Trump alla March for Life: "Ogni bambino è un dono di Dio"
“È per me un grande onore essere il primo presidente della storia che partecipa alla Marcia per la Vita”. Così Donald Trump ha incominciato il discorso alla 47ma manifestazione nazionale dei pro-life, primo inquilino alla Casa Bianca che si espone così tanto in difesa del diritto alla vita. Ma non tutti i media hanno apprezzato.
“È per me un grande onore essere il primo presidente della storia che partecipa alla Marcia per la Vita”. Così Donald Trump ha incominciato il discorso alla 47ma manifestazione nazionale pro-life, a Washington, a cui quest'anno hanno partecipato più di 100.000 persone, più della metà delle quali giovani sotto i 30 anni. Trump ha fatto la storia perché è il primo inquilino alla Casa Bianca che si espone così tanto in difesa del diritto alla vita. Ma non tutti i media hanno apprezzato o voluto comprendere l’importanza di questa scelta e, a parte la prevedibile diretta di Fox News, colossi della televisione come Cnn e Msnbc hanno fatto passare la notizia in sordina (e hanno anche trovato il tempo di criticarla).
La candidatura di Trump nel 2016 aveva suscitato ben più di un dubbio nell’elettorato cristiano, soprattutto per la sua ambiguità sull’aborto. Pro-choice dichiarato prima di entrare nell’arena politica, aveva dichiarato di essersi pentito, ma comunque pareva più opportunismo elettorale che una sincera conversione alla causa della difesa del diritto alla vita.
Nonostante tutti i dubbi iniziali, il suo discorso era intriso di un profondo spirito religioso. “Tutti noi comprendiamo – ha dichiarato – una verità eterna: ogni bambino è un dono prezioso e sacro di Dio. Assieme, noi dobbiamo proteggere, amare e difendere la dignità e la santità di ogni vita umana”. “Quando vediamo l’immagine di un bambino nel grembo materno, vediamo la maestosità della creazione di Dio. Quando teniamo un neonato tra le braccia, conosciamo l’amore infinito che ogni bambino porta in una famiglia. Quando guardiamo crescere un bambino, vediamo lo splendore che si irradia da ogni anima umana. Una vita cambia il mondo”. E anche in conclusione: “…soprattutto, sappiamo che ogni anima umana è divina e ogni vita umana, nata e non nata, è fatta a immagine santa di Dio Onnipotente. Insieme, difenderemo questa verità in tutta la nostra magnifica terra. Libereremo i sogni della nostra gente. E con una speranza determinata, attendiamo con impazienza tutte le benedizioni che verranno dalla bellezza, dal talento, dallo scopo, dalla nobiltà e dalla grazia di ogni bambino americano”.
Parole simili possono essere dettate dal solo opportunismo elettorale? O è vera fede? Sono i fatti a parlare, comunque. E finora l’amministrazione Trump non si è mai tirata indietro, quando si è trattato di difendere il diritto alla vita. Sin dalle prime settimane di amministrazione, Trump ha varato una lunga serie di provvedimenti per limitare l’aborto, de-finanziare i programmi abortisti, nominare giudici potenzialmente pro-life, agire anche a livello internazionale contro la pianificazione familiare. Attualmente viene considerato il presidente più pro-life della storia americana. Misure che ha elencato, a lungo, nel suo discorso, non solo in difesa della vita, ma anche della libertà di religione “che è sotto attacco in tutto il mondo e, chiaramente, fortemente sotto attacco nella nostra nazione. Lo vedete meglio di chiunque altro. Ma lo stiamo fermando. E ci occupiamo di medici, infermieri, insegnanti e gruppi come le Piccole Sorelle dei Poveri”.
Trump ha contrapposto le sue politiche a quelle dei Democratici, mai così abortisti come in questi ultimi tre anni. “Quando si tratta di aborto – e lo sapete, avete visto cosa è successo – i Democratici hanno abbracciato le posizioni più radicali ed estreme prese e viste in questo paese per anni e decenni, e potete anche dirlo, per secoli. Quasi tutti i principali Democratici del Congresso ora supportano l’aborto finanziato dai contribuenti fino al momento della nascita. L’anno scorso, i legislatori di New York hanno applaudito con gioia il passaggio della legislazione che avrebbe permesso a un bambino di essere strappato dal grembo materno fino al parto. Quindi, abbiamo avuto il caso del governatore democratico nello Stato della Virginia, il Commonwealth della Virginia. E noi vogliamo bene al Commonwealth della Virginia, ma cosa sta succedendo in Virginia? Il governatore ha dichiarato che avrebbe ucciso un bambino dopo la nascita. Ve lo ricordate. I Democratici del Senato hanno persino bloccato la legge che avrebbe fornito assistenza medica ai bambini sopravvissuti ai tentativi di aborto. Ed è per questo che ho invitato il Congresso – due dei nostri grandi senatori qui, così tanti dei nostri membri del Congresso qui – a difendere la dignità della vita e ad approvare una legge che proibisca l’aborto tardivo a bambini che possono sentire dolore nel grembo materno”.
Il presidente ha indirettamente risposto anche a chi lo accusa di condurre una politica contro le donne. Ribaltando preventivamente l’accusa, ha ricordato: “Quest’anno, la Marcia per la Vita celebra il centesimo anniversario del Diciannovesimo Emendamento, che ha sancito per sempre il diritto delle donne al voto negli Stati Uniti e sancito dalla costituzione degli Stati Uniti. Un evento così grande. Oggi, milioni di donne straordinarie in tutta l’America stanno usando il potere dei loro voti per lottare per il diritto in forza del quale tutti i loro diritti sono indicati nella Dichiarazione di Indipendenza: il diritto alla vita”.
Non manca il senso del sogno americano. Trump ha aperto il discorso paragonando i giovani intervenuti alla Marcia, da tutto il Paese, ai pionieri che hanno colonizzato l’America. E lo ha chiuso con una promessa: “Libereremo i sogni della nostra gente. E con una speranza determinata, attendiamo con impazienza tutte le benedizioni che verranno dalla bellezza, dal talento, dallo scopo, dalla nobiltà e dalla grazia di ogni bambino americano”.
Di tutto ciò certi grandi media americani paiono non essersi neppure accorti. La Cnn ha dedicato un servizio alla Marcia per la Vita quando il discorso del presidente era già finito. Jake Tapper, dallo studio ha dichiarato che Trump “sta facendo la storia”, ma non abbastanza da meritare una diretta, evidentemente. Sul campo, la corrispondente Kristen Holmes ha definito “divisivo” il discorso: “Parlando qui oggi, Trump è diventato veramente il volto del movimento anti-aborto (…) C’è una ragione perché nessun altro presidente è venuto qui negli ultimi 47 anni”. Anche la Msnbc non ha trasmesso il discorso in diretta. Mentre Trump parlava, c’era un servizio dal Senato, dove Adam Schiff, della Commissione sull'Intelligence della Camera, teneva il suo discorso di accusa contro il presidente, nel processo di impeachment.