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Cristiani sotto attacco

Uccisi quattro monaci in Etiopia

Uomini armati che si ritiene appartengano al Fronte di liberazione Oromo hanno attaccato il loro monastero, li hanno rapiti e poi uccisi

Il 20 febbraio in Etiopia, nella regione dell’Oromia, degli uomini armati hanno fatto irruzione nel monastero di Zequala, hanno rapito quattro monaci, tra cui l’amministratore e il segretario del monastero, e li hanno successivamente uccisi. Un quinto monaco è stato ferito durante l’incursione. Anche se nessuno finora ha rivendicato l’attacco, i sospetti si sono subito concentrati sull’Esercito di liberazione Oromo che è il braccio armato del Fronte di liberazione Oromo (OLF). L’OLF ha replicato con un duro comunicato. Dopo una dichiarazione di condanna di “ogni tipo di uccisione di civili innocenti, chiunque sia a perpetrarli”, ha attaccato il governo: sebbene abbia la responsabilità di proteggere i civili, “negli ultimi anni l’occupazione costante del governo è stata scaricare la colpa e cercare capri espiatori senza che questo abbia prodotto risultati favorevoli per la gente comune”. Quanto alla Chiesa ortodossa etiope, l’OLF sostiene di “credere fermamente che la Chiesa come istituzione religiosa debba sottrarsi alla politica e la conflitto tra i regimi al potere e i loro avversari”. “Dovrebbe quindi rivedere il suo ruolo di autorità religiosa e morale nel paese”, si legge nel comunicato. Il conflitto tra l’Oromia e il governo federale è di lunga data. L’OLF lotta dal 1973 per l’autodeterminazione dell’etnia Oromo. Lo storico, antico monastero di Zequala si trova nella diocesi di Shewa est. Si dice che sia stato fondato intorno al X secolo da Gebre Menfes Kidus, venerato come santo dalla Chiesa copta. Ospita molte reliquie e oggetti sacri. Nel corso del tempo ha subito gravi danni causati da ripetuti saccheggi e incendi.