Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Caterina d’Alessandria a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Tre insegnamenti

Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più (Gv 8, 11)

Schegge di vangelo 22_03_2021

In quel tempo, Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più». (Gv 8, 1-11)

Gli accusatori della donna, tendono a Gesù un tranello. Per risolverlo costringe anzitutto gli accusatori a sottoporre se stessi allo stesso giudizio a cui hanno sottoposto la donna. A partire dai più anziani, evidentemente non solo più saggi ma anche più carichi di peccati, gli accusatori si dileguano. Il primo insegnamento è pertanto questo: il ricordo dei nostri peccati è il primo passo verso l’umiltà e la conversione. Il secondo insegnamento riguarda l’oggetto del nostro giudizio di creature: noi, non essendo Dio, possiamo giudicare i comportamenti ma non le persone. Terzo insegnamento è che finché siamo in vita non è mai troppo tardi per accettare la misericordia di Dio e non peccare più.