Trattato pandemico Oms: attenti al piano B
Con il Trattato pandemico l’Organizzazione mondiale della sanità mira ad ampliare il suo potere sugli Stati. E anche qualora il Trattato non passasse, l’agenzia dell’Onu ha pronto un piano B per imporre comunque la sua linea.
Il professor Gianfranco Battisti ha pubblicato un suo ampio articolo sulla discussa (in quanto pericolosa) questione della sottoscrizione da parte degli Stati del Trattato pandemico, «il quale ha per obiettivo l’asservimento di tutti i Paesi del mondo agli interessi plutocratici tramite l’OMS, un’agenzia delle Nazioni Unite che otterrebbe letteralmente i “pieni poteri” a livello planetario». Battisti mette bene in evidenza come questo passaggio darebbe vita ad un nuovo totalitarismo non solo sanitario ma complessivo, dato che il concetto di sanità dell’OMS comprende fin dalla sua fondazione non solo la salute fisica e psichica ma anche sociale.
Si tratta di un concetto di salute molto esteso, come del resto abbiamo potuto constatare nel biennio e più del Covid. Scrive Battisti: «Le politiche sanitarie sono infatti solo il pretesto per assumere il controllo di ogni settore della società: economia, scienza, cultura, politica. Il piano prevede infatti di condizionare qualsiasi decisione politica riconducendola in vario modo a questioni anche solo apparentemente di carattere medicale. È questo l’esito di una strategia che è andata sviluppandosi nell’arco di decenni, attraverso il progressivo ampliamento dell’area di competenza della medicina maturato in seno all’OMS».
Ma la cosa più interessante del suo articolo è un’altra. Battisti riferisce che sarebbe pronto un piano B, nel caso non ci fosse la prevista adesione degli Stati membri dell’ONU. Egli ricorda, a questo proposito, l’opposizione del Congresso americano sulla spinta dei parlamentari repubblicani, la dichiarazione di non adesione al Trattato da parte della Repubblica Ceca, il comportamento dissuasivo di molti Paesi africani, tutti eventi che sembrano creare ostacoli al progetto e mettere in questione l’esito voluto e pianificato. È per questo, sostiene Battisti, che il cambiamento sarebbe fatto passare non tramite la sottoscrizione di un Trattato ma più agevolmente attraverso la modifica del Regolamento dell’OMS, per la cui approvazione servirebbe un numero di voti da parte degli Stati membri molto inferiore ai 2/3 necessari nell’altro caso. «Non sarebbe la prima volta che una simile manovra ha luogo», ricorda Battisti. «È accaduto lo stesso allorquando il progetto della cosiddetta “Costituzione europea” è crollato di fronte all’opposizione popolare. Nell’occasione, l’élite che ci governa ha reagito collocando a livello di trattati internazionali (soprattutto il Trattato di Nizza) le norme tecniche che trasferiscono i poteri determinanti dai singoli Stati all’Unione europea. Questa è diventata di fatto una sorta di ircocervo, un “quasi Stato”, nel quale il potere è concentrato in pochissime mani ed ai parlamentari, che non possono esprimere il governo, non è consentita nemmeno l’iniziativa legislativa. Il risultato è un deficit democratico ineliminabile, che non è nemmeno equilibrato dalla relativa maggiore efficienza che solitamente caratterizza i regimi autoritari».
(Stefano Fontana)