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USA

Trump, a Washington marciano i "deplorables"

Mentre Trump continua la sua battaglia legale contro le presunte frodi elettorali di Joe Biden, a Washington i suoi sostenitori hanno manifestato per appoggiarlo. La Million Maga March (così è stata battezzata) ha attirato su di sé il solito scontro sui numeri, con i media che danno una stima esageratamente bassa dei partecipanti. Gli Antifa li attaccano. Ed AirBnb li boicotta. 

Esteri 16_11_2020
Million Maga March

Dopo altri dubbi su un possibile cedimento, il presidente Donald Trump ha ribadito la sua determinazione a vincere le elezioni ed è tornato ad accusare l’avversario Joe Biden di brogli elettorali. “Il più grande furto della storia americana”, lo ha definito nella sua intervista al New York Post. Sabato ha incassato l’appoggio della piazza, con centinaia di migliaia di sostenitori a Washington. Rudolph Giuliani, suo avvocato principale, intervistato da Fox News, ha puntato il dito soprattutto su Dominion, la ditta produttrice dei computer di voto. Insomma le elezioni più contestate degli ultimi venti anni continuano a riservare sorprese. Ma la copertura mediatica, unilaterale e dichiaratamente partigiana, impedisce di avere un quadro chiaro e completo della situazione.

Prima di tutto, a spoglio ancora in corso e con un riconteggio manuale partito in Georgia, non abbiamo un risultato definitivo. Secondo: sono in corso decine di cause legali, le più importanti delle quali riguardano il Wisconsin, la Georgia, il Michigan e la Pennsylvania. In quest’ultimo Stato, particolarmente importante per la vittoria della Casa Bianca, Trump ha vinto la prima di tre cause. Da 364mila a 682mila voti, a seconda delle prossime sentenze, potrebbero essere annullati, perché ai rappresentanti di lista repubblicani è stato impedito di entrare nei seggi. Nel blocco dei voti che potrebbero essere annullati, rientrano quelli ricevuti per posta da indirizzi falsi, appartenenti a cittadini non residenti o addirittura deceduti. Rudolph Giuliani, il celebre ex sindaco di New York che ora è avvocato di Trump, ha annunciato battaglia e lo ha ribadito nella sua intervista a Fox News puntando il dito, appunto, contro i computer di voto. Il voto elettronico è sotto accusa, perché sospettato di aver trasformato migliaia di voti a Trump in altrettanti a Biden, per errori informatici (voluti?). Sono prodotti dalla Dominion, compagnia che è già sotto la lente di ingrandimento dal giorno successivo alle elezioni perché legata direttamente o indirettamente ai Democratici. Giuliani accusa anche la ditta programmatrice del software di voto, che avrebbe legami anche con il regime del Venezuela.

Con queste cause in corso, i riconteggi e le accuse di frodi elettorali, il popolo repubblicano (o meglio: trumpiano, perché spesso i due non coincidono) è galvanizzato. E’ in questo spirito che si è tenuta sabato, a Washington, la “Million Maga March”, nome mutuato dalla Million Man March dei neri musulmani di Farrakhan, con al centro l’acronimo di Maga (Make America Great Again). La manifestazione è una protesta contro la frode (presunta) e chiede di far chiarezza. Su quanti abbiano partecipato alla marcia è guerra di numeri. Kayleigh McEnany, la portavoce della Casa Bianca, ringraziando i sostenitori ha twittato “Più di un milione di persone in marcia per il presidente Donald Trump”. I fact checkers, come sempre in questi casi, hanno seccamente smentito la portavoce e hanno ridotto il numero a “migliaia”. Normalmente, in tutte le manifestazioni, c’è una stima degli organizzatori che è la più alta, una della polizia più bassa ed una degli oppositori della manifestazione che ridicolizzano l’evento. Solitamente sono i media indipendenti che, analizzando le foto o basandosi su reportage dal posto, danno la stima media più vicina al reale. In questo mondo americano in cui sono i media in campagna elettorale contro Trump, dunque la stima più bassa la danno i media. Che nel riportare le notizie della marcia non hanno nascosto il loro profondo rancore. Nella sua freddezza britannica la Bbc si limita a parlare di “Migliaia di sostenitori del presidente Donald Trump scendono in piazza a Washington per sostenere le sue dichiarazioni non dimostrate sulle frodi elettorali nelle elezioni” (corsivo nostro). Più esplicito il quotidiano progressista The Daily Beast: “Iniziamo a chiamare le cose come stanno su quanto avvenuto a Washington: una protesta contro la democrazia organizzata da un’accozzaglia di suprematisti bianchi, fascisti violenti e deficienti cospirazionisti”. Altri media non sono altrettanto violenti, ma si sono intanto premurati di pubblicare quasi solo foto delle categorie suddette. Oltre a sminuire i numeri al minimo. Stando alle foto delle piazze di Washington ed a fonti indipendenti (testimoni oculari), non si può certo parlare di “un milione” di presenze, ma neppure di “migliaia”. La stima più realistica è di poche centinaia di migliaia di manifestanti, fra i 200mila e i 300mila.

La marcia è stata pacifica, ma la contromanifestazione, di Blm e Antifa, ha avuto anche esiti violenti. Non nel corpo principale del corteo da Piazza della Libertà alla Corte Suprema, ma nelle vie laterali, oppure al calar delle tenebre dopo la fine della marcia. Il bilancio è di un ferito grave, pugnalato e due feriti lievi fra i poliziotti. Gli alberghi e i ristoranti in cui sostavano i sostenitori di Trump, a dormire o anche solo a mangiare, sono stati attaccati dai contro-manifestanti, anche con lanci di petardi e fuochi artificiali contro chi mangiava all’aperto. La battaglia è iniziata prima delle contromanifestazioni, però, sotto forma di boicottaggio. AirBnb, la più grande agenzia online per gli affitti delle camere e degli appartamenti, ha cancellato le prenotazioni di tutti coloro che erano accusati di essere membri dei Proud Boys, il gruppo “di odio” legato a Trump. In realtà AirBnb che si è mosso dietro segnalazioni di altri utenti, ha cancellato anche manifestanti che non erano membri dei Proud Boys e che poi hanno protestato pubblicamente per il torto subito. Ma d'altra parte, tutti i sostenitori di Trump sono "un’accozzaglia di suprematisti bianchi, fascisti violenti e deficienti cospirazionisti", "deplorables", come li aveva definiti sinteticamente Hillary Clinton. Quindi perché fare questi distinguo?