Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Colombano a cura di Ermes Dovico
IL PRESIDENTE DELLA TUNISIA

Tunisi: morto Essebsi, emerge l'odio degli islamisti

Omaggi e parole di cordoglio da tutto il mondo per Beji Caid Essebsi, il presidente della Tunisia morto il 25 luglio. Ma non dai Fratelli Musulmani, da cui arrivano fiumi di odio, anatemi contro i suoi seguaci e condanne al suo modello politico laico. Ipocrisia dell'omaggio postumo di Erdogan, dalla Turchia, e dei leader tunisini islamisti.

Esteri 31_07_2019
Tunisi, funerale di Essebsi

Omaggi e parole di cordoglio da tutto il mondo per Beji Caid Essebsi. Capi di stato e di governo hanno espresso grande stima e apprezzamento per la figura del Presidente scomparso il 25 luglio, augurando alla Tunisia di proseguire lungo la strada della democrazia costituzionale e dei diritti umani e civili da lui tracciata.

Democrazia e diritti, d'altro canto, restano il nemico numero uno dei Fratelli Musulmani, che li invocano solo in maniera strumentale per navigare nei processi interni a paesi come Egitto, Libia, Algeria e alla stessa Tunisia, al fine di prendere il potere attraverso il voto e stabilire dittature fondamentaliste. Inquietano ma non stupiscono, pertanto, gli anatemi lanciati contro Essebsi su internet dal militantismo islamista transnazionale che fa capo, direttamente o indirettamente, ai Fratelli Musulmani. Indirettamente perché il noto estremista algerino, Abdelfattah Hamadache, non viene solitamente collegato dai media alla Fratellanza, pur condividendone la visione e le aspirazioni politiche. Probabilmente rinvigorito dalla nomina a Presidente del Parlamento del Fratello Musulmano, Slimane Chenine, Hamadache si è detto contrario alla sepoltura di Essebsi in un cimitero islamico, considerandola "illecita". Il peccato commesso dal Presidente tunisino è stato quello di aver fatto valere le ragioni dello Stato civile contro quello teocratico fondato sulla sharia. Quanto basta per essere etichettati come "nemici dell'Islam", come riporta Asia News.

Direttamente riconducibile ai Fratelli Musulmani è invece il famigerato Wagdy Ghoneim, rifugiatosi presso la corte di Erdogan in Turchia in fuga dall'Egitto di Al Sisi, come tanti affiliati alla Fratellanza che fu di Mohamed Morsi. Ghoneim, già condannato in absentia da una corte egiziana per aver incitato all'uccisione di cristiani copti e delle forze di sicurezza, ha definito Essebsi "un apostata" che ha combattuto contro l'islam e ha pregato contro di lui e i suoi seguaci. Il messaggio di Ghoneim era talmente pieno di odio che persino la sua pagina Facebook si è rifiutata di pubblicarlo per intero prima di sparire del tutto.

Se questi sono i veri sentimenti dei Fratelli Musulmani, suonano alquanto ipocrite le condoglianze inviate da Erdogan, che nel suo messaggio non ha comunque dimenticato d'invocare la pietà divina sul Presidente tunisino. Erdogan, peraltro, si trova in questi giorni impigliato nella rete di internet per lo scandalo legato al contenuto dei libri di testo introdotti dal suo partito fondamentalista nelle scuole pubbliche di tutta la Turchia. Libri dove si giustificano gli attentati dell'11 settembre e si attacca l'Unione Europea come un club cristiano anti-islamico. Tanto odio genera ancora inquietudine, ma non stupore, essendo questo da sempre il retropensiero dei Fratelli Musulmani, reso solo esplicito da personaggi come Erdogan e Ghoneim. Anche se ciò continua a non bastare all'Occidente per riconoscere appieno il male incarnato dalla Fratellanza e combatterlo di conseguenza.

Non meno ipocrite di quelle di Erdogan, sono state le parole riservate a Essebsi da Rachid Ghannouchi, il leader di Ennhada, il braccio politico dei Fratelli Musulmani tunisini. O forse lo sono di più. Ghannouchi ha infatti salutato Essebsi come un uomo "ricco di saggezza", mentre continua a manovrare per beneficiare del vuoto politico da lui lasciato, in vista delle imminenti elezioni parlamentari e presidenziali. Nessuno in Tunisia deve aver creduto alla sincerità di Ghannouchi, tanto più che sulla stampa araba stanno riemergendo i legami tra Ennhada e Ghaneim. Nel 2012, questi fu invitato dall'allora Presidente non eletto, Moncef Marzouki, Fratello Musulmano, a tenere un sermone in una moschea della capitale e fu ricevuto con tutti gli onori presso il palazzo presidenziale. Mentre il partito non ha mai rilasciato dichiarazioni volte a smentire le sue continue esternazioni estremiste o a prendere le distanze da esse.

Dopo i gravi commenti rilasciati in seguito alla scomparsa di Essebsi, il Premier Youssef Chahed ha rilasciato un'ordinanza con la quale si proibisce a Ghoneim l'ingresso nel paese. Un provvedimento accolto favorevolmente dai tunisini, che sui social network hanno risposto per le rime all'odio veicolato dal suo post su Facebook. È dalla Tunisia, inoltre, che sono giunti i numerosi attacchi elettronici che hanno fatto sì che la pagina venisse chiusa.

Non tutto l'odio viene però per nuocere. Chahed, in forte contrasto con Essebsi dopo la sua fuoriuscita da Nidaa Tounes e la creazione di Tahya Tounes, sembra contare sull'appoggio di Ennhada per vincere le elezioni presidenziali o essere riconfermato Primo Ministro. È sicuro di voler confermare l'intesa con Ghannouchi, rendendosi così strumento dell'agenda fondamentalista di Ennhada? La decisione di bandire Ghoneim dalla Tunisia è un segnale di speranza verso un ricompattamento del fronte laico e moderato, affinché l'eredità di Essebsi non venga dispersa e lasciata alla mercé dei Fratelli Musulmani.