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Salute

Trans incinte non smettono il testosterone

Uno studio scientifico sostiene la bontà dei trattamenti ormonali su donne trans incinte anche se rischiosi per il feto

Gender Watch 25_07_2023

Vi sono alcune donne trans – ossia donne che si credono uomini -che rimangono incinte e continuano a prendere il testosterone perché non vogliono cambiare, durante il periodo della gravidanza, il loro aspetto fisico mascolino.

Ma, come avverte il Servizio sanitario inglese, i rischi per il feto sono alti: anomalie genitali e per le bambine “mascolinizzazione", incontinenza e infertilità. Ed infatti le attuali linee guida inglesi per le donne trans consigliano fortemente di sospendere i trattamenti ormonali. L’americana Food and Drug Administration in modo analogo annota: «i rischi connessi all'uso del farmaco nelle donne in gravidanza superano chiaramente i potenziali benefici».

Nonostante queste evidenze è stato pubblicato sulla rivista scientifica Qualitative Research in Health un articolo dal titolo Incertezza medica e riproduzione del "normale": processo decisionale sulla terapia con testosterone nella gravidanza transgender in cui si supporta la decisione di continuare i trattamenti ormonali. La ricerca è stata finanziata con ben 500.000 sterline da una sussidiaria della UK Research and Innovation per condurre ricerche sulle esperienze transessuali. Uno studio prezzolato.

Nello studio si afferma che «sia i pazienti che il personale medico tendono a perseguire approcci terapeutici precauzionali e incentrati sulla prole». Si aggiunge che «questi approcci reinscrivono nozioni binarie di sesso, con conseguente controllo sociale nei loro tentativi di salvaguardarsi da potenziali esiti futuri non normativi per la prole». Insomma si tratterebbe di un approccio discriminatorio e pregiudizievole.

I dati provengono da un campione molto ristretto: 70 donne trans e 22 operatori sanitari. Non prendere gli ormoni, secondo la maggior parte delle donne trans, porta a «livelli aumentati di disforia corporea e depressione». E poco importa che a pagarne le spese siano i loro figli.

La maggior parte degli operatori sanitari invece ha criticato questa scelta e costoro, a loro volta, sono stati criticati dagli autori dello studio perché questo approccio «potrebbe non prendere in piena considerazione il grado in cui il senso di sé e il benessere di alcune persone trans sono legati al proseguimento della terapia con testosterone».

L’ideologia LGBT deve vincere su tutto, anche sulla salute dei bambini.