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Olimpiadi di Tokyo

Trovato e rimpatriato l’atleta ugandese in fuga

Sollevatore di pesi, 20 anni, sposato e in attesa di un figlio, Julius Ssekitoleko aveva deciso di rimanere in Giappone illegalmente. Rimpatriato, adesso rischia sanzioni   

Migrazioni 01_08_2021

Succede che degli atleti sportivi che partecipano alle Olimpiadi scelgano di non rientrare nei loro paesi, facciano perdere le loro tracce o chiedano asilo. Alle Olimpiadi di Monaco del 1972 furono addirittura 117. Alle Olimpiadi di Tokyo in corso di svolgimento Julius Ssekitoleko, 20 anni, sollevatore di pesi, arrivato in Giappone con la squadra olimpica dell’Uganda il 19 giugno, avvisato il 16 luglio dal proprio comitato olimpico che sarebbe rientrato in Uganda il 20 luglio insieme al proprio allenatore perché in realtà non si era qualificato per le gare, si è dato alla fuga benché privo di passaporto, in mano ai dirigenti della federazione olimpia ugandese come tutti quelli della sua squadra. Per cinque giorni non si sono avute sue notizie, poi il 23 luglio è stato riconosciuto e fermato mentre stava acquistando un biglietto del treno a una stazione. Quello stesso giorno, benchè a quanto pare si fosse appellato alle autorità giapponesi per non essere rimpatriato, è stato fatto imbarcare su un volo della Qatar Airways che lo ha portato a Kampala, la capitale dell’Uganda. All’atterraggio è stato trasferito in procura per accertare se avesse commesso un reato e anche come mai pur non essendosi qualificato per i giochi fosse tuttavia andato in Giappone. Il 28 luglio è stato liberato, ma resta a disposizione della polizia per accertamenti ulteriori. Ai mass media ha dichiarato che avrebbe voluto restare in Giappone “perché in Uganda la vita è dura”. Sembra che nella sua stanza avesse lasciato un biglietto in cui spiegava di voler restare e lavorare in Giappone. L’atleta ha una moglie ed è in attesa del primo figlio. La sua attività sportiva finora non gli ha reso molto. Secondo sua madre sperava in una medaglia olimpica per guadagnare un po’ di denaro. “Sono delusa del governo perché quando manda degli atleti a rappresentare l’Uganda all’estero si occupa solo di quelli che vincono delle medaglie e gli altri ricevono solo da mangiare nei giorni delle gare”. Alla notizia della sua fuga la moglie ha ricevuto una notifica di sfratto perché da quattro mesi non paga l’affitto e ha un debito di 170 dollari. La vicenda ha suscitato reazioni contrastanti in Uganda. C’è chi si schiera con lui e chiede che non subisca sanzioni. C’è chi, e si tratta anche di membri del governo, lo definisce un traditore e lo biasima per aver approfittato del privilegio di far parte della squadra olimpica per tradire il suo paese. Il mese scorso un giocatore ugandese di rugby, James Odong, è sparito dal suo albergo mentre era in trasferta con i suoi compagni in Francia.