Trinità, l'anima del mondo
Meditazione sulla Solennità di oggi: la Trinità è come inerpicarsi sulla cima di un monte e lì trovare pace. Attraverso i sentieri e i passaggi della vita, i tormenti e le attese, le tensioni e gli sforzi, le chiusure che sprofondano e le radure che improvvisamente si aprono.
La Trinità è come inerpicarsi sulla cima di un monte e lì trovare pace. Attraverso i sentieri e i passaggi della vita, i tormenti e le attese, le tensioni e gli sforzi, le chiusure che sprofondano e le radure che improvvisamente si aprono. Il cammino dell’amore, della speranza, della libertà, della decisione, dei condizionamenti. Sempre alla ricerca di un bene, di un di più, di una risposta finalmente piena e pacificante.
Attraverso i percorsi della fede, dell’annuncio che conquista e commuove; attraverso il procedere incessante della liturgia che di anno in anno sale a spirale e fa vedere e gustare di passaggio in passaggio lo stesso panorama in modo diverso. Ogni volta con un colore nuovo, più intenso o più distratto, più consapevole o più dissipato, come un albero che allarga di un altro cerchio la corteccia.
Scopri il mondo, l’anima del mondo, quella corrotta e quella risanante. L’anima pura e purificata dei santi e dei peccatori convertiti; l’anima e il corpo percossi dal dolore, appesantiti dalla fatica, resi incerti dal dubbio e dall’indifferenza; l’anima sbaragliata che si intriga col male mentre immagina di costruire l’uomo nuovo finalmente liberato da ogni vincolo. Fermandosi ai piani bassi dell’esistenza la persona non regge, e si volge ancora verso l’alto, domanda di più, invoca un respiro nuovo.
Per che cosa viviamo? “Vivo le giornate facendo al meglio quello che devo fare, mettendoci cuore e impegno, eppure al fondo sempre un’insoddisfazione, qualcosa che manca, una solitudine; quello che ho e che faccio non è mai abbastanza. Questa vita tutta impegnata è noiosa e abbastanza insulsa…” “Come chi incastrato nella solita routine e tutto è noioso e stretto; incapace di far qualcosa per uscire dal circolo, macerandomi nell’insoddisfazione”. La persona che scrive quasi evoca Leopardi: “E tutto è mancamento e vòto”.
E la vetta? E la Trinità? Su quale monte ci inerpichiamo, verso quale vetta sale la vita?
La vetta di Dio Padre, Figlio, Spirito Santo. Dio prima di noi: il Padre che genera la vita. Dio accanto a noi: il Figlio Gesù che riceve la vita e la dona facendosi uomo, muore e risorge. Dio dentro di noi: lo Spirito Santo che unisce il Padre al Figlio e rende gli uomini figli e fratelli. Dio vortice della vita, danza dell’amore, bellezza della relazione, che si espande ad abbracciare ogni persona e l’intero creato.
Vogliamo di più, vogliamo la vita di Dio. Tutto quello che le mani stringono e il cuore abbraccia, è troppo poco quando si consuma da soli, quando diventa l’aiuola ristretta sulla quale indugiare a merenda. C’è un passo in là, un’attrattiva avvincente e trascinante.
Non basta il nostro sforzo. Non basta nemmeno la magnifica compagnia dei fratelli e degli amici e lo splendore dell’amore. C’è di più. Colui verso la cui vetta tu sali è venuto a raggiungerti, si è chinato fino al tuo sentiero, ti cammina avanti e ti tira per mano. Saliamo insieme al monte di Dio, che non è appena la conoscenza della Trinità, la scoperta del Dio uno e trino. E’ allargare lo spazio dei polmoni dell’anima per riempirli di aria pura, è allagare gli occhi con lo splendore della cerchia dei monti infiniti, è sperimentare l’abbraccio dell’Amore che ti precede, ti accompagna, ti riempie.
La Trinità è un principio, un cammino, una meta. E’ Dio che ti vuol bene e ti fa vibrare per pienezza di vita, nel compimento della felicità per la quale sei fatto, con tutte le membra del corpo, con tutte le dimensioni dell’anima.