessa Commissione ad inizio agosto, come abbiamo descritto su LaBussola. Ieri il colpo di scena, rilanciato da Politico, Euractiv ed altre piattaforme di informazioni legate alle sinistre il-liberali europee. In tutto ciò, è solo il caso di far notare che il fondatore e direttore del team della lobby di coordinamento legale che ha provveduto a sostenere la denuncia delle quattro associazioni di magistrati è un italiano, Alberto Alemanno, molto apprezzato negli ambienti liberal e di sinistra europei. Alemanno è fondatore e direttore di ‘The Good Lobby’ che, in breve, avrebbe lo scopo nobile di ‘riattivare la partecipazione della società dal basso in forma di lobbies che forniscano conoscenza e argomenti alla politica per giungere a decisioni più eque’. Peccato chje tra le iniziative promosse sinora, nel sito della ‘buona lobby’ italiana ed europea, non si trovi una sola battaglia verso la dignità della vita umana, la famiglia e le condizione di difficoltà in cui vivono, la discriminazione verso i cristiani, la libertà di educazione... Una ‘buona lobby’ che ha tra i sostenitori e finanziatori, tra gli altri, il magnate dell’il-liberalismo globale, Geroge Soros e la sua Open Society Foundations, non certo meri suggeritori distaccati di iniziative politiche, giudiziarie e mass mediatiche.
Legittimo, trasparente ma diciamolo pure, politicamente molto motivato. La denuncia nei confronti del Consiglio, i cui effetti deleteri potrebbero colpire anche la Commissione e, in ultima analisi, indebolire ulteriormente la credibilità istituzionale di entrambi gli organi, in una situazione internazionale già di per sé molto preoccupante. Coincidenza, ennesima, vuole che lo stesso giorno di ieri, la capogruppo gruppo socialista europeo Iratxe García si è lanciata in una intervista sui pericoli che, secondo lei, provocherebbe la vittoria del centro destra in Italia. I Socialisti europei non sono per nulla preoccupati della crescita della destra pagana e estremista in Svezia (elezioni parlamentari 11 settembre), la Iratxe García è preoccupata che alle elezioni italiane vincano gli estremisti: sarebbero i partiti di Forza Italia (PPE), Lega (ID) e Fratelli di Italia (Conservatori), condivide la ‘polarizzazione’ promossa da Enrico Letta che, piace all’estero proprio per i suoi toni novecenteschi di guerra tra i ‘rossi’ buoni ed i ‘neri’ cattivi. A dar man forte alla Capogruppo europea dei Socialisti il collega di partito tedesco Udo Bullmann che assimila la possibile vittoria di Giorgia Meloni (“destra radicale”) con le pagine più buie del nazismo tedesco e portare l’Italia verso “l’orbanizzazione ungherese o una democrazia sbilanciata come accaduto con il governo di Diritto e Giustizia in Polonia”.
Parolacce che si commentano da sole. Due piccole osservazioni: La prima, i Socialisti europei dimenticano volutamente il trattamento che il novello paladino antifascista (quando il fascismo non esiste più) Enrico Letta, ha usato per sbarazzarsi dell’ex Presidente del Gruppo dei socialisti europei a Bruxelles Gianni Pittella e della sua famiglia. Non proprio un quisque de populo. La seconda, i Socialisti europei non si sono accorti che Giorgia Meloni è presidente dei Conservatori e Riformisti europei dal 28 settembre 2020 e che tra i governi conservatori europei, per far solo due esempi, c’è quella Polonia che accoglie 6 milioni di rifugiati e quella Repubblica Ceca che sta tentando da settimane di convocare una riunione di emergenza sulla crisi energetica? La solidarietà e l’interesse per il lavoro e la giustizia sociale sono ora nelle mani di conservatori e popolari, ai socialisti europei rimangono carte bollate e strilla del secolo scorso.