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SPESA MILITARE

Trump, col riarmo, punta al collasso dei nemici

Il presidente statunitense annuncia un grande piano di riarmo, sia convenzionale che nucleare e cestina la distensione con la Russia. Perché? Per motivi politici: cementare il consenso dei repubblicani. E strategici: sa che Cina e Russia non possono competere con il riarmo degli Usa. E almeno la Cina potrebbe anche collassare se ci provasse. Trump imita Reagan, con l'ultima corsa agli armamenti che fece implodere l'Urss.

TRUMP E REAGAN di Marco Respinti

Esteri 02_03_2017
Test missilistico americano

"Stiamo prendendo misure forti per proteggere il nostro Paese dal terrorismo radicale islamico. Non è compassione ma incoscienza permettere un ingresso incontrollato da luoghi dove non esistono controlli adeguati" ha detto Donald Trump, nel suo primo intervento davanti al Congresso.

"Non permetteremo che gli Stati Uniti diventino un santuario per gli estremisti" ha ribadito Trump riferendosi all’Europa che ha a dir poco “ceduto” su questo fronte. "Dobbiamo avere il coraggio di esprimere le nostre speranze. E sperare che queste speranze e i nostri sogni si trasformino in azioni. Da ora in poi l'America sarà guidata dalle nostre aspirazioni, non oppressa dalle nostre paure", insiste il presidente americano, che ha strappato numerose standing ovation da parte repubblicana, cancellando la freddezza di deputati e senatori democratici che per la gran parte del discorso restano seduti e mettono in pratica una sorta di sciopero degli applausi.

"Alzeremo i salari, aiuteremo i disoccupati, risparmieremo miliardi di dollari, oltre a rendere le nostre comunità più sicure per tutti" ha detto lanciando poi l'appello per una riforma delle tasse "epocale" che contempli "enormi tagli" per la classe media e le aziende, e per una nuova riforma sanitaria. "Dobbiamo salvare gli americani da questo disastro dell'Obamacare che sta implodendo". Trump ribadisce soprattutto la volontà di incrementare cospicuamente le risorse per la difesa.

"Per mantenere l'America sicura dobbiamo fornire agli uomini e alle donne del nostro esercito tutti i mezzi necessari per prevenire le guerre. E, se necessario, per combattere e vincere. Sosteniamo con forza la Nato" ma "i nostri partner devono rispettare i loro obblighi finanziari". Trump ha infatti sottolineato come "dopo una discussione franca molti alleati Nato abbiano cominciato  a pagare. I soldi stanno cominciando ad arrivare", ha dichiarato riferendosi all'impegno pari al 2% del Pil da spendere nella Difesa chiesto dagli Usa agli alleati europei. “Un nuovo capitolo della grandezza dell'America sta iniziando", ha concluso il presidente americano guadagnando consensi anche inaspettati come quello del Washington Post che ha riconosciuto statura e autorevolezza all’intervento accolto con favore, secondo un sondaggio Cnn-Orc, dal 78% degli spettatori tra i quali 7 su 10 si sono inoltre dichiarati più ottimisti sulla direzione del Paese dopo aver ascoltato Trump. 

Molti degli elementi emersi dalle dichiarazioni di Trump negli ultimi giorni suscitano però perplessità e qualche preoccupazione. La distensione tanto attesa con la Russia di Vladimir Putin sembra ormai archiviata dopo l’annuncio di un'enorme crescita delle spese militari (+84 miliardi solo quest’anno con un bilancio del Pentagono che quindi supererà i 700 miliardi di dollari) e della ripresa della corsa al riarmo anche nel settore nucleare. L’aumento annunciato quest’anno, che riporta i bilanci del Pentagono al livello di quelli di 10 anni or sono, quando 200 mila soldati americani combattevano in Iraq, Afghanistan e negli altri teatri bellici del post 11 settembre, da solo rappresenta quasi il doppio dei 48 miliardi di dollari spesi nel 2016 da Mosca per il suo apparato militare e quasi la metà dei 192 miliardi di dollari spesi per le forze armate cinesi. In termini finanziari e militari, Russia e Cina non sono in grado di competere con gli USA, unica potenza globale. Perchè allora potenziare le forze americane con 80 navi in più, 100 velivoli da combattimento aggiuntivi e 80 mila effettivi in più di quelli oggi in servizio? Perché rinunciare all’accordo con Mosca, il New Start, che fissa 1.550 le testate atomiche dei due Paesi e a 800 i vettori in grado di trasportarle? In fondo si tratta di un livello sufficiente a distruggere più volte il mondo e a garantire a entrambe la certezza di non poter essere attaccato senza avere la possibilità di devastare gli avversari nuclearizzandoli a sua volta. 

Il massiccio riarmo si spiega quindi solo con ragioni politiche e strategiche. La rinuncia alla distensione cin Mosca cementa intorno al presidente il sostegno del Partito Repubblicano, dei militari e della potente lobby dell’industria hi-tech militare che beneficerà subito dei programmi di riarmo varati da Trump promettendo al presidente prezzi più concorrenziali in cambio di commesse più nutrite. Le pressioni Usa imporranno agli europei spese per altri 100 miliardi annui per lo più da investire nell’acquisto di armi americane (F-35 in testa) e soprattutto puntano a impedire che l’Europa si affranchi dalla Nato a guida anglo-americana rafforzando anche sotto il profilo strategico l’egemonia continentale della Germania. 

Mosca e Pechino saranno costrette a seguire gli USA in una corsa al riarmo che finanziariamente non possono permettersi: i russi anche a causa delle sanzioni che Usa ed Europa non sembrano voler abrogare e la Cina a causa di un’economia in crescita frenata e che potrebbe subire gravissimi danni dal blocco delle importazioni dagli Usa minacciato da Trump. Condizioni che provocherebbero centinaia di milioni di disoccupati e un disagio sociale (già esplosivo in molte regioni) forse in grado di far collassare la Cina e il suo regime comunista. 

Più o meno lo stesso schema adottato da Ronald Reagan, vera “icona” di Trump, che con il riarmo e le “guerre stellari” costrinse l’Urss a una corsa al riarmo che la portò al tracollo interno e alla dissoluzione.