Trump cerca di porre un argine al politicamente corretto nelle scuole
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I numeri non sono opinioni, ma per il pensiero politicamente corretto americano, nel pieno della rivoluzione woke, la matematica è materia "da bianchi". Gli esperimenti di riscrittura delle regole stanno però fallendo miseramente.

Matematica, problema anni sessanta: un contadino ha cinque chili di patate, ne vende un terzo a 50 lire al kg. Calcola quanto guadagna. Problema anni ottanta: un contadino ha cinque chili di patate, ne vende un terzo a 50 lire al kg. Fai una ricerca sull’oppressione dei coltivatori di patate in Guatemala. Problema anni Duemila: un contadino ha cinque chili di patate, ne vende un terzo a 50 lire al kg. Scrivi un paragrafo su come ti senti.
Gli echi in Italia dell’“assalto” del governo Trump alle scuole ed università possono far pensare ad un tentativo di imbrigliarle e accentrarne il controllo nelle sue mani. In realtà, l’azione del Presidente americano è un rivoluzionario ritorno alle origini pre-politicamente corretto, senza imposizioni ma solo divieti: il divieto di assunzioni D.E.I., i criteri di diversity, equity, inclusion che, loro sì, costringono i singoli istituti a comportamenti regolamentati dall’alto, e l’eliminazione dei programmi di genere, che l’Agenda 2030 dell’ONU prescrive invece per ogni possibile ambito, scolastico e non. Per il resto il piano di Trump è di riuscire addirittura ad abolire il Ministero dell’Istruzione, come voleva fare Ronald Reagan senza riuscirci.
L’educazione è sempre stato un tema forte e un terreno di battaglia negli Stati Uniti, dove si confrontano in modo sempre più netto due linee di pensiero: quello progressista, incentrato sull’alunno, incoraggiato a scoprire il mondo il più possible senza l’intervento dell’insegnante, e quello classico, fondato sull’insegnamento sistematico dalla cattedra e gli esercizi intensivi.
Dagli anni Sessanta hanno dilagato sempre di più i progressisti, il cui cavallo di battaglia di oggi si chiama “equity education”, che non ha niente a che vedere con l’equità, ma tutto a che vedere con l’annacquamento degli standard accademici e con l’accusa in pianta stabile, inserita in qualche modo in ogni materia, di razzismo a carico dell’Occidente.
È rispetto a questa cultura, diffusasi in modo sempre più accelerato negli ultimi anni, che Trump ha chiamato l’alt. Paradossalmente, a non subire pressioni dal governo federale per cambiare rotta sono le scuole pubbliche, dato che non dipendono da Washington ma dalle amministrazioni dei singoli stati. Ciò significa che continueranno ad avere mano libera le Fondazioni miliardarie per influire benevolmente, grazie alle donazioni, sui programmi scolastici.
Facciamo qualche esempio. La Fondazione Bill and Melinda Gates è stata la principale promotrice dello studio della “matematica anti-razzista”, illustrata su queste colonne da Luca Volonté nel 2021 in particolare con il progetto A Pathway to Equitable Math Instruction [Sentiero verso un’equa istruzione matematica] che considera inutile e repressivo esigere la risposta esatta ad un problema di matematica, perché appartiene alla “cultura di supremazia bianca.”
Un’altra fondazione generosa, che promuove le pratiche DEI e l’anti-razzismo tramite la matematica, è la Heising-Simons Foundation, che assieme a Gates ha finanziato TODOS Mathematics for All. TODOS, Matematica per tutti è un’organizzazione dell’Arizona che l’anno scorso ha tenuto un webinar sulla “Identità LGBTQI+ nell’educazione matematica”, durante il quale si è discettato a lungo di vari gruppi identitari queer ed indigeni, senza dedicare particolare attenzione all’insegnamento della matematica.
La Heising-Simons Foundation ha finanziato anche i corsi nelle scuole pubbliche di Alexandria, Virginia, che insegnavano ai bambini, dalle scuole materne alla seconda elementare, a contare i personaggi dei libri suddividendoli in gruppi razziali per poi assegnare un punteggio a quelli con il numero più basso di bianchi.
La stessa rete filantropica finanzia Danny Bernard Martin, professore dell’Università dell’Illinois ed esponente della cosiddetta “matematica woke”. Il suo progetto Racial Justice in Early Mathematics [Giustizia razziale nella matematica degli inizi] ha ricevuto quasi 2,5 milioni di dollari in sei anni dalla Heising-Simons Foundation. Il prof. Martin considera la matematica un “costrutto del suprematismo bianco” che infligge “violenza epistemologica” sugli studenti neri.
Come soluzione, Martin suggerisce agli studenti neri di andare a lezione solo da insegnanti neri e di dedicarsi ad organizzare scioperi e boicottaggi per protestare contro l’insegnamento della matematica nella sua forma attuale.
Nel 2023 nei laboratori del Progetto Racial Justice in Early Mathematics, furono inaugurati i “problemi senza numeri”, metodo, spiegarono gli istruttori, che mira a contrastare “i modi europei di sapere e fare” e ad “aiutare i bambini a capire che la matematica potrebbe essere uno strumento importante per capire e promuovere la giustizia sociale.”
Ciò non tiene conto, osservano i critici, che inserire della prosa fra i calcoli può esarcerbare proprio le disparità che i fautori della giustizia sociale dicono di voler eliminare, e rischia di discriminare la minoranza asiatica che tende, al contrario, ad eccellere nei numeri.
La Fondazione Gates assieme alla Fondazione Valhalla sono da tempo finanziatori del progetto YouCubed [TuAlCubo] di Jo Boaler, la professoressa di Stanford che si distinse nella campagna per rimuovere l’algebra dalle scuole medie di San Francisco, campagna che ebbe successo, naturalmente in nome dell’equità, perché bisognava dare più tempo ai giovani neri ed ispanici per prepararvisi senza figurare con voti bassi. Più razzisti di così?
Nel 2023 uno studio della stessa Stanford stabilì che l’esperimento della soppressione di Algebra 1 aveva aiutato ben poco a chiudere il divario fra i voti delle diverse razze. Il numero di iscritti neri ai corsi di matematica avanzata rimase uguale mentre la partecipazione degli ispanici aumentò dell’1%. Viceversa i metodi didattici che nello stesso tempo avevano aumentato, anziché allentato, il rigore hanno registrato miglioramenti notevoli nella performance degli studenti neri.